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TMW RADIO - L'agente di Rugani: "Vi racconto i retroscena del trasferimento al Cagliari"

di Simone Lorini
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport
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Davide Torchia intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Intervistato da TMW Radio durante "Stadio Aperto", l'agente Davide Torchia parla del trasferimento più importante della giornata di ieri, quello di Daniele Rugani, tornato in Serie A per vestire la maglia del Cagliari: "La possibilità di un ritorno in Italia era emersa qualche giorno prima dell'effettivo trasferimento, non solo sondaggi ma richieste molto importanti. Con Daniele però avevamo deciso di rimanere a Rennes per un patto fatto con loro, per dare una mano alla squadra e mettersi a disposizione. Purtroppo è stato sempre infortunato nei primi sei mesi, cosa che non è mai successa nella sua vita, e voleva ripagare la fiducia con tante partite. Negli ultimi due giorni le insistenze lo hanno portato a ragionare, qualche allenatore lo voleva e aveva buone intenzioni sul piano tecnico e da cosa nasce cosa...".

Prima il Parma, poi Torino, Bologna e Cagliari. Quattro squadre, ma chi lo ha cercato con più insistenza?
"Parma e Torino lo hanno cercato anche prima dell'ultimo giorno di mercato. Carli lo conosce molto bene e anche D'Aversa ha dimostrato grande interesse tecnico per lui: quando si fanno i trasferimenti a gennaio la componente economico non è predominante, quindi il discorso tecnico è fondamentale. Poi avevamo deciso di rimanere a Rennes, e il Parma ha scelto altri giocatori, Bani nello specifico, anche se hanno provato a capire se poteva uscire qualcuno per avere lui, ma gli slot erano chiusi per la difesa. Per il Torino vale lo stesso discorso, ma quando si è andati a parlare di cifre, non erano numeri elevatissimi ma questo ci fa capire che le difficoltà economiche di tutti: prezzi che sembrano modici diventano impossibili".

Ma alla fine sono spuntate Bologna e Cagliari.
"Il Rennes ha capito le preferenze del calciatore ed è arrivata la proposta del Bologna, con condizioni più vantaggiose economicamente: i felsinei hanno poi deciso di orientarsi su un ruolo diverso e non hanno affondato, ma non c'è problema, li ringrazio. Quando l'indennizzo chiesto da Rennes è stato diviso per due, il suo trasferimento è diventato anche una occasione economica".

Alle 17 è arrivato il Cagliari.
"Esatto, è stata una corsa contro il tempo tra accordo economico tra di noi e quello con il Rennes. Dalla Francia fisicamente sarebbe stato impossibile raggiungere un accordo, ma ci ha aiutato la telematica. Hanno mandato i documenti quando l'accordo ancora non c'era, altrimenti sarebbe stato impossibile entro le 20, è finito tutto per le 19.40".

Il presidente Giulini si è dimostrato molto determinato a prendere Rugani, chiudendo in un'ora e mezzo.
"È così, tra l'altro un affare molto particolare perché oltre alla società cedente, comprante e il giocatore c'era anche un quarto interlocutore, una società straniera peraltro. Se il presidente Giulini e il ds Carta ci avessero riflettuto mezz'ora l'operazione non si sarebbe conclusa".

Quali sono le condizioni fisiche di Rugani?
"Quando stai qualche mese fermo, è normale che, sia per la questione fisica che per quella psicologica, il rientro sia graduale. Si è allenato già col gruppo bene, non volevamo correre nessun tipo di rischio, ci siamo presi anche dieci giorni in più rispetto a quanto previsto, sta benissimo".

Quali sono adesso gli obiettivi di Daniele Rugani?
"Aveva preso la nuova esperienza con grandissimo entusiasmo, in questo momento dobbiamo ragionare molto sulla voglia di iniziare questa nuova avventura con grande serenità e leggerezza. Se Daniele inizia a pensare a cosa succederà tra quattro mesi diventa impossibile: deve arrivare al campo con la voglia di divertirsi e di farsi apprezzare. Se fai partire questo meccanismo il futuro può essere solo positivo".

Questa è la prima volta che si ritrova a cambiare tre maglie nel giro di pochi mesi.
"Il primo passo importante è stato proprio quello, ieri mi ha scritto: 'Ti ho fatto stare tranquillo un po' di anni, adesso...'. Per un calciatore italiano, avere l'apertura mentale di uscire dalla comfort zone, che peraltro alla Juve è ancora più forte, non è così scontata. E' lo stesso discorso di chi va a lavorare a Bangkok per tre anni, invece di rimanere nella propria cittadina tutta la vita. A Cagliari ho portato diversi giocatori, ma nessuno c'è stato meno di tre anni. Lo stesso Pavoletti ho saputo che è voluto restare a tutti i costi".

Quante difficoltà possono esserci per una rosa costruita per un altro obiettivo, come quella del Cagliari, che ora è costretta a lottare per la salvezza?
"È difficile rispondere, ho visto qualche partita ma non ho visto prestazioni altamente negative o giocatori imbambolati. Dal punto di vista del mercato hanno preso calciatori di nome e bravi, ma fondamentalmente calciatori umili e non presupponenti. Godin è un grandissimo campione ma ha fatto dell'attaccamento alla maglia la sua caratteristica predominante, credo che lo stesso possa dirsi per Nainggolan, a cui non credo siano mancate le offerte. Credo siano stati bravi a prendere giocatori che vogliono bene al Cagliari".

La telefonata che ti ha fatto più sudare tra quelle avvenute con Vagnati, Sabatini o Paratici?
"Col Cagliari è stato tutto semplice e veloce, non c'è stato da sudare. Le altre normali, qualcuna un po' sofferta: ogni tanto discuto un po' con Fabio (Paratici, ndr) ma la telefonata dopo facciamo pace".

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