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Brescia retrocesso in Serie C: il disastro nasce in panchina. Cellino e il suo caos allenatori

di Claudia Marrone
Fonte Luca Bargellini
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Pep Clotet, Alfredo Aglietti, di nuovo Clotet, Davide Possanzini e, infine, Daniele Gastaldello. È stata questa la cronistoria della panchina del Brescia nella stagione che ha portato al clamoroso ritorno delle Rondinelle in Serie C dopo 38 anni dall'ultima volta in terza serie.

Una debacle, quella della società di Massimo Cellino che affonda in maniera evidente le proprie radici nel caos avvenuto al timone della squadra. Anche perché l'avvio del campionato con Pep Clotet in panchina era stato tutt'altro che negativo dato che nelle prime sei giornate sono arrivate ben 5 vittorie. Poi, però, dal 6-2 incassato in quel di Bari qualcosa si è evidentemente rotto, tanto che nei successivi sei mesi di vittorie, a prescindere dal tecnico ne è arrivata una sola, con 10 pareggi e 13 sconfitte. Il Clotet bis è stato, infatti, un palese tentativo figlio più per il malcontento per le due settimane della gestione Aglietti che per reale convinzione. Possanzini, invece, è stato l'azzardo figlio di una situazione chiaramente disperata.

Daniele Gastaldello, invece, è riuscito, grazie anche ad una maggiore conoscenza dell'universo della prima squadra bresciana, a cambiare, almeno parzialmente, rotta. Tanto che nelle sue 13 gare da primo allenatore sono arrivati undici risultati utili a riprova che il materiale tecnico per fare una stagione differente c'era.

Oramai, purtroppo, la frittata è fatta. E anche quanto di buono c'era non conta più. La realtà è un'altra e si chiama Serie C.
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