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Ottolini spiega la filosofia Genoa: "Sì, Retegui può essere il 9 della Nazionale"

Esclusiva TMW
di Raimondo De Magistris
Fonte: Dal nostro inviato a Roma
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© foto di www.imagephotoagency.it

Il 'TransferRoom' oggi a Roma è l'occasione per una lunga chiacchierata con Marco Ottolini. Dirigente in rampa di lancio, è l'uomo mercato di un Genoa che in questa stagione si sta imponendo come una delle sorprese della Serie A. Da neopromossa, la squadra di Gilardino è oggi dodicesima in classifica, con dieci punti di vantaggio sulla zona retrocessione.

Oggi si parla di Gudmundsson all'Inter, Gilardino è sempre sulla cresta dell'onda. Quanto orgoglio c'è per un Genoa sempre così chiacchierato e quanto tutto questo può distogliere l'attenzione sul finale di stagione?
"Entrambe le cose. Ci fa piacere tutto questo parlare del Genoa, su tutto ciò che stiamo costruendo in queste due stagioni. La nostra è una squadra che suscita interesse, ci sono dei profili seguiti da tante squadre come è normale che sia. Ci sono dei giocatori appetibili non solo sul mercato italiano ma anche quello internazionale. Siamo però concentrati su queste nove partite e questo è ciò che dobbiamo fare in questo momento".

In che modo state riuscendo a fare così bene da neopromossa?
"Abbiamo confermato una base e dato stabilità al gruppo. Abbiamo confermato un blocco che ci ha dato questa identità, questa struttura di squadra. Abbiamo poi aggiunto giocatori tecnicamente bravi, con un profilo più alto che potessero ulteriormente far crescere il gruppo. Giocatori che potessero darci soluzioni diverse in linea con i nostri parametri economici. Noi dobbiamo sempre coniugare la parte economica con quella sportiva. La volontà è stata quella di aggiungere calciatori con mentalità, il segreto è un gruppo costituito da ragazzi che ci tengono, che lavorano bene insieme. Il mister ha fatto da collante a questa cosa e ha dato una identità a questa squadra. Però mancano nove partite e voglio pensare a quelle".

Siete stati grandi protagonisti del mercato di gennaio per la cessione di Dragusin al Tottenham e per la mancata cessione di Gudmundsson alla Fiorentina. Come sono andate le due trattative?
"A gennaio e tutt'ora siamo in corsa per determinati obiettivi. Sapevamo che avremmo dovuto scegliere di sacrificare un calciatore cercando il male minore. Sono arrivate offerte per Radu, ci siamo seduti e abbiamo ragionato tra di noi e alla fine è andata così. Riguardo ad Albert, sempre in funzione di ragionare in maniera strategica ma allo stesso tempo di mantenere una struttura di squadra che ci permettesse di arrivare a fine stagione in maniera giusta, senza stravolgere le cose, abbiamo deciso fosse il caso di tenerlo".

A gennaio avete inserito nel gruppo Vitinha, c'è possibilità di trattenerlo?
"Abbiamo inserito a gennaio giocatori futuribili a cui abbiamo subito spiegato cos'è il Genoa e cosa vuol dire indossare la maglia del Genoa. Siamo contenti di ciò che sta facendo Vitinha, di come si è posto. Siamo felici di come si è calato nella realtà, vediamo da qui a fine stagione cosa accadrà".

Più di altri avete creduto in Retegui. E' nel gruppo della Nazionale, cosa ha di diverso rispetto ad altri centravanti?
"E' un attaccante completo, che vede la porta e si muove molto bene negli ultimi metri. Non è un profilo facile da trovare sul mercato e per questo la scorsa estate abbiamo fatto un investimento notevole, nonostante il nostro status di neopromossa. Mateo deve ancora fare dei passi, può e deve migliorare. Ma ha delle qualità tali che possono permettergli di essere il centravanti della Nazionale".

Avete qualche rinnovo da annunciare?
"Ne abbiamo appena fatti di diversi, tra cui Frendrup. Probabilmente qualcun altro arriverà da qui al prossimo periodo, stiamo facendo tutte le valutazioni del caso".

Come proseguirà il processo di crescita nei prossimi anni?
"Dobbiamo coniugare risultato sportivo con la sostenibilità economica. Questo lo ottieni grazie allo sviluppo di calciatori tendenzialmente giovani che poi possono restare diversi anni al Genoa o essere rivenduti ad altri club. Bisogna creare il giusto mix tra questo tipo di profili che già abbiamo in squadra e giocatori esperti che possono aiutare la crescita dei più giovani".

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