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ESCLUSIVA TMW - Cosenza, Carretta: “Pronto a restare anche in C, ma credo nella salvezza”

di Luca Esposito
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© foto di Andrea Rosito

Nelle ultime stagioni non ha avuto la possibilità di esprimersi ai suoi livelli e di fare la differenza come accaduto in quel di Terni, complice una condizione fisica non sempre ottimale e una collocazione tattica non consona alle sue peculiarità. Classico esterno bravo nell’uno contro uno, ma col vizio del gol, Mirko Carretta si candida per essere uno dei trascinatori del Cosenza nelle ultime dieci giornate di campionato. Qualora si riprendesse potrebbe costituire davvero un valore aggiunto e non a caso il nuovo allenatore Occhiuzzi lo sta motivando a dovere. Del resto quando in rosa hai gente come Asencio, Casasola, Sciaudone, Lazaar e Legittimo sarebbe un delitto non provarci, soprattutto con 30 punti ancora a disposizione e uno staff tecnico che sta trasmettendo entusiasmo e motivazioni. Intervistato dalla redazione di Tuttomercatoweb, il fantasista ha colto l’occasione per lanciare un messaggio alla tifoseria rossoblu confermando la volontà di restare in futuro a prescindere dalla categoria:

Come sta trascorrendo queste settimane così particolari?
“Le giornate le ravviva mia figlia, le trascorro con la mia famiglia e cerchiamo di fare tanti giochi per farla divertire. Non potendo scegliere di casa non ci resta che agire in questo modo. Attualmente mi trovo a Gallipoli, sono riuscito a tornare in tempo e ogni tanto mi godo il mare di Gallipoli…affacciandomi al balcone. Do’ una mano in casa, ma vi confesso che sono negato per la cucina e per le faccende domestiche. Mi divertono i puzzle, la bambina mi “costringe” a guardare i cartoni animati e coloriamo insieme. Ora è così, dobbiamo adeguarci”.

Come si vive senza calcio?
“Manca a chi gioca a calcetto con amici una volta a settimana, figuriamoci a chi ne ha fatto una professione. Mi alleno in garage, seguiamo il lavoro del nostro preparatore atletico e c’è una chat in cui cerchiamo di coordinarci nel migliore dei modi. E’ come se fossimo nello spogliatoio, proviamo a tenerci compagnia. Siamo in attesa di comunicazioni da parte della società, la nostra volontà è quella di tornare in campo quanto prima possibile per fare ciò che sappiamo”.

Che Cosenza ritroveremo alla ripresa delle ostilità?
“Ci sono 30 punti a disposizione, è normale che ci sono le possibilità di arrivare alla salvezza anche attraverso i playout. Non c’è nessuna resa da parte del Cosenza, non ci sentiamo spacciati o condannati alla retrocessione. Alla ripresa ci sarà un nuovo campionato, tutti ripartiranno da zero. Secondo me vedrete una squadra molto determinata, convinta di poter tagliare il traguardo. Siamo curiosi, i parametri di riferimento non sono quelli di tre mesi fa e le incognite valgono per ciascuna squadra a prescindere dall’attuale posizione di classifica. La qualità viene sempre fuori, è vero, ma chi può escludere che il Benevento riparta a ritmo basso mentre il Cosenza possa indovinare il filotto?”.

Qual è la soluzione migliore per chiudere la stagione senza imbattersi in ricorsi e proteste?
“Non puoi cristallizzare i campionati e dire al Benevento che non faranno la A, è inammissibile. La stagione deve finire, c’è un campo che deve emettere un verdetto. Si deve ricominciare, ovviamente con le giuste cautele e seguendo alla lettera le indicazioni delle autorità politiche e sportive. Se questo problema sarà ancora così grave, tuttavia, ci metteremo l’anima in pace e si dovrà provare a scontentare meno squadre possibile”.

Cosa non ha funzionato tra lei e Braglia e che pensa dell’addio improvviso di Pillon?
“Sono partito in ritiro con una operazione d’appendicite alle spalle, un problema divenuto cronico che mi ha creato qualche problema inaspettato. Ho giocato veramente con gli antidolorifici sin dalla prima giornata, poi non ce l’ho fatta più. Quanto alla squadra e agli allenatori, è difficile fare un’analisi complessiva dei problemi che abbiamo avuto. Se stiamo là sotto la colpa è di tutti, non solo di Braglia e Pillon. Rispetto la sua scelta di rassegnare le dimissioni, l’ho sentito telefonicamente e si avvertiva la paura per la salute dei familiari. Non credo si sia tirato indietro per motivi di classifica, sono certo abbia detto la verità e ha fatto bene. Non c’era stata la svolta, è vero, i risultati parlano chiaro”.

Quali le responsabilità principali di questo torneo deludente?
“Abbiamo fatto fatica, c’è poco da fare. Non abbiamo mai fatto due risultati utili consecutivi, le responsabilità principali sono dei calciatori. Se gli allenatori vanno via e la musica è la stessa significa che il problema è anche e soprattutto della squadra. Alla ripresa dovremo tirare fuori qualcosa in più”.

Si parla molto bene del nuovo allenatore, è d’accordo?
“Occhiuzzi è un predestinato, quando lo senti parlare di tattica capisci che è un mostro. Gli manca l’esperienza, è chiaro, ma gli aspetta una carriera importante. Oltre alla competenza è anche un uomo che trasmette tanto, ha un comportamento positivo e si fa voler bene. Sono caratteristiche che possono darci una grande mano”.

Come mai un giocatore come lei non riesce a fare la differenza come accadeva a Terni?
“Sono due anni che non riesco a superare la doppia cifra, contrariamente a quanto accadeva in Lega Pro o con la Ternana in B. A Cremona ho giocato in un ruolo non mio, anche a Cosenza i moduli non hanno esaltato le mie caratteristiche. Mi sono adattato nel 3-5-2: non è un alibi, ma non ho avuto la possibilità di esprimermi nella mia posizione. Non ero nelle condizioni di dimostrare il mio valore, faccio fatica a segnare di più perché entro poco nel vivo del gioco. A Terni si creava tanto e quindi la mia media era positiva”.

Come vede il suo futuro?
“Ho un altro anno di contratto col Cosenza, una realtà che non merita di retrocedere. Rimarrei volentieri con tutto il cuore anche nella malaugurata ipotesi di una retrocessione, a patto che la società lo voglia. Ma il mio unico pensiero è preservare la B con questa maglia”.

Che rapporto ha con i compagi di squadra?
“Ho legato con Legittimo, Schiavi e Corsi, il nostro uomo spogliatoio. Bruccini è il più silenzioso: in campo non si tira mai indietro, ma nello spogliatoio è molto riservato. Ricordo quando scelse legittimamente di rimanere a casa prima della partita di Verona, temevano di aver contratto il virus e mostrarono rispetto per loro stessi, per i compagni e per la famiglia”.

Condivide i tanti complimenti degli addetti ai lavori al direttore sportivo?
“Trinchera è una persona molto competente, basti vedere cosa ha fatto negli ultimi 4 anni col Francavilla e con il Cosenza. Quest’anno non è ancora finito, dovesse arrivare la salvezza potremmo parlare di un percorso eccellente. Non farebbe fatica a trovare squadra”.

Un messaggio ai tifosi...
“Spero che stiano bene, la salute è la prima cosa. Li saluto con affetto, sarebbe bello rivederci presto nel nostro stadio per festeggiare la salvezza”.

© Riproduzione riservata
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