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Gli arbitri sono scarsi, facciamocene una ragione. Catania, una bomba a orologeria?

di Ivan Cardia
per Tuttoc.com
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A volte si parla più di fischietti che di palloni in Serie C. Niente di inedito, per carità: succede anche in Serie A e in Champions League, figuriamoci se la Lega Pro può essere immune al polemichismo. Sta di fatto che, di domenica in domenica, la direzione di gara finisce oggetto di recriminazioni incrociate. C’è chi ne ha di più e chi di meno, di episodi, di scelte, di sfortuna o di errori. Ecco, il punto di partenza a un certo punto deve essere questo. Il livello della categoria, in questa stagione, è sceso ai livelli minimi. Anche qui: pure in A, non giriamoci intorno. La vis polemica fa gioco, specie quando ci sono risultati negativi, ma così il rischio di avvelenare il pozzo è alto, e come ha scritto Luca Bargellini in questa settimana, viene da chiedersi cui prodest. Così, per restare a una delle discussioni più accese e più recenti, condivido il pensiero del Seregno quando dice che il presidente Ghirelli non può limitarsi a scusare gli errori con l’inesperienza. Ha il dovere istituzionale, è indubbio, di farsi sentire dall’AIA perché qui si parla di professionismo e in gioco vi sono troppi soldi. Però qui si parla del futuro: nell'immediato è innegabile che sia qualcosa con cui fare i conti. Un altro dato di fatto è quello giustamente sollevato dallo stesso Ghirelli: il VAR servirebbe come il pane, ma i soldi chi ce li mette? Aggiungo che, per esempio, nella ricca Inghilterra la tecnologia non è arrivata neanche in Championship, cioè l’equivalente della Serie B.

Ci calmeremo tutti da domani? Non lo credo seriamente possibile, è fisiologico, è comprensibile, questo è un po’ un monito che lascerà il tempo che trova. Però ci si prova, anche perché per esempio è uno dei motivi (il motivo principale) per cui su TuttoC quest’anno abbiamo deciso di mettere in pausa la consueta rubrica sugli arbitri. Sarebbero fioccati i 3 e i 4 in abbondanza, di weekend in weekend. S’era detto che ne saremmo usciti un po’ tutti migliori, nella stagione della rinascita possiamo provare a fare tutti un salto in avanti? A proposito, vado leggermente fuori tema: la rinascita è segnata dal ritorno dei tifosi, siamo al 75 per cento, per novembre s’arriverà il 100. È un tema ampiamente cavalcato, anche dalle società di C, per spiegare le difficoltà economiche. Continuo a chiedermi se farà davvero la differenza, se non è stato uno specchietto per le allodole, se gli stadi che non riempivamo prima del Covid riusciremo a riempire ora che forse, chissà, magari ne stiamo davvero uscendo. Postilla sulla polemica Seregno-Ghirelli, di cui appunto ha scritto bene un amico e collega su queste pagine: ma non ci si può scrivere in privato? Credo ci sia un fondo di verità (di plausibilità?) dietro ad alcune accuse di Erba, per esempio che Ghirelli non possa riassumere qualche decina di migliaia di euro in “vi annoierei leggendo tutto”: sono soldi delle società ed è giusto chiederne atto. Dall’altro lato, lo stesso Ghirelli ha dato conto e ragione di gran parte delle spese messe sotto la lente d’ingrandimento, e d’altronde che per far funzionare una lega servano dei soldi è come scoprire l’acqua fredda, manco calda. I passi avanti fatti dalla rielezione, per la cronaca, sono anche piuttosto evidenti. Insomma, c’è da chiedersi appunto a cosa miri questo confronto: i toni alti al limite dello sguaiato di solito buttano tutto in caciara e poco di utile.

A Catania sono pesantissime le dichiarazioni di Francesco Baldini, che del Catania è l’allenatore. Tra le altre: “Al 17 ottobre [i calciatori] non hanno mai preso uno stipendio e non guadagnano decine di migliaia di euro, sono ragazzi venuti qui semplicemente per mettersi addosso questa maglia giocandosi una possibilità importante e hanno bisogno anche loro di chiarezza”. Ecco, che un tesserato, anzi il più importante tesserato, parli così della sua società dà il polso di quanto la situazione sia critica. A che livello, concretamente? Lo specchio del fallimento è difficile non evocarlo, in una situazione del genere. L’ha fatto un ex socio rilevante come Maugeri, non lo facciamo noi per primi. L’auspicio, inutile dirlo, è che una piazza così, con una storia così, non faccia questa fine. Il timore c’è ed è paradossale, visti i presupposti, che se ne debba parlare già a questo punto della stagione. Non sarebbe un crack inatteso, nato per caso: ha radici profonde, annose. E i controlli pre-stagione possono andare fino a un certo punto, ma se consentono l’iscrizione di una società con una situazione debitoria di quel tipo è evidente che in qualche modo, in qualche loro parte, non funzionino. Come finirà, non lo sa probabilmente nessuno. Sembra tanto una bomba a orologeria, col timer partito parecchio, davvero troppo, tempo fa.


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Venerdì 29 Marzo 2024