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Le grandi trattative dell'Hellas - 2015, Toni fa il d.s. e porta Pazzini a Verona

di Luca Chiarini
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Si dice che le cose più belle nascano per caso. Un teorema universale, applicabile ad ogni sfera dello scibile. Calcio compreso. È il giugno del 2015, giornata speciale per Luca Toni che, fresco vincitore del titolo di capocannoniere - condiviso con Mauro Icardi -, festeggia il battesimo del figlio Leonardo. Sorrisi, allegria e buonumore: Luca scherza con il presidente Setti e Giampaolo Pazzini, l'amico di sempre, suggellando il momento con una foto. "Pres, portalo a Verona", suggerisce sghignazzando Toni, tra il serio e il faceto. Questo vuole la leggenda. Una boutade che segna la genesi di una splendida storia d'amore.

Qualcosa nella mente di Setti scatta: un clic, una tentazione sorniona, che si fa rapidamente irresistibile. Il patron demanda al d.s. Bigon il compito di fare quantomeno un tentativo. La strada è impervia: Pazzini, per quanto reduce da una stagione deludente con il Milan, è ancora un attaccante di primo livello. Non a caso, i gialloblù sono subito costretti a mettersi in fila: la Samp, una seconda casa per il Pazzo, ha alzato il pressing da tempo e punta a chiudere a stretto giro di posta. Il Betis ci pensa. E poi c'è la tentazione esotica del Galatasaray. Sono giorni convulsi per Pazzini, che si riserva qualche giorno per riflettere con maggiore lucidità sul suo futuro. Ancora una volta è l'amico Toni a determinare in maniera decisiva le sorti della trattativa. L'ex Bayern lo tempesta di telefonate. Gli racconta la magia di Verona, il calore della gente, le ambizioni della proprietà. Quasi una vittoria per knockout: alla fine Pazzini cede, ma con il sorriso, convinto della sua scelta.

L'offerta dell'Hellas, allettantissima, è imbastita ad hoc per un campione del suo calibro: Pazzini mette la firma su un quinquennale da un milione di euro a stagione. Un'occasione da non lasciarsi sfuggire, specie se si considera che, una volta espletate le ultime formalità, Pazzini è prossimo al compimento trentuno anni. Come ogni autentica storia d'amore che si rispetti, i travagli superano numericamente le gioie. Che però restano cristallizzate nella mente, e nel cuore. Il primo anno è un fiasco, su tutta la linea: la perdita subitanea dell'identità di squadra apre la strada alla retrocessione. Il Pazzo segna solo sei gol, ma non abbandona la scialuppa. Resta in B e si suda la promozione, da capocannoniere. Spola che si ripete nelle due stagioni successive, con la breve parentesi del prestito al Levante. Fino ad arrivare a questa, presumibilmente l'ultima in Veneto, nella quale Pazzini riesce comunque ad imprimere il proprio marchio. Annichilendo lo scetticismo iniziale - alimentato da qualche guaio fisico - a modo suo: con abnegazione, professionalità e, inutile dirlo, fiuto per il gol. Gol quasi sempre decisivi, come quello dell'irreale rimonta sul Torino o il due a uno da impazzire alla Juve.

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Lunedì 6 Maggio 2024
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