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Casertana battuta dal Covid-19: in campo con 9 uomini. Il regolamento vince sul buonsenso

di Claudia Marrone
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© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it

"Prima di tutto i calciatori sono uomini. Vivono il dramma della malattia fuori dal campo e la situazione difficile di un calcio diverso, in campo. Non tutti godono di contratti milionari e il loro compenso è lo stipendio di un lavoratore che dona se stesso a quel sogno di 90 minuti fatto di lacrime e sudore spesso lontano da casa. La Reggiana è stata la prima a subire il dramma della malattia a Febbraio e ancora la prima oggi ad autodenunciare quel sacrosanto diritto alla salute e quindi alla vita, isolandosi nella diligente attesa della guarigione: se tutto questo non si chiama “forza maggiore” allora questo non è più calcio.
I calciatori come gli sponsor come i soci e come la gente hanno dato un aiuto concreto alla società in momenti difficili scrivendo pagine di storia che rileggeremo come monito di un passato giusto: questo rimarrà come virtù nella storia del nostro club e della nostra città: di questo neppure io come Presidente mai mi dimenticherò, perché il bene di uno è il bene di tutti e il bene di tutti è il bene di ognuno. Non parleremo certamente ai nostri figli tra qualche anno di 3 punti regalati perché stavamo guarendo da una pandemia globale non potendo giocare.
Stiamo uniti. Se servisse dimostrare ancora una volta al mondo non solo sportivo che per reagire bisogna subire, allora prendeteci come esempio: ne usciremo, statene certi, più forti di prima": era il 2 novembre, e parlava così l'allora presidente della Reggiana Luca Quintavalli.

Il caso è noto a tutti: gli emiliani stavano solo aspettando l'ufficialità della sconfitta a tavolino per il match del campionato di B contro la Salernitana, che non venne giocato perché gli emiliani non si presentarono all' "Arechi". Motivo? 29 positivi al Covid-19, e mancata disponibilità di slot per chiedere il rinvio di una gara, slot che la formazione granata aveva già utilizzato per il precedente match.
L'unica possibilità per rimandare il confronto era l'accettazione, da parte dei campani, del rinvio del match, ma alla fine il club di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma optò per un "no", o meglio, propose condizioni per l'accettazione del rinvio che non si conformavo ad altre esigenze che avrebbero inciso nel lungo termine sul campionato.

Ma la situazione, ai club, pare non aver insegnato niente. E' vero, allora fu applicato alla lettera il regolamento vigente, esattamente come è stato applicato ieri nella convulsa giornata del "Pinto", dove si è ripetuta la medesima situazione: la Casertana sta da tempo lottando con il Covid-19, ha già richiesto il rinvio di una partita (quella contro il Bisceglie) e ieri è stata "obbligata" a scendere in campo con soli 9 uomini per evitare la sconfitta a tavolino (LEGGI QUI la formazione). Ko che, contro la Viterbese, è comunque maturato, perché i laziali si sono rifiutati di accordare in rinvio, e la Lega Pro ha dato l'ok per la disputa della partita ribadendo di aver applicato il regolamento, quello che impone anche la UEFA, per la quale si è obbligati a giocare se il club ha almeno 13 calciatori in rosa (compreso obbligatoriamente un portiere) non colpiti dal virus e comprensivi di squalificati o infortunati.
E sull'aver applicato il regolamento nessuno da obiettare, se non che lo stesso è alquanto obsoleto e da rivedere urgentemente. Basti pensare che l'avvio della gara è slittato di 45' perché la ASL locale è arrivata allo stadio per effettuare dei tamponi urgenti a dei calciatori in stato febbrile che sono poi comunque scesi in campo senza conoscere l'esito degli esami.

Il dispiacere è che il regolamento ha battuto, in piena pandemia, il buonsenso. Perché, a ottobre come adesso, sarebbe bastato questo per togliere un impiccio che, si spera, non avrà conseguenze di genere alcuno.
La Reggiana allora decise di non presentarsi, la Casertana ha reagito diversamente, alla Salernitana allora facevano comodo i tre punti e alla Viterbese, che con la vittoria si è allontanata un po' dalla zona playout lo stesso: lo spettacolo ne ha risentito, l'etica lo stesso, un altro precedente si è creato. E se un domani si dovessero invertire le parti?

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