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TMW - I verdetti della stampa. Roma: bocciato Fonseca, promossi Miki, Karsdorp e Mancini

di Dario Marchetti
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Tempo di verdetti. Di bilanci. È finito il campionato di Serie A 2020-2021: Inter campione, poi Milan, Atalanta e Juventus in Champions League. Giù Benevento, Parma e Crotone. Cristiano Ronaldo capocannoniere, per la prima volta da quando è in Italia. Ma non è tutto qui: TuttoMercatoWeb ha deciso di interpellare tre firme per ogni piazza di Serie A per i giudizi sulla stagione appena conclusa. Chi è stato il migliore? Chi il peggiore? Quale voto alla squadra? E quale all’allenatore?

IL MIGLIORE
Francesco Oddo Casano (Rete Sport): "Mkhitaryan, lo è in realtà già da prima del lockdown. Un rendimento straordinario sotto porta e in fase di assistenza ai suoi. E' stato il motore propulsore della fase offensiva giallorossa fino all'infortunio che lo ha limitato purtroppo nella fase più calda della stagione".

Marco Calabresi (Corriere della Sera): "Mancini: non solo per i gol segnati ma anche per la personalità mostrata e per la crescita rispetto a un anno fa. E con Mourinho potrà salire ancora di livello".

Giorgio Marota (Corriere dello Sport): "Per numeri forse dovremmo dire Mkhitaryan, ma anche lui è mancato nei mesi cruciali della stagione (febbraio, marzo e aprile), anche per colpa di alcuni problemi fisici. Quindi il nome che faccio è quello di Karsdorp, è quello che è migliorato di più: non ha mai mollato, nemmeno nei momenti difficili".

IL PEGGIORE

Francesco Oddo Casano (Rete Sport): "Dzeko: rispetto alle attese, rispetto a quanto guadagna e in proporzione a quanto avrebbe dovuto rendere, solo 7 gol in campionato, qualche lampo in Europa nelle fasi finali dell'avventura giallorossa. Alla Roma è mancato il vero Dzeko, apparso demotivato e spento per larghi tratti del girone di ritorno".

Marco Calabresi (Corriere della Sera): "Pau Lopez, perché un portiere oltre che contribuire ai risultati con le sue parate e con la costruzione del gioco voluta da Fonseca, ha il compito essenziale di trasmettere sicurezza al reparto difensivo. E troppe volte la difesa della Roma non è stata sicura".

Giorgio Marota (Corriere dello Sport): "Smalling: al netto dei problemi muscolari e fisici che ha avuto, è mancato in modo clamoroso. Ha giocato poco, ma quando lo ha fatto era un calciatore totalmente diverso rispetto allo scorso anno. La fragilità della Roma è dovuta anche dal fatto che la squadra non ha avuto un centrale dominante. Doveva essere un punto di riferimento, invece è stato il grande assente ingiustificato insieme ad altri come Dzeko non ha rispettato le aspettative, o Pau Lopez ed El Shaarawy".

VOTO ALLA SQUADRA
Francesco Oddo Casano (Rete Sport): "Cinque: fino al 23 febbraio la squadra giallorossa era pienamente in corsa in campionato, sempre tra il terzo e il quarto posto e viaggiava spedita anche in Europa. Poi un crollo ingiustificabile frutto sia di una marea di infortuni sia della scelta di puntare tutto sul percorso internazionale. Risultato finale: fuori da Champions ed Europa League, il 6-2 di Manchester e la brutta figura in Coppa Italia contro lo Spezia dipingono una stagione fallimentare".

Marco Calabresi (Corriere della Sera): "Cinque: non centrare neanche la Conference League sarebbe stato un fallimento anche per la dimensione internazionale che la Roma andrà ad assumere con l'ingaggio del nuovo allenatore".

Giorgio Marota (Corriere dello Sport): "Cinque: un po’ il voto al biennio di Fonseca che emerge dalla media dell’ottimo percorso europeo e dell’ottimo inizio di stagione, al quale dobbiamo aggiungere un 2021 disastroso in campionato. Di fatto la Roma è peggiorata rispetto allo scorso anno passando anche da un quinto a un settimo posto finale. La squadra ha provato fare all-in sull’Europa League, tirando i remi in barca in campionato: un qualcosa che un club come la Roma non può permettersi di fare. E’ bastato perdere a Manchester per veder crollare il castello".

VOTO ALL’ALLENATORE

Francesco Oddo Casano (Rete Sport): "Cinque: come lo scorso anno, ottima partenza, un autunno-inverno in crescendo con l'illusione di raggiungere la qualificazione alla Champions, poi un crollo fisico e tecnico-tattico che ha compromesso tutto. L'eccessivo equilibrio del tecnico si è tramutato in un appiattimento emotivo che ha inciso fortemente sulle motivazioni. Bravo nel rilanciare alcuni calciatori come Karsdorp, molto meno nella gestione delle grandi partite".

Marco Calabresi (Corriere della Sera): "Cinque: anche per lui stesso voto della stagione del club che ha rappresentato. Nelle difficoltà di questo biennio, resta l'ottima figura in Europa League. Ma quel secondo tempo di Manchester grida vendetta, più del finale di campionato anonimo".

Giorgio Marota (Corriere dello Sport): "Quattro e mezzo: l’identità che lui più volte ha detto di aver costruito intorno alla Roma l’ho vista poca. E’ stata spesso e volentieri in difficoltà nel gioco e nel diventare una grande squadra sotto il punto di vista mentale. E’ una squadra che non mi ha mai dato la sensazione di essere un’orchestra che suonasse insieme. Aggiungo che la cosa migliore fatta da Fonseca sia stato far crescere alcuni giovani come Karsdorp, Villar, Darboe e Zalewski. Ha dato un nuovo volto a dei giocatori in rosa e sui quali si potrà costruire la nuova Roma di Mourinho. Detto questo la Roma non ha mai fatto il salto di qualità, ogni volta che si è scontrato con avversari alla pari o più forti è sempre mancata. Anche in Europa ha vinto contro squadre che sulla carta erano inferiori".

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