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Sassuolo, De Zerbi: "Non penso al futuro, a me non è arrivato nulla"

di Simone Lorini
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© foto di Giacomo Morini

Roberto De Zerbi presenta in conferenza stampa la sfida al Frosinone di domani, in programma al Mapei Stadium dalle 15. Per il tecnico focus sull'obiettivo della salvezza, non ancora raggiunto dal punto di vista matematico dal suo Sassuolo: "Non siamo ancora salvi e dobbiamo chiudere i discorsi, poi vorremmo arrivare il più in alto possibile. Siamo decimi e ci teniamo a chiudere nella zona sinistra perché ce lo siamo meritati sul campo. Stiamo bene fisicamente e mentalmente. Stiamo collezionando prestazioni importanti. Stiamo creando tanto e subendo poco. Il Frosinone ha fatto risultati impensabili in trasferta, con Samp, Genoa e Fiorentina ad esempio. E' una partita tosta che noi prendiamo con la massima attenzione, con la voglia di riprenderci qualche punto perso in passato", le parole raccolte da SassuoloNews.net.

C'è la possibilità di vedere Sensi dietro le due punte?
"Noi stiamo crescendo tanto e siamo cresciuti tanto come mentalità. Prima del Bologna era un momento delicato e l'abbiamo preso nel verso giusto e siamo cresciuti come mentalità, come cattiveria, come costanza di prestazioni. Dal punto di vista tattico possiamo fare meglio anche se alcuni aspetti sono interiorizzati bene dalla squadra. Non ci sposta cambiare disposizione tattica. Cerchiamo di preparare la partita di volta in volta in maniera diversa ma come occupazione di campo. Questo la squadra l'ha assorbito. Mi diverto a cambiare ma non tanto per cercare qualcosa di nuovo, per ricreare le condizioni per fare la stessa partita contro squadre schierate in maniera diversa, non puoi fare sempre lo stesso tipo di gara, devi cambiare se vuoi mantenere la stessa idea".

Assenze in difesa?
"Ho deciso il modulo ma non ve lo dico. Non cambia niente da qui alla fine perché entrerà sempre la squadra che riterrò migliore. Non faccio regali o contentini, l'ho detto anche ai giocatori. I 3 punti contano da qui alla fine, anche se dovessimo essere salvi e dare un contentino a un giocatore è non rispettarli. Continuerà a mandare in campo la formazione che ritengo migliore, senza guardare chi ha giocato di meno. Per rispetto a tutti, per la società. Perché vogliamo arrivare nella parte sinistra della classifica e perché bisogna rispettare gli avversari".

La crescita di Berardi e Locatelli?
"Berardi se non arriva a 10 gol mi arrabbio e gliel'ho già detto. Ci sono annate che partono storte e fai fatica a raddrizzare, nelle altre, quando fai bene, devi quagliare e deve arrivare in doppia cifra. Ha fatto un campionato di alto livello e questo non viene valorizzato dal numero di gol che dovrebbe avere un giocatore con le sue qualità. Batterà i rigori da qui alla fine e gliel'avevo detto prima della Fiorentina. Perché quando ricorderà il 2018/2019 deve vedersi con 10 gol, se resta a 7-8 è un cruccio che te lo porti quando smetti di giocare. Locatelli è già un giocatore importante. Per quello che io ho in testa, deve migliorare qualcosa. E' un giocatore da Juve, da Milan vero, se cresce. Lui è già cresciuto e ha dato disponibilità totale. Ha avuto un calo fisiologico ma quando è stato bene, ha dato segni di miglioramento. In quella zona del campo c'è competizione. Duncan sta giocando poco ma Bourabia sta giocando in livelli altissimi. Magnanelli è indispensabile sotto alcuni aspetti e non pensavo che potesse essere così importante ma l'ha detto il campo. Manuel se vuole tornare a essere titolare deve alzare quello che ha abbassato nell'ultimo periodo. Gli parlo spesso perché voglio accompagnarlo ad essere un obiettivo di squadre top".

Che Sassuolo spera di vedere in campo?
"Serio. Me lo hanno già dimostrato durante la settimana e durante l'anno. Voglio un Sassuolo che voglia fare la partita e che stia attento perché anche il Frosinone ha giocatori importanti per spingere al massimo e per arrivare a 44 punti. La voglia di non prendere gol è importante, è uno stimolo. Poi la voglia di giocare la palla".

Quanta distanza c'è tra quanto sperava di ottenere e il punto in cui siete arrivati?
"Toccando ferro, stiamo arrivando ad avere la giusta continuità. La mentalità sta arrivando e il fatto che nel sottopassaggio ci siano dei rientri agitati è un punto importante, vuol dire che c'è la mentalità. Siamo non oltre il 50% rispetto al mio sogno. Quest'anno non ci arriveremo. Ci arriveremo l'anno prossimo se saremo bravi a continuarci, a migliorare la rosa. Vuol dire migliorarla nella qualità, negli aspetti che sono mancati quest'anno ma credo che siamo sulla strada giusta. Non è facile fare la partita che abbiamo fatto a Firenze o a Milano con il Milan. Quando la palla inizia a pesare, tante squadre non sono più le stesse, noi siamo rimasti più o meno con la stessa identità".

Cosa è successo nel sottopassaggio?
"Io ho fatto la C2, girone C. E' successa una cosa anche normale. Io ho cercato di smorzare i toni su Chiesa perché non mi piace farlo passare per quello che non è ma non mi piace che vengano strumentalizzate cose normali".

Indisponibilità?
"Brignola mi ha chiesto di giocare con la Primavera. Marlon non è ancora pronto, neanche per fare una parte di gara. Adjapong non è pronto per giocare dall'inizio. Peluso è squalificato".

Demiral pronto per una big?
"Deve restare con noi".

Resta anche lei?
"Io mi vedo che rimango per tanto tempo quando lavoro in un posto, ma non dipende neanche da solo da me, c'è anche il pensiero della società. Il miglioramento non finisce mai".

Lunedì sarà a Milano per il convegno Mapei Sport. E' in agenda un incontro con il patron Squinzi?
"Se ci sarà modo sì. Mancano 4 partite. Non è nella mia agenda parlare del futuro. Ho un contratto. A me non è arrivato niente e sono chiuso sulla stagione ma nemmeno dalla società è arrivata una richiesta di programmare perché il programma è più o meno deciso. Bisogna pensare a chi rimane, a chi arriva. Ma non ho mai voluto parlare di calciatori da cercare perché bisogna finire l'anno nel migliore dei modi, con l'idea di aver fatto un buon anno. Qualche settimana avrei risposto non lo so perché eravamo a metà. Mancano quattro partite e quella di Firenze ha dato una botta importante. Queste ultime quattro devono dare il colpo decisivo per finire la stagione soddisfatti".

Le belle parole di Magnanelli su di lei dopo Firenze?
"Mi fa piacere. La cosa più bella di quest'anno è come mi ha seguito la squadra, fin troppo. Per un allenatore giovane, in una piazza importante, non è detto che la squadra ti segua perché devi essere credibile anche come persona e se mi hanno seguito così tanto vuol dire che mi ritengono credibile. Il fatto di cambiare sistema di gioco e giocatori ed essere così seguito è una soddisfazione grossa per me".

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