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Viterbese in crisi. Come un cambio in panchina ti stravolge la vita

di Luca Bargellini
Salvatore Colucci
Salvatore Colucci
Dopo la scorsa stagione coronata dalla vittoria della Coppa Italia di Lega Pro la Viterbese ha vissuto un'annata complicata. Prima il passaggio di mano da Piero Camilli a Marco Arturo Romano e poi un mercato che ha trasformato la squadra da un collettivo con giocatori di livello ad una con tanti talenti da scoprire. Il campo, però, nonostante le attese fossero di un torneo rivolto ad una salvezza senza troppi rischi, nelle prime settimane aveva dato indicazioni diverse.

Sotto la gestione di Giovanni Lopez, tecnico chiamato in panchina una settimana prima della fine della finestra estiva di trasferimento, la compagine laziale aveva, infatti, messo a referto sei vittorie in quattordici giornate (1,5 punti per partita di media), con i successi contro Bari e Catanzaro a riprova dell'ottimo lavoro svolto di concerto fra staff tecnico e dirigenza.

Poi ad inizio novembre la svolta inattesa. Via Lopez dopo il ko di Monopoli e bentornato ad Antonio Calabro, manager che aveva salutato Viterbo in pieno agosto proprio per far spazio all'ex Lucchese. Un avvicendamento che, però, i numeri raccontano come tutt'altro che felice. Tre gare della Viterbese con l'ex Carpi in panchina e tre sconfitte, con quattro gol incassati e uno solo messo a segno.

Adesso per raddrizzare la situazione occorrerà puntare forte sul mercato. Minala, Seck e Casasola sono i primi nomi emersi per rimpolpare sia la linea mediana (nella quale manca ancora il sostituto di Vandeputte ceduto l'ultimo giorno di agosto al Vicenza) che la fascia sinistra, tallone d'Achille della squadra dalla scorsa estate. Servirà però anche altro, sia in attacco dove la vena realizzativa appare in debito d'ossigeno (nonostante Volpe e Tounkara abbiano risposto con costanza), così come in difesa dove il rendimento è il decimo del Girone C della Lega Pro.
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