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Pari amaro per l'Udinese, i ragazzi di Cioffi non la chiudono e stavolta c'è la beffa

di Davide Marchiol
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Un punto che lascia decisamente l’amaro in bocca all’Udinese, che ha assaporato per circa novanta minuti il gusto della seconda vittoria consecutiva in campionato. Un successo che sarebbe stato importante, perché avrebbe portato i friulani in pochissimo tempo quasi fuori dalle sabbie mobili. Invece l’incertezza, mista a sfortuna, degli ultimi istanti della gara fa sì che contro l’Atalanta il tutto si chiuda con un 1-1 che smuove sì la graduatoria, ma lo fa meno di quanto sperato. Un vero peccato, perché fino a quel pattinamento di Kristensen i ragazzi di Cioffi avevano fatto una gara quasi perfetta.

Il quasi è d’obbligo per due motivi. Il primo è chiaramente quanto accaduto nel finale, con quella marcatura decisamente poco convinta di Kristensen su Ederson unita poi alla perdita di equilibrio che ha causato il crollo di un muro che sembrava invalicabile. In secondo luogo, però bisogna ancora tenere in considerazione che l’Udinese continua a non chiudere le partite. Eppure, anche stavolta di occasioni ce ne sono state, ma in ripartenza i friulani sono stati sciuponi nelle transizioni. D’altronde però Cioffi non può avere la bacchetta magica e questi sono dettagli che si possono curare solo col tempo e lavorando, ma con l’intensità giusta.

Quell’intensità che l’Udinese sembra aver ritrovato grazie al cambio di tecnico. Ancora una volta il gruppo ha dimostrato di essersi decisamente ricompattato con il ritorno di Cioffi. Forse addirittura eccedendo nel senso di squadra. Coraggiosa la scelta di mandare Success dal dischetto. Contro l’Atalanta l’ex Watford, infatti, ha battuto il suo primo penalty in carriera, confermando purtroppo di non avere ancora la serenità giusta per centrare la porta. Tutto bene fino al tiro, con tanto di finta per mandare a vuoto Carnesecchi, poi però la conclusione finisce sul palo. Non ha fatto male perché pochi minuti dopo ci ha pensato Walace a sbloccare la gara e semmai il problema appunto è stato non chiuderla, ma chiaramente quel gol avrebbe dato un’iniezione di fiducia a quello che è il riferimento offensivo delle zebrette.

Trovate le gerarchie tra difesa e centrocampo c’è infatti ora da sistemare qualcosa là davanti. Sicuramente gli infortunii creano un problema, con Brenner e Davis che avrebbero potuto dare una grossa mano. Cioffi però deve ora trovare una quadratura tra Pereyra, Success, Thauvin, Vivaldo Semedo e Lucca in modo da riuscire ad alzare un po’ il tasso di realizzazione dei suoi. La crescita sembra costante in tutti i reparti, con esterni, mezzali e play che sono tornati a giocare su standard elevati, ma dalla trequarti in poi continua a trovare qualcosa. La sosta sarà il momento giusto per il tecnico per conoscere ancora meglio chi resterà alla base.

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