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Niang: "A Empoli abbiamo fatto un'impresa. Ora voglio giocare per vincere qualcosa"

di Gaetano Mocciaro
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Eroe della salvezza impossibile dell'Empoli, M'Baye Niang cerca una nuova avventura. L'attaccante senegalese, approdato in Toscana a gennaio, ha contribuito all'impresa con 6 reti in 14 partite, segnando la rete decisiva contro la Roma nei minuti di recupero dell'ultima giornata. Intervenuto in esclusiva ai microfoni di MilanNews.it, il senegalese ripercorre la sua ultima stagione e anche i suoi anni al Milan, club che l'ha portato in Italia quando aveva solo 17 anni.

M'Baye Niang, come stai prima di tutto?
"Molto bene, sto preparandomi per la nuova avventura". 

Quale sarà la nuova tappa?
"Abbiamo tante possibilità che stiamo valutando. A breve la situazione sarà più chiara, voglio ripartire da un progetto che mi porterà a giocare per vincere qualcosa". 

In sei mesi all'Empoli sei diventato l'uomo della salvezza insperata
"Conosco molto bene la Serie A, sono arrivato con la voglia di fare un'impresa. Sapevo che sarebbe stato difficile salvarci, ma c'era una gran voglia di uscire fuori da una situazione complicata. Sono felice per come è andata e per come ho giocato. E devo dire che l'Empoli mi ha fatto rivivere momenti davvero emozionanti. Devo ringraziare il direttore sportivo Pietro Accardi che mi ha convinto a venire a Empoli, è stato molto importante". 

La felicità l'hai fatta anche per molti fantacalcisti...
"È vero, mi è capitato di incontrare persone che mi ha detto che gli ho fatto vincere il fantacalcio (ride, ndr). Mi fa piacere, alla fine il mio lavoro è segnare e sono contento di aver fatto bene".

Come hai ritrovato la Serie A?
"Molto competitiva, livello del campionato molto buono che ti dava voglia di dare il 120%. Anche le squadre piccole hanno fatto molto bene". 

Ti aspettavi di continuare l'esperienza a Empoli?
"Il mio contratto era fino a giugno, questi erano gli accordi. Ora ho altre offerte e sento di avere tanto da dare. Posso dire solo che all'Empoli è stata un'esperienza molto buona e auguro al club il meglio". 

Il tuo rapporto con l'Italia parte da molto lontano, dall'estate 2012. Hai 17 anni e ti compra il Milan. Cosa rappresenta per te questo club?
"Il Milan per me significa tanto, è il club che mi ha dato la possibilità di vivere momenti speciali in Europa. Ho incontrato persone stupende nel club, nello staff. Mi ha fatto molto crescere, il Milan rimane uno dei più grandi al mondo e va rispettato, perché ha una storia importantissima, bisogna giocare bene e dare 100%".

Rimpianti per essere arrivato troppo presto?
"Non direi, perché quando il Milan mi ha acquistato giocavo già tra i professionisti in Francia. Ovviamente per me fu un passo grande per la carriera, ma ero pronto e sentivo di giocarmela. Ho vissuto momenti molto belli, emozioni forti e comunque il Milan mi ha fatto crescere più velocemente. Rimarrà sempre nel mio cuore".

Momento più bello in rossonero?
"Il derby con l'Inter vinto per 3-0 (31 gennaio 2016, ndr). Servo un assist a Bacca e segno il gol che chiude definitivamente la partita. Fu una serata magica".

Il palo colpito a Barcellona è il grande rimpianto?
"Doveva andare così, avevo incrociato il pallone e non è andata come speravo. Sono cose nel calci che succedono anche ai più grandi, serve andare avanti ma ho avuto altre occasioni per prendermi delle soddisfazioni. Così come il Milan che è tornato ad essere stabilmente in Champions". 

Il tecnico a cui sei più legato?
"Mihajlovic era la persona che mi aveva capito meglio di tutti, mi capì dal primo giorno. Ho solo gratitudine nei suoi confronti perché mi aveva dato tante responsabilità e io volevo restituirle in campo. San Siro non è uno stadio qualunque, quando entri devi essere consapevole di quello che puoi dare e devi avere fiducia in te stesso, mostrare qualità e carattere. Tutte cose che mi ha insegnato Mihajlovic. Sono grato anche ad Allegri per avermi fatto esordire".

Il rapporto con i compagni?
"Ho avuto la fortuna di avere dei compagni di squadra molto forti, come Mario (Balotelli, ndr) ma anche Robinho, Mexes, Menez. Tanta qualità e tanti insegnamenti. E se hai talento e trovi l'allenatore giusto puoi far emergere al massimo le tue qualità".

Come valuti il Milan attuale?
"Una bella squadra, l'anno scorso quando ho incrociato i rossoneri c'era Pioli che ha riportato la squadra dove merita dopo anni di difficoltà. Quando vai a San Siro è sempre una sensazione forte".

Prima giornata: Milan-Torino, due tue ex squadre
"Con tutto il rispetto per il Torino dove non ho fatto tanto, farò il tifo per il Milan e spero che inizi il campionato con una vittoria che gli possa dare slancio".

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