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TMW - Casillas: "Donnarumma criticato, mi dispiace. All'Europeo protagonista indiscusso"

di Lorenzo Di Benedetto
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L'ex portiere del Real Madrid, Iker Casillas, presente al Festival dello Sport a Trento, ha parlato dal palco, partendo dalla gara tra Barcellona e Real Madrid in programma per il 28 ottobre alla ripresa della Liga. Queste le sue parole raccolte da TMW: "Il clasico è una partita unica. Un esempio: quando esce il calendario della Liga la prima cosa che vedono i calciatori del Real Madrid è quando si affronta il Barcellona. Tutti vogliono giocare un match del genere, regala sensazioni uniche. I punti sono sempre 3 ma non toglie che resta un qualcosa fuori portata rispetto a tutto il resto. I tifosi vogliono vederla, in qualsiasi parte del mondo. I calciatori delle due squadre storicamente sono fortissimi e hanno un seguito incredibile. Il ricordo più bello da portiere del Real Madrid nel clasico contro il Barcellona è il primo che ho giocato, a 18 anni, al Bernabeu. Abbiamo vinto 3 a 0, una emozione unica e indimenticabile. In quel momento vivevamo un periodo negativo ma Roberto Carlos, Anelka e Morientes ci regalarono una vittoria meravigliosa. Il dolore più grande è la sconfitta per 5-0 a Barcellona e 2-6 nel nostro stadio. Sconfitte durissime, ci hanno fatto parecchio male purtroppo. Nel 2011 ci furono 4 clasicos in pochi giorni fra semifinale di Champions, Copa del Rey e La Liga. In quel momento non eravamo pronti, c'era troppa adrenalina e tensione nel gruppo. Il Real Madrid di oggi ha vinto tutte le partite tranne una, visto da fuori credo che ora la situazione di club è comunque cambiata parecchio. Entrambe avevano un leader, i migliori del ventesimo secolo come Messi e Cristiano Ronaldo".

E adesso che squadre vede?
"Nelle varie stagioni ci sono stati cambiamenti importanti, sono arrivati giovani fortissimi che garantiscono il futuro e il presente. Il Real Madrid di oggi è forte nonostante i diversi cambiamenti. Jude Bellingham è diventato nel giro di poco tempo un riferimento del Real e il gruppo dei calciatori. A 20 anni è un fenomeno".

Il modello spagnolo?
"Io penso che si può essere competitivi anche mantenendo un equilibrio economico andando a evitare le perdite. In Europa i club se la possono giocare, basta vedere i 34 titoli delle nostre formazioni conquistati dal 2000 ad oggi. È un dato incredibile se pensiamo che siamo riusciti a superare Italia e Germania. In Spagna un aspetto fondamentale è l'importanza che si da alla cantera, ai giovani e alla crescita dei giovani. Io sono stato un canterano del Real Madrid e c'è una cura totale della crescita dello sportivo. Nei centri sportivi non manca nulla e sono una base di questo successo. C'è solamente una cosa che mi fa tristezza e cioè vedere i giovani che non giocano più per strada ma si perdono dietri i social e passano ore con i telefonini. Una cosa bellissima per il nostro calcio è la crescita del calcio spagnolo e la vittoria del Mondial è un orgoglio".

A chi si ispirava da piccolo?
"Il mio modello di portiere è stato Schmeichel visto all'opera nell'Europeo del 1992 e sono cresciuto vedendo la sue parate. Buffon ha 3 anni più di me, lui ha iniziato a 17 anni nel Parma e rimasi stupito delle sue qualità. Non ci somigliamo come portieri ma le nostre carriere sono state simili. Buffon è stato il miglior portiere che abbia mai visto ed è un punto di riferimento per tanti giovani. Oggi il miglior portiere è Courtois anche se adesso deve fare i conti con un brutto infortunio. A me piace molto Kepa nonostante il confronto proprio con il belga. Ha ricevuto tante critiche ma per me sta facendo bene e lo sta sostituendo egregiamente. Non è facile prendere il posto di Courtois e diventare il portiere del Real Madrid. Donnarumma è forte e mi spiace che sia stato parecchio criticato ultimamente. Nell'Europeo vinto è stato protagonista indiscusso, adesso paga anche il momento non semplice del PSG. Lui ha iniziato a 16 anni, quasi come me e Buffon. E ci vuole davvero tanto coraggio".

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