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TMW RADIO - Maccarone: "Milan sopra le attese, non ha nessuno che faccia la differenza"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Massimo Maccarone intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex attaccante Massimo Maccarone è intervenuto in diretta durante Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, iniziando dal derby di Coppa Italia di martedì sera: “La partita è stata equilibrata, l’Inter è stata più concreta e questo fa la differenza. Il Milan ha fatto una buona gara ed è stato sfortunato, il risultato è molto bugiardo”.

Come interpreta le fatiche dell’attacco rossonero?
“Al Milan manca da diverse stagioni qualcuno che faccia la differenza. Per vincere i campionati determinati uomini servono: si pensava Ibrahimovic potesse dare tanto ma ha avuto infortuni. Non avere uno come lui in campo non è facile. Giroud segna poco ma fa girare bene la squadra”.

Devono crescere?
“Per me hanno fatto molto di più rispetto alle attese. Quando poi ti ritrovi a lottare per lo Scudetto, tanto di cappello”.

La Salernitana può tornare in corsa per la salvezza?
“Il gol di Verdi ha creato scompiglio, viste le partite che ha è una bella lotta con le altre. Saranno pieni di entusiasmo, se c’è qualcuno che può salvarsi sono proprio loro”.

L’Empoli deve preoccuparsi?
“Anche un anno in cui giocavo io eravamo sesti a fine girone d’andata e poi non vincemmo una partita per 3 mesi. È normale che succeda quando vedi l’obiettivo salvezza vicino con così grande anticipo. Inizi a perdere partite e anche entusiasmo. Inconsciamente vai a perdere quella fame proprio quando ti serve”.

C'è tanta differenza tra Pinamonti e Scamacca?
"Per me sono simili, hanno entrambi forza fisica e sono bravi tecnicamente. Entrambi poi segnano, almeno quest'anno. Il Sassuolo però è una squadra in cui ci sono molti attaccanti che hanno segnato tanto, non so perché si tenda a parlare più di uno soltanto".

Mancano attaccanti rispetto a quando giocava lei?
"Il calcio è talmente veloce che non puoi mai sapere. Il fatto è che una volta nelle prima sei squadre italiane c'erano tutti attaccanti italiani, oggi non ce n'è uno là davanti se non Immobile alla Lazio. Questo fa la differenza, puntiamo poco sui settori giovanili: giro molto all'estero e vedo quanto lo curano. O cambiamo mentalità o ci saranno sempre meno italiani che giocheranno e potranno formarsi".

Come iniziare?
"Sono stato in Olanda quattro giorni, faccio un nome. C'è l'Utrecht, una squadra normale, la cui U18 ha cinque campi in erba solamente per loro. E il calcio olandese non è neanche tra i primi cinque in Europa...".

Veramente l'Italia dovrà pescare dalla Serie C?
"I giovani interessanti ci sono, ma dobbiamo cambiare la mentalità e formare la crescita dai settori giovanili. Invece si pensa sempre più al risultato, si sono persi dei principi importanti. Anche in Lega Pro trovi giocatori che non sanno mettere i piedi per muoversi in determinati modi: prima si lavorava molto di più sui fondamentali".

Moro è già pronto per una Serie A con il Sassuolo?
"Sarebbe un doppio salto... Non so, tra Serie C e A la differenza è enorme. Spero possa fare bene, mi piace quando un giovane riesce a farlo subito ma gli dovrà essere dato il tempo di adeguarsi e crescere. Il Padova l'aveva "scartato" e dopo un anno si ritroverà d'improvviso in Serie A".

Il rumore mass mediatico quanto ha disturbato Lucca?
"Molto. Senza testa sulle spalle o l'umiltà di sapere di dover crescere anche dopo gli apprezzamenti e ti senti arrivato perché fai bene in Serie B o il ct ha detto che forse ti convoca e sei in U21, senza chi ti dice le cose giuste accanto un giovane può avere difficoltà".

Chi vede favorita per la promozione in Serie A?
"La Serie B è un bel campionato, avvincente. Sarei contento ci riuscisse la Cremonese, a inizio stagione sono stato a trovare Fabio (Pecchia, ndr) e se devo fare il tifo, scelgo loro. Però non sarà facile".

La carriera di Sarri è stata quella che si aspettava post-Empoli?
"Sì, il mister è un grande allenatore. A Napoli ha fatto un grande calcio, al Chelsea e alla Juventus ha vinto. Non mi aspettavo andasse via subito da Torino, mentre gli alti e bassi alla Lazio credo siano normali. Per fare quello che vuole lui, poi, serve tempo e pazienza. Anche con noi, seppure fossimo giovani e in Serie B, al primo anno siamo partiti così così e dopo due-tre mesi siamo andati benissimo".

Lei che ha giocato al Middlesbrough, da cosa possiamo imparare?
"Vent'anni fa giocavo lì e avevamo già tredici campi da allenamento e strutture da Champions League. Una cultura diversa, sono un passo avanti. Noi rimaniamo al solito livello e cresciamo poco".

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