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Savoldi: "Il romanticismo in Serie C. Ode a Baldini e ai tifosi del Pisa"

di Luca Bargellini
Fonte: TuttoC.com
Editoriale di Gianluca Savoldi per TuttoC.com
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Nella logica territoriale con cui vengono suddivisi i tre gironi della nostra Serie C, non c’è spazio (giustamente) per il ranking. Era inevitabile che si ritrovassero diverse “teste di serie” nello stesso raggruppamento e così è successo nel Girone A dove ci sono ben tre delle quattro formazioni retrocesse lo scorso anno dalla Serie B: Virtus Entella, Novara e Pro Vercelli.

A queste possiamo aggiungere il Pisa, che le aveva precedute di un anno (insieme a Vicenza e Trapani che militano negli altri due gironi della C).
L’iscrizione ad un campionato immediatamente dopo una retrocessione non è cosa scontata, intendiamoci, ne sanno qualcosa realtà come Bari, Cesena, Avellino, Latina, Virtus Lanciano, Modena, Como etc etc… Ma quando un club ha la forza economica (e non solo) di “sopravvivere” ad un salto all’indietro, lavorando sull'ossatura della squadra di categoria superiore, le possibilità di lottare per la promozione sono maggiori. Le società che ho citato all’inizio ne sono la conferma e, come se non bastasse, si ritrovano nel girone altre “blasonate” come il Piacenza, dove la dirigenza sta lavorando benissimo, tanto da sembrare al momento la rivale più accreditata per l'Entella, lo stesso Arezzo, che ha fermato i biancorossi sul pareggio (ed aveva avuto anche l’occasione per chiudere la partita prima di subire la rimonta de il "Piace") e la Robur Siena che ha fermato la capolista sullo zero a zero.
Chiude il gruppo di testa la Carrarese che si è fermata in casa del Pisa in una partita che mi è piaciuta molto. Alla fine Silvio Baldini ha ammesso di aver subito la supremazia territoriale dei nerazzurri, riusciti, al di là del risultato, ad impensierire di più l’avversario; in parte merito dei padroni di casa ma anche per demerito della Carrarese. A detta del mister i marmiferi non sono cresciuti dal punto di vista della personalità, rinunciando a giocarsi la partita pur non avendo le stesse pressioni di piazze nella quali vincere è l’unico risultato che conta (vedi Reggio Calabria, Catania e Catanzaro).

Sempre “vero” mister Baldini uomo di calcio ma soprattutto uomo con la U maiuscola. In effetti un po’ di coraggio è mancato agli apuani ed è sintomatico il gol subito allo scadere: l’azione infatti comincia con un rinvio lungo di Gori, portiere del Pisa, verso due compagni e quattro avversari ben allineati che corrono verso la porta. Moscardelli si stacca per controllare la palla che sta cadendo nella sua zona, ma nessuno dei difendenti (in particolare Karkalis, il più vicino) spezza la linea per andare a contrasto. Ci va Ricci quando ormai è troppo tardi perché Moscagol ha già aperto per Minesso e questa scelta ormai tardiva non gli consente di aiutare i compagni a difendere lo spazio vicino alla porta, dove lo stesso numero 11 nerazzurro effettua il cross/assist partita per Izzillo (alla sua prima rete). La mitica "Arena Garibaldi" esplode con il suo meraviglioso pubblico che, come sempre, ha reso l’atmosfera magica, facendo dimenticare a tutti categoria, classifica, e ricordando quanto siano importanti queste piazze per il calcio, perché questo è il calcio, anzi: il Calcio.
Mi perdonerete se mi faccio trasportare dal romanticismo quando parlo di allenatori come Baldini oppure di un pubblico come quello di Pisa ma ho le mie buone ragioni.
Viviamo in un epoca in cui regna l’ipocrisia, dove i centri sportivi sono pieni di faccendieri (che con il calcio non hanno niente a che fare), un momento in cui stiamo perdendo i veri valori dello sport, quelli che non sono mai stati scritti da nessuna parte ma sono stati trasmessi di generazione in generazione. Il calcio è del papà tifoso che porta con entusiasmo il figlio allo stadio, quei bambini che si innamorano dei cori della curva, della coreografia, del giocatore in cui più si riconoscono. Il calcio è la trasferta con gli amici, con il panino nello zaino oppure con la tappa nel ristorante tipico: il calcio non è solo la partita. Il calcio sono i sacrifici, quelli per risparmiare i soldi necessari per godersi le partite. Per essere protagonisti dentro o fuori dal campo. Il calcio è l’allenatore che fa più di 100 km al giorno, ma è comunque il primo a presentarsi al campo perché quando arrivano i ragazzi tutto sia pronto, lo stesso allenatore che incoraggia in privato il giovane demoralizzato anche se poi è severo in pubblico. Se gli stadi si svuotano e perdiamo i talenti per strada è proprio perché mancano queste figure. Al nostro calcio guide come Silvio Baldini e tifosi come quelli del Pisa servono come il pane...

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