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Milan, chi è Rangnick? Ritratto del professore che spiegò il gegenpressing ai tedeschi

di Ivan Cardia
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Ai tifosi del Milan, Ralf Rangnick sta già simpatico. Per un semplice fatto: era in panchina, alla guida dello Schalke 04, quando la squadra di Gelsenkirchen sconfisse l'Inter con un pesantissimo 5-2 in Champions League. Nonostante Maldini lo abbia bollato, anticipando i tempi di un duo che non può coesistere, come “allenatore non da Milan”, il suo futuro è sempre più a tinte rossonere, con il doppio ruolo di allenatore e uomo mercato. Non proprio una novità, per lui che dal 2012 è uomo società della Red Bull a livello calcistico: in fin dei conti, ha proprio le caratteristiche del personaggio perfetto per guidare una rinascita. D'altra parte, è stato lui l'artefice principale del Lipsia: fondato nel 2009, il club tedesco ha vissuto tutte le proprie promozioni, dalla Regionalliga alla Bundesliga, sempre con Rangnick alla guida. Da direttore sportivo o da allenatore.

Dal 2019 guida lo sport di Red Bull. La carica, nello specifico, è quella di head of sport and development soccer del gruppo austriaco. In sostanza, coordina le varie squadre con le ali a livello mondiale, da Lipsia a New York, passando per Salisburgo, San Paolo. In precedenza, è stato l'uomo forte del Lipsia: dal 2012 al 2019 è stato direttore sportivo del club tedesco, ove ha assunto anche il ruolo di allenatore nelle stagioni 2015/2016 e 2018/2019. Nel mezzo, ha condotto anche il Salisburgo, in questo caso dal 2012 al 2015, sempre come ds. In precedenza, tanta gavetta nel calcio tedesco: giocatore di scarse fortune, ha iniziato dal modesto Viktoria Backnang per poi passare allo Stoccarda, continuare in misconosciute squadre delle serie inferiori, concludere tra Hannover, Schalke e Hoffenheim. Con un soprannome ben preciso.

The Professor. In Germania lo chiamano così dal lontano 1998. All'epoca, Rangnick guidava l'Ulm, squadra di Zweite Bundesliga, la Serie B tedesca. Il che non gli impedì di dare lezioni in diretta televisiva. Ospite di un programma tv spiegò a chi lo seguiva un concetto nuovo per il calcio europeo, l'evoluzione del pressing: il gegenpressing. D'altra parte, la sua era la squadra del momento: imbattuto nelle prime 16 giornate di campionato, giocava in un modo che il pubblico tedesco non aveva mai visto. Rangnick aveva studiato Sacchi e Zeman, ma la scoperta era arrivata un po' per caso, giocando in amichevole contro la Dinamo Kiev di Lobanovski, che sembrava in costante superiorità numerica e invece correva semplicemente più della squadra di Rangnick. Alla cui scuola, da bravo professore, si è poi iscritta l'élite recente del calcio tedesco, a partire da Jurgen Klopp, che i giocatori allenati dal collega li ha sempre comprati ben volentieri.

Klinsmann lo voleva in Nazionale. E qui arriva un momento sliding doors per la storia recente della Germania calcistica. Nel 2004, infatti, il ct Jurgen Klinsmann voleva proprio Rangnick come suo vice. In procinto di passare dall'Hannover allo Schalke, the professor rifiutò l'offerta e al suo posto l'ex pantegana bionda chiamò un certo Joachim Löw, poi campione del mondo nel 2014.

I giovani sono il futuro. E in quest'ottica, se Rangnick dovesse, come sembra, arrivare al Milan, i cinque ultratrentenni del Diavolo dovrebbero porsi qualche domanda. Il tedesco, classe '58 e quindi non giovanissimo, crede in maniera ferrea nella linea giovane. Per capirsi, nelle otto stagioni in cui ha deciso il mercato del Lipsia, i calciatori over 30 sono stati appena quattro. Più che le parole e le intenzioni, parlano i fatti.

Le tre K. Gegenpressing e giovani: detto di questi presupposti, il credo calcistico di Rangnick può riassumersi in tre K. Non ce le inventiamo noi, le ha indicate lui. Kapital, Konzept und Kompetenz: capitale, concetti e competenza. "Se ci sono queste tre cose - spiegò qualche anno fa alla Deutsche Welle - allora puoi vincere. Se ne hai solo una o due, diventa tutto più difficile". Al Milan sono avvisati un po' tutti: i grandi vecchi, perché con Rangnick bisogna correre e i giovani lo fanno meglio. Ma anche la proprietà, perché il professor Ralf è molto chiaro, anche nelle sue richieste economiche. E infine gli attuali dirigenti: con un allenatore così totalizzante, che dal mercato al campo vuole decidere tutto e vuole farlo con dei criteri ben precisi, è difficile che ci sia spazio per altri. Elliott sembra convinto.

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Mercoledì 8 Maggio 2024
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