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Romulo: "Il gol nel derby Verona-Vicenza il più importante della carriera: ci ha fatto salire dalla B alla A. Sogno la Nazionale e l'Inter"

di Christian Pravatà
per Tuttob.com
Daniele Buffa/Image Sport
Daniele Buffa/Image Sport

Il centrocampista del Brescia Rómulo si è raccontato a trecentosessanta gradi in una lunga intervista sul canale Instagram del noto giornalista Nicolò Schira. Queste le principali dichiarazioni del calciatore italo-brasiliano.

BRASILE- “Ho iniziato a giocare a tre anni. La mia prima scuola calcio a Pelotas a 6 anni, a 13 invece entrai in un club professionistico e lasciai la famiglia trasferendomi a 200 chilometri di distanza. Ho rinunciato a parte della mia infanzia per inseguire il sogno del calcio. Dopodiché sono passato alla Juventude: il debutto l’ho fatto al Metropolitano poi con la Chapecoense arrivo secondo nel campionato regionale. Vado al Sant’Andrè faccio molto bene e mi acquista il Cruzeiro, uno dei club più importanti del Brasile con 8 milioni di tifosi. Facciamo una grande annata arrivando secondi dietro la Fluminense di Fred nel Brasilerao e in semifinale di Copa Libertadores. Faccio 4 mesi all’Atletico Paranaense e poi volo in Italia alla Fiorentina”. 

CORVINO - “Devo tanto al direttore che mi voleva già da anni. Fin da prima che andassi al Cruzeiro. Mi aveva visto in una vhs e gli ero piaciuto molto. Dopo mesi di trattativa nel 2011 mi acquista e porta in Serie A. Ha sempre creduto tanto in me”.

MIHAJLOVIC - “È stato il mio primo allenatore italiano. Se faccio il centrocampista da 10 anni in Italia il merito è suo, mi ha cambiato ruolo visto che in Brasile facevo il terzino. In Italia però spingevo tanto e non difendevo molto, grazie a Siniša ho trovato una nuova collocazione in campo. Firenze ho imparato tanto, qua in Italia è diverso, c'è tanta tattica. Non conoscevo la lingua e non capivo nulla, è stato difficile. Per fortuna ho trovato Mihajlovic”. 

GOL ALL’INTER - “Mi ricordo il primo gol, a San Siro, su assist di Pizarro contro l’Inter, di testa. Fun una grande soddisfazione”.

DELIO ROSSI - “Dopo 4-5 mesi con Mihajlović è arrivato Delio Rossi... Mamma mia, ho gli incubi ancora oggi quando sento parlare di lui, non mi faceva giocare mai. Menomale che l’anno dopo è arrivato Montella e abbiamo fatto veramente bene, arrivando quarti e sfiorando la Champions. Una stagione fantastica. Il terzo anno a Firenze Montella aveva chiesto un sacco di giocatori, io volevo giocare ma avevo poco spazio, e quindi ho scelto il Verona, visto che Sean Sogliano mi voleva fortemente”.

VERONA - “Sono innamorato di Verona, una città bellissima tanto che ho comprato casa e vivo lì. Il primo anno fu fantastico: c’era un grande bomber come Luca Toni, un talento come Iturbe e un grande giocatore come Jorginho. Sfiorammo l’Europa League, togliendoci tante soddisfazioni”.

MANDORLINI- “Avevamo un grande rapporto, mi lasciava molto libero tatticamente. La sua esplosione la devo a lui. Nel suo 4-3-3 mi sono trovato a meraviglia. Poi mi dava tanti consigli, lo ringrazio pubblicamente”.

JORGINHO- “A Verona era un ragazzino, ma si vedeva già che sarebbe diventato straordinario. La sua qualità? Legge prima di tutti l’azione, prevede ogni giocata”.

ITURBE - “Calcisticamente parlando uno dei più forti mai visti. Un po’ un talento sprecato, perché di testa ogni tanto staccava la spina. Gli piaceva ballare e bisognava starli dietro. Peccato perché gli ho visto fare cose da fuoriclasse”.

KEAN - “Può diventare il bomber della Nazionale nei prossimi anni. Ha grandissime qualità, ha solo bisogno di giocare”.

CASSANO - “Secondo me quando ha visto che il livello della rosa del Verona non era altissimo ha preferito smettere. Peccato perché era un fenomeno e sarebbe stato bello giocare insieme a lui. Una simpatica clamorosa: ti faceva ammazzare dalle risate”.

JUVENTUS - “Già 6 mesi prima del mio passaggio in bianconero la Juve mi voleva, in particolare Antonio Conte. Io ero molto stimolato da questa: Marotta e Paratici mi seguivano, ma la presenza di Conte è stata decisiva. Un allenatore fantastico che riesce a tirare fuori il massimo dai suoi giocatori. Dopo sei mesi di trattativa vado alla Juve nell’estate 2014, ma invece di Conte trovo Allegri...”.

ALLEGRI - “Ho avuto un ottimo rapporto con lui, anche se mi è sempre rimasto il rimpianto di non essere allenato da Conte visto che mi aveva voluto fortemente”. 

NAZIONALE - “È il mio grande rimpianto. Prandelli mi stava seguendo da tempo e saputo che avevo il doppio passaporto mi convoca in Nazionale per uno stage a marzo a pochi mesi dal Mondiale in Brasile. Tra noi si crea subito un ottimo rapporto e mi seleziona per i 30 pre-convocati a maggio per il Mondiale. Ero al settimo cielo, la Coppa del Mondo è il sogno di ogni bambino. Quando lessi il mio nome tra i convocati abbracciai forte Pamela e scoppiammo in lacrime di commozione. Il giorno prima della lista dei 23 Prandelli mi dice che sarei andato al Mondiale, ma purtroppo da giorni avevo dolori fortissimi a causa della pubalgia e gli dico che non stavo bene e di convocare qualcuno altro. Sono stato onesto, dicendo la verità in lacrime e rinunciando al sogno di una vita. Spero sempre di avere una occasione in azzurro, anche se è dura”.

INFORTUNI - “Fu un incubo. Sono stato fermo praticamente due anni. Mi sono sottoposto a 5-6 operazioni e ho temuto di non poter più tornare a giocare. Questi problemi fisici hanno compromesso la mia avventura alla Juve, dove ho giocato poco. Peccato perché ero arrivato in un club straordinario con tantissimi campioni. Abbiamo vinto scudetto e Coppa Italia. Avremmo vinto anche la Champions se non avessimo trovato in finale il Barça dei marziani: Messi-Suarez-Neymar che ci hanno sconfitto in finale”.

COMPAGNO PIÙ FORTE - “Nella Juve c’erano campioni straordinari. Pirlo è incredibile, con uno stop dribbla due/tre avversari. Una classe e una visione di gioco incredibile. Uno spettacolo vederlo giocare, soprattutto in allenamento faceva cose incredibili. Poi dico Paul Pogba per età e talento può diventare il numero uno al mondo”.

POGBA - “Sarebbe bello rivederlo in Italia. So che è molto legato alla Juve. La multa? Prima di Sassuolo-Juve stava ascoltando la musica a tutto volume nelle cuffie e Allegri si arrabbiò tantissimo. Che multa che gli diede...”.

RINASCITA - “Torno a Verona e dopo un altro anno di calvario riesco a guarire. Una volta tornato in campo il Verona retrocede in B. Avevo offerte importanti, ma non me la sono sentita di lasciare l’Hellas in un momento difficoltà. Sentivo un debito di riconoscenza verso la piazza”.

NAPOLI - “Nel 2016 mi volevano, avevo la loro offerta e quella dell’Olympique Marsiglia ma non me la sono sentita di abbandonare il Verona dopo la retrocessione”. 

DIFENSORE PIÙ TOSTO - “Koulibaly. Fenomenale in tutto”.

GENOA - “Setti aveva deciso di investire meno e non mi ha fatto nessuna proposta per rinnovare, così vado al Genoa. Una tifoseria pazzesca e un pubblico splendido. Il problema è che hanno un presidente un po’ diverso: un giorno gli piace un giocatore e lo paga 10 milioni, tre giorni dopo lo mette fuori rosa. È un ambiente difficile per questo motivo, ecco perché fanno fatica”.

PIATEK- “Fortissimo, un grande goleador. Il vero Pistolero è quello che abbiamo visto al Genoa. Al Milan era partito fortissimo e meritava fiducia. Negli ultimi anni tutti i centravanti hanno fatto fatica al Milan. Sotto porta è devastante. Trova il gol con una facilità incredibile: fortissimo di testa e calcia benissimo con entrambi i piedi, tatticamente molto intelligente. Sono convinto tornerà a segnare tanto in Bundesliga”. 

LAZIO - “Sei mesi bellissimi. Abbiamo vinto la Coppa Italia ed è stata una soddisfazione incredibile. Un grande percorso: abbiamo eliminato Inter e Milan a San Siro e poi battuto l’Atalanta. Mi sono trovato benissimo a Roma e sarei rimasto a lungo. Una famiglia quella laziale, il mio addio? Dovete chiedere a Tare il motivo della sua scelta. Auguro alla Lazio di vincere lo scudetto, hanno un gruppo fantastico di giocatori fortissimi che Lotito è riuscito a trattenere nonostante le offerte. Giocano a memoria. Io tifo per loro, ho l’Aquila sul petto...”.

SIMONE INZAGHI - “Un tecnico molto maturo, super preparato. Molto molto bravo, è uno dei segreti della Lazio da scudetto”. 

MILINKOVIC SAVIC - “Assomiglia tantissimo a Pogba. Non so se sia più forte Sergej, sono entrambi molto forti. Milinkovic ha vinto alcuni trofei con la Lazio, ma Paul ha vinto tanto con la Juventus. Sergej è uno dei giocatori più forti che abbia mai visto giocare”.

IMMOBILE- “Fortissimo. Ciro è un attaccante completo. Sta facendo cose straordinarie, spero possa battere il record di gol di Higuain”.

LUIZ FELIPE - “È uno dei difensori più forti della Serie A, non a caso piace a Barcellona a Bayern Monaco. Sono convinto che presto diventerà un punto fermo della nazionale di Tite”.

BRESCIA - “Ho deciso di lasciare il Genoa e ho scelto il Brescia, che mi voleva fortemente. Cellino e un presidente molto ambizioso, c’era una tifoseria calda e appassionata. Un bel progetto che ho sposato subito”. 

TONALI - “Diventerà uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Ha una grande personalità e maturità: per me è già pronto per i palcoscenici più importanti. Ci sono tanti giovani forti a Brescia: penso anche a Papetti e Cistana. Papetti è un 2002 che gioca come un veterano, ha debuttato da titolare in A dopo una sola settimana di allenamenti con noi”.

BALOTELLI- “Mario non è affatto permaloso, non fa il fenomeno come lo descrivono. Anzi ha il cuore d’oro, un ragazzo dolcissimo e simpaticissimo. Sono felice di averlo in squadra con me. Spero possa tornare a grandi livelli, perché se lo merita”. 

HOBBY - “Sto imparando a suonare il pianoforte. Amo le canzoni brasiliane e poi mi diverto a cucinare con mia moglie Pamela. Specialità? Risotto zucca e liquirizia. Devastante, veramente buono. Se venite a cena da me, mangerete molto bene. Ogni tanto poi ballo con Pamela mentre fa zumba a ritmo di reggeton”.

GIOCATORE CON CUI VORRESTI GIOCARE? “Neymar, il più forte di sempre nell’uno contro uno. Potevamo essere compagni al Santos...”.

POST CARRIERA- “Ho già patentino Uefa B per fare l’allenatore, ma prima vogliono continuare a giocare qualche anno”.

TEVEZ - “Giocatore formidabile. In Juve-Parma 7-0 fece un gol clamoroso. Non credevo ai miei occhi. Carlitos in allenamento sembra svogliato, a volte guarda nel vuoto. Poi all’improvviso si accende e diventa immarcabile”.

FANTACALCIO- “Tantisisimi ragazzi mi tempestano di messsggi. Ro-ro-Rómulo: il video con gli Autogol mi ha fatto diventare un beniamino di tanti fantallenatori”.

LUIS ALBERTO - “Ha una visione di gioco incredibile. Si allena tantissimo, è perfezionista: mette il pallone dove vuole”.

CRISCITO - “Mimmo ama la città e la squadra. È tifoso genoano, piangeva a gennaio perché non voleva andare alla Fiorentina. Un grande ragazzo: ogni tanto ci scriviamo. Un vero capitano”.

TOP 11 EX COMPAGNI- “Prendo come allenatore Antonio Conte perciò giochiamo con il suo 3-5-2. In difesa blocco Juve: Gigi Buffon in porta e la BBC: Barzagli-Bonucci-Chiellini. Esterni io a destra ed Evrá a sinistra. Pirlo in cabina di regia affiancato da Milinkovic Savic e Pogba. Davanti Ciro Immobile e Mario Balotelli. Magari saranno la coppia dell’Italia a Euro 2021”.

INTER - "A gennaio c'è stata una trattativa con l'Inter. Cercavano un centrocampista e sia Conte sia Marotta mi conoscevano bene: erano stati loro a volermi alla Juve nel 2014. Ti svelo un aneddoto: il mio più grande rimpianto è stato quello di non essere mai stato allenato da Antonio Conte, che ritengo il miglior allenatore al mondo. È bravissimo tatticamente e sa far rendere tutti i calciatori al meglio delle proprie possibilità, tirando fuori il massimo. Avevo scelto la Juve soprattutto per la sua presenza, poi dopo due giorni nel pre-campionato andò via...Il mio agente Pastorello è in contatto con l'Inter e io sono in scadenza di contratto a giugno. Ho sfiorato due volte la possibilità di lavorare con Conte. Chissà che le nostre strade non possano incrociarsi di nuovo. In estate? Sono in scadenza col Brescia, non posso negare che mi piacerebbe tornare in un grande club e lavorare con Antonio Conte. Vedremo, come si dice in questi casi: mai dire mai...(sorride, ndr)".

GOL PIÙ IMPORTANTE- "Scelgo quello al novantacinquesimo nel derby Verona-Vicenza. A cinque minuti dalla fine stavamo perdendo 2-1. Al novantesimo faccio l'assist a Bessa per il pareggio e poi trovo il gol che è valso la promozione in A".


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