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TMW RADIO - De Marchi: "Bella sfida Sarri-Lazio. Belotti giusto per Mourinho... E non solo"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020-2021
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Marco De Marchi ai microfoni di Dimitri Conti e Niccolò Ceccarini
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Il procuratore Marco De Marchi ha parlato in diretta a Stadio Aperto su TMW Radio, ai microfoni di Niccolò Ceccarini e Dimitri Conti. L'intervista comincia da Sarri alla Lazio: "Bella sfida per tutti quanti, sia andare alla Lazio per il tecnico che prendere Sarri per il club".

Dove c'è da rendere più sarriana questa rosa?
"Difficile da dire ma al di là di tutto predilige calciatori adatti al suo modo di giocare. Faccio fatica a sbilanciarmi, intanto giusto che i tifosi si godano questo allenatore, con la a maiuscola".

Dall'altra parte della città Mourinho. Sorpreso?
"Non troppo, essendoci un management straniero e in particolare portoghese. Mourinho viene da anni non felicissima, anche qui siamo di fronte a una grande sfida. Ha lo stimolo di provare a regalare gioie ai tifosi".

Belotti è adatto per lui?
"Potrebbe esserlo per tante squadre. Il suo percorso a Torino mi pare un po' al termine, è stato tra i migliori attaccanti d'Europa e Cairo ha sempre fatto di tutto per non venderlo. Magari quest'ultima annata l'avrà fatto riflettere sull'eventualità di sostituirlo. Come attaccante mi è sempre piaciuto, lo prenderei in ogni squadra".

Come giudica la stagione di Pirlo? Cosa potrà dare Allegri?
"Considerando che è stato il primo anno in assoluto di Pirlo, e che gli hanno dato in mano la Ferrari più accessoriata, penso ne sia uscito a testa alta. Con alti e bassi non ha dato impressione di aver trovato filo logico o continuità ma se ne torna a casa con due trofei e una qualificazione Champions che fino all'ultimo sembrava impossibile. Ora la Juventus ripassa in buone mani, Allegri dovrà dimostrare che non è una minestra riscaldata e credo proprio non lo sia, è un signor allenatore".

Davvero Allegri potrà cambiare i destini di Ronaldo e Dybala?
"Parliamo di un allenatore top, tra i primi d'Europa, con una personalità spiccata e un'esperienza incredibile. Sui due giocatori le valutazioni dipenderanno molto dalla situazione economico-finanziaria".

Come ripartirà Mihajlovic a Bologna?
"Qualche giorno fa ha rilasciato una bellissima intervista, spiegando che si è fermato un attimo per staccare, d'accordo con la società. I maligni dicono che abbia aspettato altre squadre, ma lui ha detto che aveva preso appuntamento col club. D'altronde ha ancora 2 anni con un contratto importante. Il Bologna negli ultimi anni ha cambiato strategia e filosofia, anche se ci si aspetta sempre di più, oggi nella sua rosa vanta giocatori ricercati da club importanti e questo è già un grandissimo risultato rispetto al Bologna di qualche anno fa. Far crescere così tanto i giovani deve essere un vanto. Ci si aspetta sempre i grandi nomi, come una volta. A proposito, apro una parentesi su Signori, sono felice che sia finita in un certo modo per lui".

Donnarumma sempre più verso Parigi.
"Uno come lui, e lo dico in maniera positiva, non è che abbia più di tante possibilità. Lasciando quel Milan che ama tanto, e probabilmente ama ancora, che l'ha messo in vetrina a 16 anni facendolo conoscere in tutto il mondo, non è che può andare dappertutto. Se vediamo i cinque-sei top club d'Europa molti hanno il posto occupato. Forse il PSG è l'unica... Fa comunque effetto, per chi ha vissuto un certo calcio romantico come me. Ormai però siamo in un calcio globalizzato, che da tempo non crede più nelle bandiere".

Ma non c'è Navas?
"Certo. Poi però il discorso è che se fai un investimento del genere, fatico a credere che sia per avere il miglior secondo del mondo. La difficoltà che sembra esserci, o esserci stata, è quella di rimanere incastrati. Lo dico anche con stima verso Paolo Maldini, in questi anni si è rivelato un dirigente di livello e, quasi a sorpresa, ha deciso di andare avanti. Senza neanche dire più nulla a Donnarumma ha agito, un gesto importante".

Che si aspetta dalla Fiorentina di Gattuso?
"A me piace! Mi piacciono le persone nelle quali vedi il fuoco dentro che arde. Lui è riuscito a mantenerlo, pur trovando un equilibrio che magari in campo aveva meno... Nelle difficoltà incontrate ha dimostrato di saper gestire piazze importanti. A Firenze è noto che si voglia provare a fare qualcosa d'importante e Gattuso può essere la punta di diamante per costruire qualcosa. Non accusa mai i giocatori ma si prende spesso le colpe in prima persona, cosa non scontata. Questo vuol dire essere persona di spessore, e lo dico senza conoscerlo ma solo per quello che vedo".

Quanto perde l'Inter di Inzaghi senza Hakimi?
"Si parla di un giocatore che non tutti conoscevano prima che arrivasse e che ha sbagliato qualche partita all'inizio, ricevendo delle critiche. Alla fine si è rivelato tra i più forti quinti che ci siano. Per com'è la situazione è chiaro che l'Inter dovrà fare un sacrificio, dovesse partire Hakimi non sarebbe facile da rimpiazzare. La priorità comunque è quella di mettere a posto il bilancio, ci sono tante squadre in difficoltà".

Troppo ottimismo per l'Italia all'Europeo?
"Al di là dei risultati, il percorso di Mancini è straordinario e il merito maggiore di Roberto è aver dato identità e mentalità a questa nazionale. C'è l'impressione che si divertano e vogliano farlo coi propri tifosi, costruendo qualcosa di importante. Il ct è un grande gestore e comunicatore, ha un carisma incredibile e si vede che i giocatori lo adorano. Giusto essere ambiziosi e credere nelle proprie possibilità. Meglio comunque partire con grandi propositi, così da dare qualcosa di più. Vincere aiuta a vincere".

Chi è la favorita dell'Europeo?
"Eh... Visto che il nostro è un paese di scaramantici dico Francia!".

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