Una Juventus lenta e senza idee stecca alla seconda: solo 0-0 a Marassi con la Sampdoria
Sampdoria-Juventus 0-0 è un racconto già visto: la Juventus, senza giocatori capaci d'accenderla in un momento, senza Di Maria oggi come Dybala in passato, non arriva dalle parti del portiere avversario. I centrocampisti, Rabiot e McKennie, non accompagnano l'azione. Locatelli in regia c'è ma fatica a trovare verticali e i soli tre palloni toccati da Vlahovic nei primi quarantacinque minuti lo confermano. I cross di Kostic ci sono ma non bastano, Cuadrado al quindicesimo si mangia un gol per egoismo e per troppa confidenza ma i suoi uno contro uno non sortiscono troppi effetti. Anche perché l'azione è lenta, prevedibile, macchinosa: la Sampdoria gioca col falso nueve, Caputo, ma i piedi di Sabiri inventano calcio che è un piacere. I blucerchiati lasciano la manovra ai due centrali, Bremer e Rugani, che non azzardano mai. Così nei primi 45' chi sfiora il gol sono i padroni di casa: imbucata di Sabiri, buca di Bremer, Perin è super su Leris a mandar la palla sulla traversa.
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Kostic, cross nel deserto
Nella ripresa fuori Alex Sandro, il fatto che non brilli non è una novità: dentro De Sciglio, la Juve però continua a non trovare il pallino del gioco perché Vlahovic è solo in area e Colley fa buona guardia tanto da scontrarsi due volte e vincere gli impatti fisici col serbo. Locatelli, ammonito nel primo tempo, rischia tanto per un intervento su Bereszinskyi nella ripresa intorno al cinquantacinquesimo. Abisso lo grazia. Allegri toglie McKennie e mette dentro Miretti, la mediana della Juve cambia passo mentre per la Samp è girandola di cambi. I blucerchiati però vanno in difficoltà fisica, la Juventus cresce. Al 77' Allegri teoricamente mette dentro Kean al posto di Cuadrado, sperano i più, per riempire l'area: invece va da esterno destro, così Kostic continua a crossare nel deserto. Dentro pure Rovella per Locatelli ma lo spartito resta lo stesso e gli acuti nel finale, Quagliarella prima e Kostic poi, sono squilli nel deserto.