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TMW RADIO - Pres. Olbia: "Presto valuteremo il futuro di Brevi. Cagliari? Può sognare l'Europa"

di Dimitri Conti
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© foto di Sandro Giordano/Olbia Calcio
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Alessandro Marino, presidente dell’Olbia, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Alessandro Marino, presidente dell'Olbia che è riuscito a salvare la categoria nel playout di Serie C contro la Giana Erminio, ha parlato ai microfoni di TMW Radio, intervenendo nel corso della trasmissione Stadio Aperto, condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Chi ha vissuto la partita sul posto dice che i segnali (di una rimonta in doppia inferiorità numerica, ndr) c'erano perché avevano già avuto due-tre palle gol che il nostro portiere ha preso, e da parte loro hanno iniziato a capire che qualcosa poteva andare storto. Sono stati minuti concitati in cui però i nostri non hanno mai perso le speranze e sono stati ripagati dei sacrifici. Sono contento per loro, per i tifosi e per la città".

Qual è la fotografia di quest'ultimo periodo?
"La stagione è stata unica nel panorama della storia calcistica italiana, o perlomeno spero che non ricapiti più. Dal punto di vista della programmazione l'emergenza sanitaria ha ribaltato tutto. La cosa peggiore è stata forse la conclusione a tavolino dei campionati: ad alcune società ha creato davvero tanti problemi. Abbiamo dovuto adeguarci alle decisioni e creare un mini-campionato di un mese che per fortuna è finito bene. Tutti auspicavamo una stagione diversa avendo rinforzato la squadra a gennaio, ma comunque è andata così e pensiamo già alla prossima stagione".

Lei era tra quelli che volevano interrompere tutto.
"Sì, l'ho detto in Consiglio direttivo e in Assemblea: per me era giusto interrompere e pensare alla stagione successiva, bloccando le retrocessioni. Anche perché da quando c'è la Serie C unica abbiamo sempre avuto defezioni, e queste avrebbero assorbito un eventuale sovrannumero. Capisco le necessità e il bisogno di un trattamento omogeneo per ogni lega, così da non rompere gli equilibri. Auspicavo una decisione diversa ma ci siamo adeguati".

Che favola è quella di Ogunseye? Cosa gli ha detto a fine partita?
"Arrivò a Olbia ormai tre anni e mezzo fa con tanto scetticismo perché non aveva ancora il curriculum di oggi. Arrivò e segnò subito alla prima presenza: come ha iniziato ha finito nell'ultima partita. Di strada ne ha fatta tanta: è il secondo miglior marcatore nella storia dell'Olbia. Gli ho fatto l'in bocca al lupo, per me la sua carriera inizia adesso: il Cittadella l'ha seguito, ha capito le sue potenzialità e ora dovrà confrontarsi con la serie superiore. Sono sicuro che anche lì mostrerà le sue doti".

Il portiere Aresti vi ha tenuti in vita contro la Giana.
"A gennaio l'ho voluto, lui mi ha detto che non era mai retrocesso in carriera e non l'avrebbe fatto neanche quest'anno. Nel gruppo conosceva già altri sardi come Pisano e Cocco: con loro abbiamo creato un gruppo unito, che andasse oltre le difficoltà. Lui è stato il primo a crederci e ha spronato anche i più giovani: lo ringrazio per la serietà con cui ha affrontato una sfida così difficile. La parte motivazionale ha compensato a tutto il resto".

Sembra un momento florido per le sarde.
"Il progetto è nato con la consapevolezza di partire dalla base, dal settore giovanile. Sia noi che il Cagliari abbiamo fatto ottime cose a livello di ragazzi: tutte queste squadre poi sono largamente rappresentate da ragazzi sardi, si parla nel 90%. Questo va a sfociare nella qualità delle prime squadre. Abbiamo visto esordire in questo periodo Carboni... Nell'isola ci sono tante potenzialità, stiamo cercando di valorizzare il calcio regionale e quello di buono che potrà fare in futuro".

Avrete ancora Brevi in panchina?
"Ci siamo parlati, poi il mister giustamente si è concesso qualche giorno di vacanza. Anche io avrei voluto ma ancora non ci sono riuscito: speriamo per questo weekend... Vorremmo approfondire con i soci e capire se possiamo continuare assieme l'avventura. La decisione ancora non c'è, ma dico che con il mister mi sono trovato molto bene a livello umano, nonostante la lunga sosta che ci ha fatti rivedere solo a giugno. Globalmente però è stato intenso, e lui ha saputo tenere la squadra con la giusta tensione per riprendere le motivazioni lasciate. Ottimo lavoro".

Il Cagliari può pensare di puntare presto all'Europa?
"Giulini lo conosco da più di vent'anni e la risposta è sì. La sua caratteristica è creare fondamenta molto solide in ogni cosa che fa, senza troppa fretta. Sta creando una società-modello da ogni punto di vista, anche sul lato dell'apertura alle partnership regionali. Un altro tassello importantissimo sarà lo stadio, e sono in una fase molto avviata. Giulini è la persona giusta per gli obiettivi dell'isola".

Per voi la Serie C è un traguardo o un trampolino?
"Abbiamo mantenuto sempre una filosofia similare anno dopo anno. Abbiamo mandato una decina di giocatori in B e due in Serie A in questi ultimi quattro anni. Nel frattempo però la categoria sta cambiando molto, e non sappiamo cosa attenderci. Se ci sarà una riforma, sarà nostro piacere provare a creare un'opportunità. Se ne è parlato un mese fa, ma ancora non è stato dato alcun seguito: ipotizzo sarà ad agosto. Capire se si creerà un nuovo format per il 2021/22 e in quel caso stabiliremo gli obiettivi da raggiungere".

Qual è secondo lei il modello ideale per il torneo?
"L'idea sarebbe quella di creare un nuovo girone a venti squadre professionistico, più un regime intermedio, semi-professionismo o qualcosa del genere, per le altre quaranta. Può avere senso se il girone da venti ha risorse importanti, altrimenti sarebbero solo incrementati i costi, disincentivato l'uso dei giovani e si rischierebbe di amplificare le perdite economiche".

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Giovedì 2 Maggio 2024
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