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Lacrime Letizia: "Benevento, non doveva finire così. Salerno vince grazie ai tifosi"

di Luca Esposito
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

L'ex difensore del Benevento Gaetano Letizia è stato intervistato dalla redazione di TuttoSalernitana e ha parlato di passato, presente e futuro. La voglia di rimettersi in gioco, la speranza di indossare la maglia della Salernitana, l'addio al Benevento dopo anni ad altissimi livelli, una carriera che avrebbe potuto essere ancora più importante viste le qualità tecniche e umane del giocatore. Tanti i temi trattati, a partire dalla sua situazione professionale: "Ho rescisso con il Benevento e sono libero. Aspetto da casa che qualcuno mi chiami. So che è difficile perchè è cambiato tutto, puntano sui giovani e, per noi, esperti, è necessario attendere l'occasione giusta per rimetterci in gioco. Per il momento non ci sono grosse novità, ma non nego che ho fatto una chiacchierata con la Salernitana. Petrachi è stato comunque molto gentile e lo ringrazio. Ero allo stadio per Salernitana-Sampdoria, c'era un pubblico pazzesco. Auguro solo il bene a questa piazza. Ho visto anche la partita contro il Mantova, mi auguro faccia bene ma è dura perchè la B è difficile. Spero vada nella categoria che merita, senza nulla togliere a nessuno".

Manca un giocatore della tua esperienza sulle fasce?

"Gentile lo conosco bene. È un ragazzo che cresce anno dopo anno, ha fisicità ma è sempre un giovane. Sul gol subito c'è stata una disattenzione di tutta la difesa. Sono cose che succedono nelle partite altrimenti nessuno farebbe gol".

Cosa le piace di questa Salernitana?

"Sembra scontato dirlo, ma direi...il dodicesimo uomo. All'Arechi mi sono venuti i brividi, la gente ha avuto la capacità di capire i momenti più delicati ed è stata in grado di prendere per mano la squadra. Nelle difficoltà non c'è stato un solo fischio, nè un momento di sconforto. Nelle due vittorie casalinghe c'è la mano della tifoseria, della piazza che ti spinge e ti trascina. Nei primi 35 minuti in campo c'erano solo gli ospiti, poi è uscita fuori la Salernitana grazie al tifo. In quello stadio è difficile portare punti a casa per chi viene da fuori, non immaginate quanto mi piacerebbe poter scendere in campo all'Arechi da protagonista dopo averlo ammirato tante volte da avversario".

La squadra subisce troppo, bisogna correre ai ripari?

"Non sta a me entrare nel merito, mi sono fatto una idea guardando le partite. Rispetto all'anno scorso ci sono state vendite e partenze importanti. Ho letto che la società ha incassato circa 40 milioni e ne ha spesi un paio, forse si poteva fare qualcosa in più. La squadra è buona, sono arrivati giocatori importanti come Torregrossa. Stojanovic è un grande terzino, si è subito messo in mostra. La squadra c'è ma bisogna lavorare perchè la B è molto difficile".

Di Njoh e della fase difensiva che pensa?

"È un giovane promettente, deve crescere come Gentile. Possono fare bene, mi chiedo solo se la Salernitana può aspettare perchè la piazza è esigente e deve stare nelle primissime posizioni. Sulla fase difensiva, parte prima dagli attaccanti. Se non aiutano diventa difficile, in B si corre molto. Bisogna stare compatti, occorre lavorare, ci sono dei meccanismi. Sono fortemente convinto che la miglior difesa sia l'attacco".

Un ricordo su quel Benevento-Salernitana 1-1 a pochi giorni dal Covid...

"Fu un grandissimo spettacolo, in campo e sugli spalti. Ci fu la sfida a distanza tra Djuric e Coda, in tanti a Salerno dicevano che il loro centravanti fosse più forte e, in effetti, fu lui a sbloccare la partita. Io, invece, ritengo Massimo un bomber straordinario e vedrete che trascinerà la Sampdoria in serie A nonostante una falsa partenza. Tornando a quella serata, ammetto di aver visto la miglior Salernitana da quando ci ho giocato contro. Perdevamo 1-0 e poi segnò Sau nel finale. Avemmo anche l'occasione per vincerla, Improta prese la traversa. Ma loro misero in campo tanta qualità e organizzazione, sarebbe stato bello salire assieme in A. A Salerno poi era sempre bello andare a giocare, un tifo straordinario".

Come sta dopo la fine dell'avventura a Benevento?

"Dico solo grazie al Benevento e alla gente. Soprattutto al presidente Vigorito. Sono stato onorato di giocare per quella piazza, purtroppo alla fine le cose non sono andare come speravamo. Anche quando sei innocente però alcune persone augurano il male. Non tutti, per fortuna. Ma leggere alcuni commenti mi ha ferito come uomo, non lo meritavo per quanto ho dato alla maglia giallorossa. Un club che resterà per sempre nel mio cuore. Ho chiesto al presidente di restare un altro anno per vincere insieme ma ho capito la situazione,: era diventato tutto difficile e mi ha chiesto il favore di andare via. Ho fatto questa scelta proprio per lui. È finita per la gente che mormorava, sono andato via a malincuore. Ho pianto molte volte, ci tenevo molto a quella piazza e ho ancora una ferita aperta".

C'è ancora possibilità di giocare a Salerno?

"Vi dico che partirei da Napoli a piedi per raggiungere Salerno. C'è stata una bella chiacchierata con il direttore sportivo Petrachi, vi assicuro che non c'è nessun problema di tipo economico e che i soldi rappresentano l'ultimo problema. Non posso che ribadire che sarebbe un onore indossare la maglia granata, è una piazza che deve lottare per tornare in serie A".

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