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Stankovic: "All'Inter servono due giocatori di grande livello per ridurre il gap con la Juve"

di Patrick Iannarelli
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© foto di Alberto Fornasari

Dejan Stankovic, ex centrocampista dell'Inter e della Lazio, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport. Ecco le parole dell'attuale tecnico dello Stella Rossa: "Lazio '99 o Inter 2010? Sono due date differenti. C'è quasi un decennio, ogni anno il calcio cambia. Sono state due squadre toste: nell'era di Cragnotti abbiamo vinto anche poco, abbiamo vinto uno scudetto e una Coppa delle Coppe, ma potevamo fare meglio. Con l'Inter abbiamo fatto la storia. Nel tempo vedo cosa abbiamo fatto. Attualmente la Juventus ha investito tanto e non è riuscita a ripetere una cosa del genere. Vincere il triplete? Rimane nella storia".

Un'impresa davvero storica.
"Ci mancava qualcosa, l'Inter però è stata costruita prima. Anche la personalità che ha dato Mourinho è stata fondamentale. Volevamo vincere tutto, non potevamo scegliere un solo obiettivo. Siamo partite per vincere tutto. La serata a Kiev, nonostante fosse il girone, era da dentro o fuori. Abbiamo vinto contro il Chelsea, negli ultimi due mesi non ci si allenava, si recuperava e si giocava. Non avevamo niente in testa, ma solo quello di chiudere un cerchio e scrivere la storia dell'Inter. Josè Mourinho è riuscito a tirare fuori il 100%, ma la differenza l'hanno fatto gli uomini. Negli ultimi 45-50 giorni eri morto. Ci è riuscito a tirare fuori qualcosa in più, siamo cresciuti molto".

Qual è il suo derby preferito?
"Abbiamo perso 3-2 meritatamente. Ma il mio derby è il 4-0 nel primo anno di Mourinho. Siamo stati spettacolari in campo, avevamo già dimostrato di essere una squadra forte".

Come ha vissuto i derby?
"In campo ce ne davamo tante, ma al fischio finale eravamo amici come prima, c'era grandissimo rispetto. Ho avuto la fortuna di giocarlo dal 2004. Poteva succedere in campo qualcosa, ma finiva lì. Noi dovevamo rispettare la storia di entrambi i club. Anche io sognavo di giocare un derby con lo Stella Rossa, da capitano, e l'ho fatto. Mi tengo stretto anche quello tra Roma e Lazio, ma quello di Milano è stato un signor derby".

L'allenatore migliore che ha avuto?
"Ho avuto Eriksson, Mihajlovic, Mourinho, ma anche gli allenatori in Serbia: tutti mi hanno dato qualcosa. Ho smesso un paio di anni fa, ancora respiro l'aria da giocatore. Cercherò nel futuro di creare una mia identità. Alla Lazio mi dicevano che ero il figlio di Mancini, io mi sono sempre trovato bene. Lui metteva tanta pressione, rompeva le scatole ma è giusto così. Gli devo tanto, sono cresciuto. A Mancini cosa chiedo? Quali saranno i suoi problemi e se riuscirà a recuperare Zaniolo, un calciatore che io stimo moltissimo".

Cosa manca all'Inter per arrivare a livello della Juventus?
"Il gap è diminuito tantissimo, Conte e i giocatori stanno facendo un buon lavoro. Mancano due giocatori di grandissimo livello, senza nulla togliere a quelli attuali. Non so se questa pausa sarà un bene o male per chi lotta per lo scudetto. Per adesso è giusto non giocare, c'è soltanto il pensiero ed è quello di rimanere in casa. L'Inter può fare grandissime cose: manca qualcosina, ma sarà una squadra al top".

Dove mette la Lazio?
"Simone Inzaghi sta facendo un grandissimo lavoro, merita il prolungamento di contratto. È un ragazzo umile, è un amico per me. Adesso è anche un modello, si possono imparare tante cose da lui. Che calcio voglio giocare con la mia squadra? Simile a quello di Inzaghi. Io non so cosa succederà e in che stato saranno i giocatori, ma la Lazio ha le qualità per lottare fino alla fine. Possono essere la sorpresa".

Era vicino al Milan?
"Non lo so, ero vicino alla Roma e al Paris Saint-Germain. Questo quando ero in Serbia. Savicevic mi conosceva. Ma non ho avuto contatti diretti. Io mi auguro di tornare a parlare il prima possibile di mercato, ma dobbiamo resistere".

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Domenica 5 Maggio 2024
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