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TMW RADIO - Santacroce: "Vi racconto la mia nuova vita da agente. Gattuso, fai come Pioli!"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Fabiano Santacroce intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex difensore Fabiano Santacroce è intervenuto in diretta su TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Sì, ho appeso le scarpe al chiodo: ho smesso perché iniziavo a divertirmi meno, e quando è così, per come sono fatto io, preferisco dedicarmi ad altre cose".

L'orizzonte è già chiaro?
"Ho iniziato una gestione di giovani calciatori, vorrei portare un po' di sana mentalità nel calcio, una cosa che si va perdendo. Sto aiutando ragazzi, soprattutto napoletani ma non solo, a realizzare i loro sogni con le mie conoscenze calcistiche".

Ha metabolizzato l'addio?
"La grossa delusione l'avevo avuta dopo il fallimento del Parma, stavo per smettere e infatti sono rimasto fermo un anno. Poi ci ho riprovato, ma in un calcio così cambiato non trovavo più la voglia".

Quale partita si porta dietro con più affetto?
"Sicuramente i primi esordi col Brescia, feci una partita pazzesca col Milan di Ancelotti. Avevo 18-19 anni... Una delle più belle. Ma anche con l'Inter, quella di Mourinho, che battemmo 1-0. Ho avuto la fortuna di scontrarmi con grandi avversari".

Quale avversario per fortuna non ritrova più?
"Crespo. Per fortuna poi ha smesso, ma in un Napoli-Inter è entrato ed è stata veramente difficile. Movimenti pazzeschi, ho passato mezz'ora a corrergli dietro a vuoto. Con gli altri me la sono cavata".

Com'è la sua giornata da agente?
"Nel mio vissuto ho capito che ci si può sentire molto soli per diventare calciatori, nonostante le cose belle. Ti trovi senza le amicizie che hanno gli altri, io ho lasciato casa a 14 anni e anche nei momenti più belli mi ritrovavo comunque a stare da solo ed avere tanti pensieri. Non è facile... Infatti sento i ragazzi tutti i giorni, se hanno qualche problema provo a risolverlo anche solo con una chiacchierata o con una battuta. Cerco di dare una mano in questo".

A Napoli c'è la sensazione che ci sia un bel potenziale inespresso...
"Hai centrato il punto, il progetto è nato da quello. In giro a Napoli si vedono ragazzi che giocano per strada ed è da lì che può nascere il ragazzo che nasce quel qualcosa in più: non ti nego che al nord è più difficile trovarlo. Il brutto però è che vai a parlare con genitori che pensano tutti di avere Maradona come figli: ci sono una serie di passaggi per diventare un top però. Nello spostamento di giovani poi girano soldi, e ci sono persone che preferiscono lucrare piuttosto che vedere arrivare un giovane, dandogli l'occasione giusta al momento in giusto".

Cosa possono aggiungere gli allenatori oggi ai ragazzi?
"Parlo sempre di lui perché è quello che ho avuto nelle giovanili, ed è stata la mia fortuna averne incontrati tanti come lui: Borgonovo mi ha insegnato che l'impegno e la passione non bastano, bisogna avere allegria nell'allenarsi. Si impegnava al massimo eh, ma rideva: questa è la cosa che ha caratterizzato sempre la mia carriera. Dopo ogni infortunio e batosta ho sempre ritrovato il sorriso, è la mia forza".

Come lo vede Gattuso?
"Appeso ai risultati. Dovesse centrare in pieno gli obiettivi, non credo che il presidente possa fare troppe mosse. Esternare la situazione al pubblico, conoscendo De Laurentiis, non l'avrà reso felice ma se porta punti la cosa potrà essere accontentata. Un po' come Pioli, che era in discussione continua al Milan ma poi è rimasto e ha costruito una grande squadra ottenendo risultati. Auguro a Ringhio di fare come lui".

Sarà semplice tornare a giocare col pubblico?
"Sì. Perché il pubblico è tutto. Chi gioca a calcio vuole farlo a livelli alti, e non tutti per i soldi ma soprattutto per il brivido di vedere tanta gente che ti esaltano o insultano, è un'emozione veramente unica. Il calcio di adesso non è paragonabile ad uno più normale: ci sono dinamiche che cambieranno, basta pensare a quanti gol si stanno segnando in Serie A. I risultati strani sono perché si sente la mancanza del pubblico".

Che allenatore è Gotti?
"Fortissimo. Già me ne ero reso conto quando faceva il secondo a Donadoni: bravissimo nella fase difensiva, cura ogni particolare e sa far capire ai giocatori cosa vuole. Mi spiace che sia stato un po' sfortunata nel corso dell'annata, gli sono anche mancati gli attaccanti ma l'Udinese è difficilissima da affrontare. Imposta bene le partite, e come persona dieci e lode".

Chi l'ha sorpresa e delusa in questa prima parte di Serie A?
"Sicuramente il Milan, non credevo potessero rimanere in alto per tutto questo tempo: mi immaginavo più scivoloni, soprattutto quando mancava Ibrahimovic. Invece hanno retto benissimo il colpo, hanno un entusiasmo pazzesco e giocano un bel calcio, veloce. Di flop non saprei, ma una delle più papabili è la Fiorentina: mi aspettavo molto, molto di più. Troppi intoppi".

Magari anche Cagliari e Torino...
"Eh sì, pure il Cagliari per quanto hanno speso. Il Torino invece fa tanti avanti e indietro, seppure quest'anno stiano rischiando tanto".

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