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Milan, Theo Hernandez: "Il derby sarà importantissimo. Non temo nessuno dell'Inter"

di Lorenzo Di Benedetto
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L'esterno del Milan, Theo Hernandez, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di DAZN, in vista del derby contro l'Inter in programma per domenica pomeriggio a San Siro: "Qui a Milano i derby sono tutti importanti, però certamente questo lo sarà di più per la posizione e i pochi punti di distanza che ci separano in classifica: sarà un gran derby. Una partita dura e intensa ma penso che faremo una bella prestazione. Chi temo di più? In realtà non temo nessuno e nemmeno i miei compagni hanno paura. Faremo il nostro gioco e lotteremo per vincere".

Il suo è un gioco offensivo.
"Quando recupero palla e punto verso la porta nella mia testa sto andando a fare gol!".

Cosa pensa delle dichiarazioni di Maldini dice che deve diventare uno dei tre terzini più forte del mondo?
"Lo penso anche io, credo che con il lavoro che sto facendo, me lo stia meritando. Devo lavorarci ancora di più, faticare giorno dopo giorno e spero che un giorno arrivi questo momento. Ora mi concentro su me stesso per fare il meglio e poi la gente valuterà".

La sua posizione cambia nei calci d’angolo.
"Il mister a volte mi dice di tirarlo o di stare sulla ribattuta per concludere, altre di stare in area di rigore, dipende da che squadra affrontiamo e di conseguenza mi posiziono. Mi piace stare dal limite così se arriva un pallone lo posso calciare. Non mi dicono di calciare normalmente ma se vedo la possibilità di tirare lo faccio e poi sento Ibra da lontano che mi grida! (ride ndr)".

Ibra l’anno scorso che disse: "Se fossi arrivato al Milan ad inizio stagione, avremmo vinto lo scudetto". Cosa ne pensa?
"Al momento non abbiamo scuse, infatti lavoriamo tutti i giorni e poi vediamo come andrà a finire".

Cosa pensa di Ibrahimovic?
"Avere in squadra Ibra è un plus. Quello che impressiona è il suo fisico, arrivare così a 39 anni, impressiona come sta fisicamente in campo e come aiuta i compagni. Se rompe le scatole? Molto! Sta addosso a tutti, quando sbagliamo un passaggio ci dice che dobbiamo dare di più. È una gran persona e un ottimo compagno di squadra. Alcune volte si arrabbia e ci rimprovera, ma è giusto che lo faccia e ci dica quello che dobbiamo fare".

Quanto è importante la sua famiglia?
"Ho un rapporto bellissimo con mio fratello Lucas, parliamo tutti i giorni e siamo molto uniti, fratelli fino alla morte. Se parliamo di Nazionale? No, non ancora. Quell’esultanza contro la Lazio era un messaggio per Deschamps. Sto lavorando duramente per poter andare in Nazionale. Quello che devo fare è lavorare ogni giorno e sperare nella convocazione. Sono nato a Marsiglia e cresciuto in Spagna, ma mi sento francese. La mia famiglia è in Francia e io sono francese”

Cosa pensa del suo ex compagno di squadra Hakimi?
"Non mi aspettavo il Real ci lasciasse andare via. Entrambi eravamo al Real Madrid e giocavamo poco. La cosa migliore che potessimo fare è stata quella di andarcene, perché se sei lì e non giochi, non sei felice e non ha le opportunità che vorresti avere. Però sia io che Hakimi abbiamo fatto del nostro meglio e ora siamo entrambi qui a Milano. Lui è un giocatore incredibile. Ha molto talento, velocità, qualità. Più o meno ci assomigliamo. Lo conosco personalmente e abbiamo passato molto tempo insieme. È un bravo ragazzo e un ottimo amico. Cosa gli dirò al derby? Nulla, in campo siamo tutti nemici, ma fuori siamo tutti buoni amici".

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