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TMW RADIO - Malusci: "Fiorentina, poca resa dagli acquisti. Chiesa? Ora è uno dei tanti"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Alberto Malusci intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex difensore Alberto Malusci è intervenuto in diretta ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervista inizia dalla Fiorentina: "A metà campo se tutti fanno la loro parte, sono messi bene. Manca un vero regista, ma è anche perché gli acquisti presi non stanno rendendo: Pulgar potrebbe essere il play, ma sembra un lontano parente di quello di Bologna. Ieri sera però ho visto un Amrabat su livelli importanti, e la partita con l'Inter mi dà sensazioni positive".

Lei sarebbe per insistere su Vlahovic o andrebbe su uno più pronto?
"Viste le prestazioni, oggi sarebbe facile battezzare Vlahovic ma dobbiamo renderci conto che ha vent'anni: l'ho sostenuto e lo sostengo tuttora, ma ribadisco il mio pensiero, che serva un attaccante pronto così da farlo anche crescere ulteriormente".

Davanti, con i giocatori che ci sono, come si metterebbe?
"Prandelli ha provato varie soluzioni, ultimamente è andato sul 3-4-2-1. Ieri abbiamo visto che Vlahovic insieme a Kouame ha fatto bene, dipende dalle situazioni che l'allenatore vorrà imporre. Le soluzioni ad oggi sarebbero tante, a me per esempio Callejon è piaciuto domenica nel secondo tempo ma deve essere continuo, perché al Napoli aveva dei tempi d'inserimento devastanti".

Quarta può guidare la difesa a tre?
"Ha dimostrato di essere un buon acquisto, per me sì. Prandelli si è dovuto adattare alle caratteristiche perché la difesa a tre non l'aveva quasi mai fatta. L'assetto ormai è questo, Pezzella stesso preferisce giocare così. Quarta può giocare sia a quattro che a tre, per me è innesto azzeccato. Su Pezzella poi volevo aggiungere che è un difensore importante ma ormai da due anni lo vedo in sofferenza, non fa quanto ha nelle corde, anche gli infortuni lo rallentano molto. Non è continuo, mentre un leader deve essere sempre sul 6/6,5 in pagella".

Dove sta l'errore di base?
"Commisso è arrivato con tanto entusiasmo, e il primo anno non posso dare giudizi anche per il mercato fatto di grande fretta. Per quello di quest'anno, invece, credo fossero tutti contenti della campagna acquisti, i giocatori della Fiorentina sono nazionali e hanno caratteristiche importanti ma non sono assemblati bene. Non riescono ad essere gruppo nelle partite: potrà esserci anche qualcosa nello spogliatoio, non saprei, ma vedo molta fatica. Davanti c'è Vlahovic sempre solo, manca l'accompagnamento di centrocampisti ed esterni. Sarebbe facile sparare sulla Fiorentina come fanno in tanti, è come farlo sulla Croce Rossa. Se si fa una ricostruzione più razionale si vedono ottimi giocatori che non rendono e faticano a fare gioco".

Che giudizio sui primi mesi di Chiesa alla Juventus?
"L'ho sempre ritenuto un giocatore importante, con tanti margini di miglioramento. A Torino ha fatto fatica ad inserirsi, ha vissuto un mese difficile ma poi mi sembra si sia adattato al lavoro, e il suo lo sta facendo. Ha voluto fortemente la Juventus non lasciandosi bene con la piazza di Firenze che l'ha cresciuto, ma il calcio è anche questo. A Firenze era tra i più bravi, lì uno dei tanti: non è semplicissimo".

Lei a Lecce ha giocato con Vucinic, Bojinov e Chevanton. Gli ultimi due hanno fatto meno di quello che potevano?
"Erano tre che a Lecce hanno fatto benissimo, dei tre sicuramente Vucinic in prospettiva era quello che aveva più margini. Chevanton era un gran bel centravanti, piccolo di statura ma vedeva la porta come pochi. Lo scotto di Valeri invece è stato il suo debutto troppo giovane, il parlare da grande troppo in fretta. Oggi farebbero la differenza in qualsiasi squadra".

Cosa si ricorda del suo trasferimento al Marsiglia?
"Fu una cosa molto triste, perché ho vissuto 11 anni a Firenze calcisticamente ed è stata una gran botta. L'esperienza è partita male, a metà campionato poi ho fatto grandi partite, e nel finale non andai molto bene. Più bassi che alti, ma ho conosciuto un campionato nuovo e sono stato tra le squadre più importanti di Francia. Poteva andare diversamente, ma nel calcio gli ambienti fanno la differenza... Non mi è stata data neanche una seconda chance".

Oggi che fa?
"Alleno e faccio il responsabile della scuola calcio nella Rondinella Marzocco. Purtroppo ci hanno chiuso tutto, speriamo di poter ricominciare prima possibile a tornare ad insegnare ai ragazzi perché mi manca".

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