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Udinese, torna a parlare mister Gotti: "Senza De Paul quest'anno potrei cambiare modulo"

di Raimondo De Magistris
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

L'allenatore dell'Udinese Luca Gotti alla ripresa della preparazione ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali del club friulano. Gotti ha iniziato la sua intervista partendo dal modulo, che potrebbe cambiare dopo l'addio di Rodrigo De Paul: "Sappiamo tutti che in qualche modo il 3-5-2 è una tradizione e un marchio di fabbrica dell’Udinese e io ho continuato ad utilizzarlo per valorizzare al meglio un giocatore come De Paul. I calciatori come lui vanno messo in condizione di poter rendere al meglio e secondo me quello è un modulo che si adatta molto alla sue capacità. Ha condizionato in positivo le mie scelte riguardo al sistema di gioco e ho bene in mente quale deve essere il percorso anche se l’idea va perfezionata. Quando avrò il gruppo al completo sarà molto più chiara la strada che ci aspetta.

De Paul? Vederlo giocare con la nazionale argentina mi ha innanzitutto confermato che deve giocare come mezzala e non come trequartista o mediano. In allenamento notavo spesso che tra lui e Stryger Larsen c’era una continua ricerca di un dialogo tecnico di grande valore e da lì abbiamo provato a replicare questi dialoghi anche in campo. Credo però che se avessi De Paul a disposizione in una squadra di fascia alta, lo farei giocare come play. Un allenatore deve cercare di tirare fuori il meglio da tutti e nel contempo deve riuscire ad aggiungere qualcosa a ciascuno di essi, alla fine ne beneficia la squadra ma questa è la missione dell’allenatore.

Walace? È un palleggiatore, gli piace gestire il pallone, tornare indietro e partecipare alla manovra. All’inizio della sua esperienza qui non ero soddisfatto delle sue prestazioni ma quando siamo tornati a giocare dopo il lockdown dell’anno scorso anche lui si è reso conto di non star rendendo al meglio ed è cambiato qualcosa. Da lui mi aspetto comunque molto. Pussetto? La storia ci dice che è un attaccante esterno e nelle sue precedenti esperienze ha giocato quasi sempre in quella posizione, secondo me però può anche fare la prima punta di profondità, sempre dipendentemente dal modo in cui intendi far giocare la squadra.

Palumbo è un ragazzo che ho portato con me da subito. La prima volta che l’ho visto giocare negli allievi è stata anche la sua ultima perché da lì me lo sono portato in prima squadra. Si vede che ha grandi qualità e sta facendo il suo percorso. Lo scorso anno è stato sfortunato con tanti infortuni, con lui abbiamo fatto un lavoro di preparazione fisica importante, anche se rimane il fatto che ha giocato poco. Al momento stiamo valutando le possibilità: potremmo mandarlo altrove per accumulare minuti oppure fargli completare il percorso di crescita qua con noi. Tutti teniamo molto a lui e ci stiamo ragionando con grande attenzione.

Nel primo anno in cui ho avuto la possibilità di allenare l’Udinese, qua si giocava con 5 uomini difensivi e 2 punte. Lo scorso anno le cose sono andate in maniera diversa, ho cercato di volta in volta le soluzioni più adatte a trovare l’equilibrio, sempre cercando di schierare il maggior numero di giocatori offensivi che potessi permettermi. Non è mia intenzione fare barricate o farcire la squadra di giocatori difensivi, tutt’altro. Critiche sul finale di stagione? Ci sono i ragionamenti da giornalista, quelli da tifoso e quelli da allenatore, è naturale che i primi due non danno una valutazione positiva delle ultime 10 gare perché guardando solo i punti può sembrare un disastro ma da allenatore non posso cambiare la mia valutazione sulla squadra per questo. Sia contro la Juventus che contro il Bologna abbiamo fatto delle buone prestazioni aldilà del risultato, mentre diciamo che nelle ultime tre di campionato forse avremmo potuto fare meglio, tutto ciò però non può influenzare le valutazioni sulla rosa".

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