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Spezia, Esposito: "Il gol al Milan sembrava scritto. Se ci salviamo magari me lo tatuo"

di Niccolò Pasta
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Ospite di Dazn Talk, il centrocampista dello Spezia Salvatore Esposito ha parlato del momento vissuto in casa dei liguri, attesi sabato da una partita importantissima contro il Torino: “Stiamo vivendo queste giornate con la giusta importanza. Abbiamo la fortuna di essere padroni del nostro destino, dipende tutto da noi stessi e stiamo cercando di prepararci a 180’ che saranno lunghissimi, ma con il piccolo vantaggio che abbiamo, il +1 dal Verona. Abbiamo tutte le carte in regola per raggiungere l’obiettivo”.

Psicologicamente come si crea un finale vincente?
“Abbiamo avuto qualche punto di vantaggio, anche ampio, poi ci hanno raggiunti e superati. Arriviamo alla pari con il Verona, psicologicamente dobbiamo preparare le partite con tranquillità, concentrazione, mancano 180’ e dobbiamo metterci quel qualcosa in più per raggiungere l’obiettivo”.

L’occhio cade sugli altri?
“Sì, non dobbiamo nasconderci. Siamo ad un punto in più, è normale che si guardi anche agli altri. Ma credo che siamo nel 2023 e non c'è nemmeno quel qualcosa da guardare nelle altre squadre, anche se possono aver raggiunto gli obiettivi e possono essere più tranquille. Abbiamo visto l’Empoli che è andato a vincere con la Juventus, per quanto riguarda gli altri campi confidiamo nei nostri colleghi e nel fatto che giochino con lo spirito giusto, com’è giusto che sia. Noi siamo padroni del nostro destino ma poi è chiaro che alla fine guarderemo anche gli altri risultati”.

Come vi state preparando al Torino?
“Bene. Siamo tutti concentrati, quando si avvicina una partita delicata c'è quel pizzico di attenzione in più da inizio settimana. È giusto ci sia quel pizzico di paura che ti permetta di essere concentrato e carico”.

Ci racconti il gol al Milan?
“È sempre stato il mio sogno fare un gol in Serie A. Farlo così è fin troppo bello. Ho sempre tirato le punizioni, ci ho provato nelle partite precedenti. È stato tutto perfetto, sotto la curva. Sembrava tutto scritto”.

Vi ha dato la spinta per la salvezza.
“Ci ha dato l’opportunità di giocarci quello che ci stiamo giocando adesso. Eravamo sfavoriti contro il Milan, una grandissima squadra, e quella partita ci deve dare la giusta fiducia per le ultime due gare, sapendo che abbiamo tutti i mezzi per arrivare all’obiettivo”.

Ti sei proposto tu per battere la punizione?
“Ci sono gerarchie che decide l’allenatore. C'è chi è più adatto, io le ho sempre calciate ed è andata bene. Io me la sento sempre, lo dico sempre (ride, ndr). Due giorni prima della gara le provo in allenamento, ma non lo faccio sempre. Mi viene naturale”.

Il primo pensiero dopo il gol?
“Ho avuto un flash e ho pensato alla mia famiglia. Ho fatto un gol in Serie A, al Milan, le persone a cui pensi sono le persone più care. Sono quelli gli input. Poi tornato negli spogliatoi ho scritto a mia mamma, che mi aveva scritto ‘Bravo’”.

Ricordiamo l’abbraccio di tua madre con tuo fratello dopo il gol a San Siro.
“È passato un po’ di tempo, ora quasi non viene più allo stadio perché soffre troppo. I miei quando vengono allo stadio stanno in un angolino, stanno male dentro”.

Com’è stato il passaggio dalla B alla A?
“Le differenze si notano. C'è una differenza di passo, di personalità. In Serie A devi abituarti in fretta. Ora mi sto trovando bene, sono entrato bene e sto capendo i meccanismi del mister, grazie anche ai compagni che mi hanno messo a mio agio”.

Quanto è forte Ampadu?
“È un giocatore da top club secondo il mio parere. Quando sono arrivato ho detto ‘Mamma mia’. Da difensore ti crea superiorità numerica, è un giocatore da top e anche per questo è del Chelsea. Ma tanto sa che ci sono io e quindi deve giocare in difesa (ride, ndr). Non è facile trovare un difensore che vuole la palla tra i piedi, non è sempre facile avere un difensore con queste caratteristiche. Sono giocate da centrocampista, è un giocatore che giocherà in un top club”.

Andresti mai al Napoli?
“Ho un bellissimo rapporto con la mia terra, appena posso scendo a trovare i miei parenti. Sono orgoglioso di essere di Castellammare e sono orgoglioso di quanto ha fatto il Napoli. Sarebbe bello giocarci, giocare a casa e farlo in un top club come il Napoli sarebbe bello”.

Cosa pensi dei tifosi dello Spezia?
“Abbiamo la fortuna che il nostro stadio ti fa avere i tifosi vicini e ti danno quel qualcosa in più. In trasferta ci hanno sempre seguiti in tanto, dobbiamo ringraziarli e portarli dalla nostra parte anche in questi ultimi 180’”.

Cosa stai trovando allo Spezia?
“Mi sto trovando in un ambiente perfetto per crescere. È una società che ti dà fiducia, un allenatore che ti dà fiducia, così come i compagni. Ti danno serenità in momenti in cui le cose possono andare male e per un giovane può succedere che ci siano alti e bassi. Per la SPAL mi piange il cuore, non meritano la Lega Pro ma altri palcoscenici. Spero riescano a tornare su e gli faccio un in bocca al lupo. È una delusione anche mia, perché i primi sei mesi ero lì”.

Il tuo idolo?
“Totti e De Rossi. Ma un giocatore che mi faceva impazzire era Felipe Sodinha. Ero raccattapalle a Brescia e lo vedevo da vicino, ho stretto un bellissimo rapporto con lui. È sempre stato fuori forma, ma aveva una velocità che in Serie B era sprecato”.

Com’è stato avere De Rossi allenatore?
“All’inizio è stato stranissimo, mi ha anche un po’ fatto effetto. Il tuo idolo in panchina ti aumenta la responsabilità, all’inizio mi ha un po’ frenato. Mi ha dato consigli che mi porto ancora dietro, ad ogni fine partite mi scrive cosa è andata e cosa no. Mi ha scritto dopo il Milan: “Bravo, ma per la prestazione. Non mi interessa del gol”.

Come ti vedi tra 10 anni?
“Mi hanno sempre definito un giovane vecchio. Mi piacerebbe fare l’allenatore, l’idea è quella. Mi piacerebbe restare nel mondo del calcio, è l’unica cosa che penso di saper fare. Altro non mi appassiona, vivo la mia vita guardando mille partite, conoscono tantissimi giocatori partendo anche dalla Serie C. Mi appassiona anche guardare la Serie C, mi piace. La mia ragazza mi tiene il muso per questa cosa, sa che mi guardo la Champions, la Coppa Italia, la Serie C (ride, ndr)”.

Resti appassionato dell’Inter?
“I miei fratelli sono ancora dell’Inter e mi farebbe piacere se vincessero in Champions, perché un’italiana. Per la Coppa Italia mi piace molto la Fiorentina, guarderò la finale da appassionato ma senza parteggiare per nessuna delle due”.

Un consiglio ai giovani?
“Divertirsi. Se dovessi diventare un professionista bene, altrimenti ti rimangono le esperienze che hai avuto da piccolo e che ti fanno aumentare la passione per il calcio”.

Qualche aneddoto dello spogliatoio?
“Ekdal è un leader silenzioso. Mi dà spesso consigli, parla quando serve ed è una caratteristica che mi piacerebbe rubargli. Nzola è un simpaticone, è bello averlo in spogliatoio. Ho un rapporto speciale con Verde, è un amico, poi mi trovo benissimo con Maldini che ha l’età simile alla mia”.

In caso di salvezza che faresti?
“Ho già un fioretto, mi sto facendo crescere i baffi. Ma vediamo, non mi piace magari tingermi i capelli ma potrei farmi un tatuaggio. È il primo anno di Serie A, raggiungere l’obiettivo sarebbe bello. Magari un disegnino del gol”.

Cosa ti aspetti dal prossimo Europeo Under 21?
“Abbiamo una nazionale valida, mi spiace tanto che non ci sia Fagioli perché era fondamentale per noi. Possiamo giocarcela con tutti, abbiamo lo spirito e siamo l’Italia. Sono anni che lavoriamo con Nicolato, ci sono le caratteristiche per fare un Europeo importante e provare a vincere. Siamo l’Italia e dobbiamo provare a fare il massimo”.

Ci racconti le emozioni della convocazione?
“Ho fatto uno stage con tantissimi ragazzi, sessanta quasi, divisi in tre squadre. Io ero capitato nel gruppo di De Rossi e non ho azzeccato un passaggio, mi tremava la gamba. Ho fatto un bell’intervento e mi ha detto ‘Bravo Salva!’. Mi sono galvanizzato, sono tornato a casa e mi hanno mandato un messaggio dicendomi che sarei dovuto tornare perché Mancini mi voleva. Mi si è gelato il sangue, non riuscivo nemmeno a dirlo ai miei genitori. È servito acqua e zucchero per riprenderci. Gli ho dedicato un tatuaggio, era il sogno che avevo da bambino, vestire la maglia più bella per un calciatore. Senti qualcosa di diverso quando la vesti, quel senso di appartenenza speciale. Tra Champions e Mondiale sceglierei sempre il Mondiale”.

Un calciatore dello Spezia cosa fa al pomeriggio?
“Ho la fortuna di vivere sui colli e avere un balconcino a vista mare. Faccio una passeggiata, prendo il sole, ma preferisco stare a casa tranquillo e uscire il meno possibile”.

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