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Ds Ascoli: "Rinvio torneo idoneo per situazione medica, ma non ero contrario a giocare"

di Claudia Marrone
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© foto di Ufficio Stampa Ascoli Calcio

Prima del rompete le righe anticipato per le festività natalizie, in casa Ascoli, ai microfoni ufficiali del club, ha parlato il Ds Marco Valentini, soffermandosi innanzitutto sul rinvio delle prossime due partite, che ha portato allo slittamento del torneo: "E’ un rinvio idoneo per la situazione medico-pandemica, ma per quello che riguarda la squadra non ero contrario a giocare, anzi, dopo due sconfitte, due sberle, questa settimana c’erano gran voglia di riscatto e di ripartire. Il Covid da noi? A oggi abbiamo un calciatore ancora positivo. Nelle settimane scorse siamo stati coinvolti maggiormente, io personalmente sono stato fuori 12 giorni. La sofferenza maggiore è stata quella di dovermi allontanare dalla squadra – fin dall’inizio si era stabilita una forte connessione con staff, Mister e ragazzi – e di non poter essere al fianco del gruppo nelle ultime due settimane in cui sono arrivate le due sconfitte”.

E a tal proposito: “In queste due gare abbiamo fornito due prestazioni in cui non eravamo ben connessi e con la spina attaccata, ho visto una squadra non concentratissima. E questo è un problema, la nostra squadra deve essere sempre sul pezzo, agguerrita, motivata, in questo campionato se perdi queste caratteristiche finisci per accusare il colpo, nessuno ti regala nulla. Cittadella e Cremonese sono due avversari solidi, basti guardare i cinque cambi effettuati dalla Cremonese. Poi ci sono stati episodi singoli che hanno condizionato entrambe le gare. Quando siamo al top a livello mentale e fisico diamo fastidio a chiunque. Questo è un campionato molto livellato”.

A ogni modo, il bilancio globale è positivo: “Non ero presente in estate quando sono stati stilati i programmi, ma quando sono subentrato sono stato ovviamente aggiornato sulle richieste. Si richiedeva un campionato tranquillo, non di sofferenza, come accaduto negli anni precedenti, quindi ritengo che 26 punti – e manca ancora una partita alla fine del girone di andata – siano un bottino più che sufficiente. E’ ovvio che, essendo agganciati al carro della zona playoff, l’appetito vien mangiando. Credo che abbiamo le possibilità per stare in quella zona di classifica e faremo di tutto per restarci. Sulla carta ci sono squadre che hanno ambizioni e budget diversi, ma noi siamo l’Ascoli Calcio, sappiamo la storia e la tradizione che abbiamo, l’ambizione che hanno la proprietà, il sottoscritto, l’allenatore e i giocatori”.

Spazio poi al calciomercato invernale: “Abbiamo le idee chiare sulle potenzialità della squadra e su come migliorarla. Dovevamo attendere un periodo di qualche mese per consentire la crescita di rendimento di quei calciatori che non avevano fatto il ritiro o avevano avuto qualche problema fisico. In precedenza avevamo parlato di reparti, ma non di nomi, numericamente dobbiamo rispettare il discorso delle liste, quindi dovremo fare delle uscite. Pensiamo di doverci rinforzare nelle alternative da fornire al Mister a partita in corso. Pensiamo in linea di massima a giovani e questo non significa indebolirsi. In questa categoria i giovani giusti rinforzano la squadra portando motivazione e voglia di arrivare. I tempi non siamo noi a dettarli, non so se qualcuno arriverà alla ripresa della preparazione – ci sto lavorando- un paio di operazioni cercheremo di farle il prima possibile, ma, dato che abbiamo una rosa competitiva, per le altre operazioni potremo poi aspettare qualche giorno”. Non solo entrate, ma anche possibili uscite: "Sabiri e Saric? Nella nostra idea non è presa in considerazione la possibilità di venderli, poi sono nel calcio da tanto e so che nel mercato può succedere di tutto. Questo discorso non riguarda Sabiri e Saric, ma tutti. Non si possono fare promesse, di sicuro non sono sul mercato, se poi arriveranno offerte tali da farci riflettere, vediamo. Sono dell’idea che si debba valutare tutto, ma questo non significa nulla. Fermo restando che non sono sul mercato”.

Conclude: “Gli stranieri hanno bisogno di un periodo di ambientamento, quindi rischiare di prendere uno straniero, anche forte, significa non rinforzarci nell’immediato, ma trovarcelo pronto l’anno prossimo. Tendenzialmente, se possibile, vorrei restare all’interno del nostro mercato per le operazioni principali. Il segreto è la programmazione, ho uno staff di osservatori e stiamo lavorando sodo, abbiamo fatto un programma finalizzato al mercato di gennaio e un altro legato al mercato estivo”.

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