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TMW RADIO - Ds Pordenone: "Favorevoli ai cinque cambi, siamo abituati. Via da Udine? Vediamo"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
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Emanuele Berrettoni, direttore sportivo del Pordenone, intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex attaccante Emanuele Berrettoni, oggi ds del Pordenone, è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione in onda su TMW Radio, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Anche in Serie B ci saranno i cinque cambi, e noi siamo molto favorevoli. Gli incontri ravvicinati ci fanno rischiare stanchezza ed infortuni, il fatto che il mister possa gestire la squadra ci aiuta. Noi poi siamo abituati già dall'anno scorso, in Serie C c'erano già".

Ha senso pensare di inserirli stabilmente?
"Come tutte le cose si va incontro a chi è favorevole e chi no, la soluzione è da ponderare bene. Ok in questo periodo in cui si gioca tantissimo, ma farlo per tutto l'anno, specie ad altissimi livelli, non credo sia la cosa migliore".

Come sta andando la preparazione della squadra?
"Eravamo pro-ripresa sin da subito, il nostro obiettivo e la linea, portati avanti dal presidente, sono sempre stati quelli. I protocolli sono abbastanza duri, ma magari con la curva che vedo continuare ad abbassarsi, potrebbero essere un po' meno restrittivi".

Come si trova nelle nuove vesti di dirigente?
"Mi sento meglio dell'inizio: dopo vent'anni di carriera è stato il periodo più difficile perché devi cambiare mentalità e testa. La squadra mi ha aiutato molto, i ragazzi che erano con me lo scorso anno si sono posti in maniera molto intelligente nei miei confronti. Il fatto di conoscere ambiente e società mi ha facilitato tantissimo il compito e oggi sono molto più tranquillo".

I valori assoluti alla ripresa potrebbero cambiare?
"Sì, inizia un nuovo campionato, è qualcosa che nella storia non è mai successo prima. Ora però hanno tutti un mesetto abbondante per riprendere, ma sicuramente, togliendo il Benevento che quest'anno ha fatto un altro sport e andrà in Serie A, ci saranno sorprese e tutte potranno giocarsi le proprie carte".

L'andamento altalenante che avevate mostrato nell'ultima parte a cosa è dovuto?
"Un calo fisiologico, solo di risultati e non di prestazioni. Il problema è che è stato concentrato, e il periodo sembrava più buio di quanto non fosse. Poi i ragazzi hanno vinto le ultime tre, rispondendo alla grande e venendo fuori dal momento negativo".

In un periodo così fitto state pensando se dovrete giocare altrove e non a Udine?
"Stiamo valutando, perché ci sono tanti impegni sia per noi che l'Udinese. Per il resto poi vi rispedisco al presidente, sarà lui a decidere. Il calendario è fitto, e si pensano tutte le ipotesi immaginabili, anche seguendo i protocolli. Ci sono tante variabili, vanno studiate e ponderate bene. Vi assicuro che sono giorni intensi".

Il poco stacco potrebbe diventare un problema per i calciatori?
"Non saprei, è una situazione surreale per ogni sportivo. Bisogna vedere come reagiscono i ragazzi, e non solo a livello fisico ma anche e soprattutto mentale. Ci sarà poco tempo dalla fine della stagione all'inizio della nuova, ma il mister e i preparatori sono talmente bravi che non credo ci saranno problemi. Casomai quelli ci saranno per chi, come me, dovrà fare la nuova squadra".

Come valutate le scadenze contrattuali?
"Per ora sappiamo che sono nostri, ma aspettiamo direttive dalla Federazione che ci dicano come gestire contratti in scadenza, i prestiti... Noi di questi ultimi ne abbiamo qualcuno più due scadenze, anche se non penso che ci siano problemi nei rapporti. Conosco i giocatori, dal nostro punto di vista non credo avremo alcun problema, c'è una gestione tranquilla, diretta e snella. Basti pensare che da noi hanno rinunciato allo stipendio di aprile... Giusto però che siano tranquilli loro in primis oltre a noi come società".

Chi vede meglio tra Juventus e Lazio dopo questo stop?
"Io la Lazio la vedo bene, molto. Si è creato una giusta alchimia tra le parti, ed è una seria pretendente per vincere lo Scudetto. Non so la Juve come reagirà, in breve avrà la Champions e tra infortuni e Coronavirus ha avuto molti casi al suo interno. Di sicuro, da fuori, la sosta è sembrata avvantaggiare la gestione della Lazio rispetto a quella della Juve. Basta pensare alla questione degli stranieri".

Com'è stata la sua vita nel lockdown? Quale l'aspetto più difficile?
"Manca il campo, il rapporto con i ragazzi, il mister e chiunque lavora nel Pordenone. Ho scoperto la famiglia, sono stati contenti anche loro perché normalmente gli impegni mi portano lontano da casa per tante ore... Ci piace ponderare, e già guardavamo avanti".

La Serie C è in difficoltà. Qual è il grande difetto su cui intervenire?
"Non so come, ma sicuramente si dovrà intervenire. Va fatta una riforma, sono troppe squadre e ci sono mille difficoltà ogni volta. Penso e spero che venga fatto tutto il prima possibile".

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