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TMW - Caso Leao, tutta la verità. Lo Sporting ha iniziato azione esecutiva, il Milan non c'entra

di Andrea Losapio
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© foto di DANIELE MASCOLO

Rafael Leao ha risolto i propri problemi con lo Sporting Lisbona come comparso da più parti? Assolutamente no. La situazione è molto spinosa e la sentenza di ieri non ha fatto altro che confermare la responsabilità in solido anche del Lille nella faccenda, ma non ha escluso quella del calciatore del Milan.

L’episodio.
Cercando di fare più chiarezza bisogna partire dal principio. Nel 2018, al campo d'allenamento dello Sporting di Lisbona, scoppia una rissa. Dopo una sconfitta i tifosi entrano negli uffici e negli spogliatoi, arrivando alle mani con qualche giocatore, fra cui Rafael Leao. Qualcuno decide di sfruttare una regola che c'è nel diritto portoghese che autorizza una persona impegnata in un lavoro a terminare unilateralmente il contratto per giusta causa se messo in pericolo o in difficoltà sul posto di lavoro. Tra i giocatori che optano di risolvere ci sono anche Podence, William Carvalho e Rui Patricio, ora della Roma, che finisce al Wolverhampton. A differenza del Lille, il club inglese sana la posizione del portiere e quindi non ci sono gli ulteriori provvedimenti che invece colpiscono Rafael Leao.

La sentenza di ieri.
Il TAS ha confermato la responsabilità di Leao per avere risolto unilateralmente il contratto, senza giusta causa, ma l’articolo 17 comma 2 prevede in automatico la responsabilità per il club che lo va a tesserare dopo, cioè il Lille. Così in via solidale è responsabile almeno per i 16,5 milioni dell’arbitrato. Sia Leao che il Lille sono obbligati nei confronti dello Sporting, che può decidere su chi rivalersi, su una parte oppure sull’altra. Lo Sporting di Lisbona ha già deciso di farlo su Leao. Il TAS di ieri ha aggiunto due tasselli, perché ha rimesso il caso davanti alla FIFA per due motivi.

Sanzioni disciplinari per il calciatore e il club.
Il TAS si è detto incompetente per le sanzioni disciplinari, rispedendo il pallone nell’altra metà campo. Sono possibili sei mesi di stop per il calciatore e due finestre di mercato bloccate per il Lille. Non sono sanzioni automatiche, la stessa FIFA dovrebbe rivalutare il caso. I 16,5 milioni che Leao deve allo Sporting non verranno presumibilmente rimessi al centro della contesa, ma economicamente potrebbe esserci un ulteriore danno da versare allo Sporting. Impossibile da capire quanto possa essere questa cifra: potrebbero essere 2-3 milioni ma, per assurdo, 50. E in questo caso sia Leao che il Lille saranno responsabili per il resto del danno.

Azione esecutiva in atto.
Come già detto, quando ci sono due debitori - Lille e Leao - il creditore si può rivolgere a uno o all’altro, non a tutti e due. E lo Sporting lo ha già fatto con Leao: se in Portogallo non ha nulla, in Italia ha lo stipendio del Milan. Lo Sporting si è già portato avanti, iniziando un’azione esecutiva nei confronti del calciatore. Ha anche chiesto la sanzione disciplinare, ma la FIFA ha rigettato la richiesta perché giurisprudenzialmente non è possibile, per un club, chiedere una sanzione disciplinare. Sarà eventualmente la FIFA a farlo, in autonomia.

Eventuali altri risarcimenti danni.
La FIFA, oltre alle sanzioni disciplinari, potrebbe scegliere appunto per un ulteriore risarcimento danni. Oppure potrebbe dire che sono sufficienti i 16,5 milioni per cui Leao è stato condannato attualmente ed è l’unica cifra attualmente sul tavolo. La sentenza di ieri è positiva per il calciatore perché riconosce la responsabilità del Lille, che ha più soldi e ha tutto l’interesse a sanare la situazione. Non c’è un termine ultimo in cui il Lille non deve pagare, perché la sentenza non stabilisce nessun termine, ma riconosce semplicemente la responsabilità.

Tutti hanno intenzione di chiudere la situazione.
Quindi Lille e Leao, per sanare la propria posizione, devono pagare i 16,5 milioni allo Sporting. Altrimenti la palla ritornerà nel campo della FIFA, che può riassumere il caso entro 45 giorni. A quel punto valuterà le sanzioni disciplinari ma anche l’eventuale danno. La speranza per Leao e il Lille è che la posizione si possa sanare prima che la FIFA si riunisca perché un conto è pagare 16,5 milioni, un altro è aggiungere un’altra richiesta danni e fronteggiare ulteriori sanzioni. I 16,5 milioni non saranno in discussione, visto che la FIFA si è già espressa. L’interesse di tutte le parti è quella di un accordo per pagare lo Sporting che, al momento, non c’è. Perché la sentenza è di ieri, il Lille può impugnare ma è molto difficile affermare che non sia responsabile. La questione è dunque quasi definitiva.

Il Milan è solo spettatore interessato.
C’è l’auspicio di un accordo fra le tre parti, il caso è civilistico e se c’è l'accordo paghi il creditore. Se non lo trovano, il rischio davanti alla FIFA è quello di una sanzione disciplinare. In tutto questo il Milan è solo uno spettatore interessato, sta aiutando il calciatore a livello morale perché non può fare altro. È ovvio che la situazione pesi sul rinnovo contrattuale, ma il Milan sapeva già della problematica nel momento in cui ha ingaggiato Leao, era un fatto di dominio pubblico. Era quindi consapevole di possibili vicende negative, pur non riguardandolo, ma c’è una certa preoccupazione perché vorrebbero risolta la faccenda.

L’accordo sul contratto non c’è.
Qui si arriva alla parte sportiva: sia Leao che il Milan hanno intenzione di prolungare il proprio rapporto di lavoro. Ma la trattativa vera e propria è stata posticipata alla risoluzione di questo problema di carattere legale. Qui è molto importante capire l’entità del danno: se è 16,5 milioni oppure di più per l’eventuale espressione della FIFA in caso di mancato pagamento. Una sola cosa è certa: Leao sarà sempre obbligato a pagare lo Sporting e la sua situazione è tutt'altro che risolta, ma la sentenza è positiva perché inserisce anche il Lille fra i debitori.

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