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Un anno di casi, la via crucis del Milan: dal TAS alla multa di Bakayoko

di Andrea Losapio
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Dopo la gestione di Li Yonghong sembrava difficile che il Milan potesse andare ancora peggio. Però, a quasi un anno dall'arrivo della gestione Elliott, sono più i casi che affliggono i rossoneri che non i momenti di relativa tranquillità, con una serenità che non sembra essere più di casa a Milanello.

L'ESCLUSIONE DALLA COPPA E IL TAS
A inizio luglio, in principio di stagione, il Milan è fuori dall'Europa League, non ha una certezza societaria e i tifosi sono sul piede di guerra con i dirigenti. La UEFA ha già preso una decisione, mentre il TAS si prende del tempo per pronunciarsi e capire chi sarà il proprietario rossonero. Così, il 10 di luglio, il Milan passa di mano e va a Elliott, fondo di investimenti con una capacità economica molto alta. Debiti azzerati con 170,5 milioni di euro di investimenti, mentre il TAS dà ragione e concede la qualificazione ai gironi. Sembrerebbe una vittoria.

LO SCAMBIO CALDARA-BONUCCI
Leonardo Bonucci non si trova più bene a Milano e per questo chiede la cessione, di tornare alla Juventus. Una situazione che si sviluppa velocemente e parallelamente a un altro acquisto, cioè quello di Gonzalo Higuain - di cui parleremo più avanti - oltre all'approdo di Mattia Caldara, sostituto naturale dello stopper della Juventus. A Torino sanno che Caldara ha qualche problema alla schiena, di non semplice risoluzione, quindi preferiscono l'usato sicuro. E l'ex Atalanta? Una partita con il Dudelange, l'altra con la Lazio in Coppa Italia (una settimana fa) e stop. Un po' poco per i 35 milioni di euro pagati.

IL LICENZIAMENTO DI FASSONE
A fine luglio, contestualmente alla nomina di Scaroni nuovo presidente, viene allontanato anche l'amministratore delegato che, però, aveva ancora un lunghissimo contratto (che secondo il CorSport si sarebbe auto-rinnovato per blindarsi) ma che viene rimosso mettendo in ballo la giusta causa e per evitare una buonuscita milionaria. Fassone però poi fa causa al Milan perché l'allontanamento sarebbe stato ritorsivo, con motivi inesistenti. L'accordo fra le parti per ora non c'è.

BAKAYOKO NON SA STOPPARE
Nonostante sia stato pagato 40 milioni di euro dal Chelsea - e percepisca 3,5 milioni netti a stagione - Tiemoué Bakayoko, per Gattuso, non sa stoppare un pallone. E lo dice a favore di telecamere. “Bakayoko deve imparare a ricevere palla, si deve mettere in modo corretto a livello di postura. Ci stiamo lavorando, non sarà semplice. Non basta una settimana per togliere i difetti ai giocatori, anche per questo motivo ho preferito partire con quelli della vecchia gestione”, questo il virgolettato dopo la sconfitta nel match inaugurale contro il Napoli.

LA CONTESTAZIONE POST DERBY
L'inizio della stagione non è straordinario, perché arrivano due sconfitte e tre pareggi in otto partite, con il Milan che è dodicesimo dopo la sconfitta contro l'Inter. Incominciano i primi scricchiolii per Gattuso, con la panchina che scotta e la prima mini contestazione da parte dei tifosi. Arrivano anche le prime bordate di Salvini, tutt'altro che tenero in questi mesi con l'allenatore: "I cambi li ha estratti al lotto?". Così servirebbe un filotto per evitare ulteriori provvedimenti e questo arriva contro Sampdoria, Genoa e Udinese, portando la squadra al quinto posto prima e dopo la sconfitta contro la Juventus. In Europa League ci sono i primi problemi.

HIGUAIN CONTRO LA JUVENTUS
Il miglior attaccante dei tempi recenti del Milan si dimostra particolarmente indisponente verso i propri compagni già dalle prime partite. Gonzalo non è abituato a giocare tra mille difficoltà e, soprattutto, palloni che non arrivano. C'è un momento però decisivo nella sua esperienza al Milan: al quarantunesimo, contro la Juventus, può pareggiare l'iniziale vantaggio di Mandzukic. Però Szczesny lo ipnotizza, lasciandolo per il resto della partita ai margini. Alla fine viene espulso - con conseguente sceneggiata all'arbitro - e squalificato. Leonardo lo rimprovera e i due rischiano la rissa, venendo a contatto fisicamente. Il resto è storia nota, con il Pipita fuori dalla finale di Supercoppa Italiana, poi ceduto al Chelsea senza remore.

GATTUSO SENZA ALTERNATIVE
A dicembre altra grave, gravissima crisi per l'allenatore milanista. I rossoneri escono in maniera delittuosa contro l'Olympiacos, in Europa League, e volano parole grosse anche nei confronti di Leonardo. La sconfitta contro la Fiorentina sembra il canto del cigno per Gattuso che, però, sopravvive anche al Frosinone, un pareggio. Quasi incredibile, ma la realtà è che non ci sono alternative: Conte, il primo nome, ha detto di no al Real Madrid per prenderlo in corsa. Wenger vuole delle rassicurazioni economiche, Lupi in Primavera viene sostituito presto da Giunti. Donadoni e Guidolin potrebbero essere i traghettatori, ma non convincono fino in fondo. Passano i giorni e Gattuso vince contro la SPAL, salvandosi.

KESSIE VS BIGLIA
Come un anno prima, il periodo invernale fa bene, benissimo al tecnico rossonero. Due a zero contro il Genoa a rientro, pur senza Higuain. Arrivo di Piatek e pareggi in due gare molto difficili come Roma e Napoli, poi un bel filotto di vittorie. Certo, verrebbe da eccepire che solo l'Atalanta sia un avversario davvero complicato - e che fino all'1-1 del polacco la gara sembrava davvero squilibrata in favore dei nerazzurri - ma il Milan corre e vince anche in Coppa Italia, con il Napoli, tenendo botta nell'andata contro la Lazio. Questo fino al derby, perso malamente contro l'Inter: al momento del cambio Biglia e Kessie battibeccano e, a favore di telecamere, rischiano di andare alle mani. Risultato? Biglia titolare la partita successiva, ivoriano multato del doppio rispetto all'argentino ed escluso.

CONTRO ACERBI
Le bravate di Kessie, scottato comunque da multa ed esclusione, non finiscono qui. Perché al termine della sfida contro la Lazio, che sembrava uno spareggio Champions e vinta 1-0, è immischiato nella rissa che scaturisce al triplice fischio. Poi, dopo che Bakayoko ha chiesto la maglia ad Acerbi, va a esporla sotto la Curva. Gattuso agisce stavolta da pompiere, spegnendo (o provando a farlo) le polemiche, ma è chiaro che sia un altro mattoncino nel muro delle cose che non vanno.

GATTUSO E PIATEK
Dalla Lazio alla Lazio, fino alla semifinale contro il Milan. I rossoneri lasciano per strada la qualificazione, con una prestazione ai limiti dell'imbarazzante, dopo il pari all'ultimo minuto contro il Parma. Piatek tocca zero palloni e finisce in panchina per la sfida contro il Torino, con Cutrone titolare. C'è stata però un alterco fra l'allenatore e il centravanti polacco, dopo altri piccoli screzi con lo spogliatoio. Addirittura, prima della partita con il Toro, Gattuso dice di non avere una soluzione per il proprio undici. Un'ammissione che sa di sconfitta, tanto che la Roma e l'Atalanta sorpassano il Milan. Come a dicembre, non ci sono alternative e il tecnico rimane al comando della barca.

URLA CON BAKAYOKO
Si arriva quindi al primo maggio, con la tensione nell'allenamento, le urla di Gattuso e la decisione del ritiro anticipato sfruttando un ritardo alla seduta di Bakayoko, con una multa al giocatore maliano. Probabilmente non sarà l'ultima puntata di una telenovela che sta durando da inizio luglio. Una situazione davvero paradossale a pochi giorni dalla partita con il Bologna, tanto che lo spogliatoio aveva dato parere negativo a questa misura.

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