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ESCLUSIVA TMW - Alcione, Ciappellano: "Se l'anno scorso la C era un sogno, quest'anno è l'obiettivo"

di Claudia Marrone
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© foto di Ufficio Stampa Alcione Milano

"La vetta della classifica è meritata, anzi, forse abbiamo raccolto meno di quanto avremmo potuto: penso alla sconfitta con il Città di Varese arrivata da corner, al gol di domenica all'ultimo secondo, alle tante occasioni create con il Derthona che sono però valse solo un pareggio. Non nascondo che la classifica la guardiamo, ci fa piacere essere li, ma il campionato è lungo, è più utile pensare di partita in partita, senza farsi prendere dalla frenesia": in un'intervista rilasciata in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com, esordisce così il difensore dell'Alcione Daniele Ciappellano.

Alcione che comanda il Girone A di Serie D, che dalla sua ha comunque risultati utile con quelle che al momento sembrano essere le dirette concorrenti per la promozione: "È vero, con le dirette rivali non abbiamo mai perso, ma vincere sarebbe stato meglio. Poi, come ci ricorda il mister, quando non possiamo vincere è importante non perdere, ma dobbiamo ancora affrontare Asti e Vado, a esempio. A ogni modo siamo consapevoli che gli altri quando ci affrontano danno sempre qualcosa in più, questo ci fa piacere e ci dà una certa responsabilità".

Assist perfetto. Alla fine siete voi la formazione da battere...
"Per gli addetti ai lavori siamo noi i favoriti, ma nel nostro raggruppamento ci sono molte buone squadre attrezzate: penso al RG Ticino, al Città di Varese, al Vado. Ma non dobbiamo nasconderci, se l'anno scorso la Serie C era un sogno, quest'anno è l'obiettivo. Nostro, e voluto dal club, dopo tre stagioni giocate al top, che erano un po' anche il percorso minimo per arrivare tra i pro. Daremo il massimo, la società lo merita sul serio".

Con mister Cusatis hai condiviso l'esperienza al Legnano. Come lo descriveresti?
"Al Legnano avevo avuto modo di conoscere al il Ds Mavilla, il mister in realtà l'ho conosciuto davvero qua all'Alcione, l'anno del Legnano subentrò ma con il Covid non ci fu modo di lavorare. Sono una coppia top, è stato una fortuna scoprire il mister, uno dei più forti che abbia finora avuto, sia umanamente che tecnicamente: non te le manda a dire, ha un rapporto diretto e onesto con noi giocatori, e in campo ha dato un'impronta di gioco molto definita che non è facile trovare neppure in categoria superiore".

Rimanendo a Legnano, curioso il tuo soprannome "Gorilla".
"Ho avuto modo di fare le giovanili nella Juventus, e il soprannome nasce dall'esultanza di Chiellini, un difensore come me, che alle volte ho imitato in questo senso: poi il gorilla è l'animale più forte del mondo. Cusatis, però, mi chiama Cinghiale... (ride, ndr)".

E qua non andrei ad indagare (ridiamo, ndr). Cosa ti porti dietro dell'approccio calcistico in bianconero?
"Sicuramente sono esperienze che ti formano, anche da bambino, vivi realtà e contesti molto importanti, dove c'è anche una bella atmosfera e senso di appartenenza. Basti pensa che alle strenne del settore giovanile partecipa sempre la prima squadra: la foto con Del Piero, persona stratosferica oltre che giocatore top e bandiera bianconera, ho deciso di tenerla ancora in camera".

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