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Le grandi trattative del Torino - 2016, "Immobile 2: il ritorno": sarà soltanto una grande illusione

di Emanuele Pastorella
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© foto di Federico De Luca

E’ il gennaio del 2016, il Torino di Gian Piero Ventura è in crisi di risultati e il rapporto con la tifoseria si sta incrinando: quattro sconfitte consecutive, compresa la débacle per 4-0 nel derby di coppa Italia contro la Juventus, e una stagione che non sta rispettando le aspettative estive. A questo, poi, si aggiunge il caso Quagliarella, il quale chiedendo scusa alla curva del Napoli dopo il suo gol al San Paolo ha completamente rotto con la Maratona. Si invoca la cessione, Urbano Cairo deve correre ai ripari. E decide di rifugiarsi sull’usato sicuro, anche perché lo stesso obiettivo di mercato vuole cambiare aria: Ciro Immobile sceglie di tornare sotto la Mole, là dove ha vissuto la stagione più gloriosa della sua carriera. Insieme al gemello del gol Cerci ha trascinato il Toro in Europa e ha vinto il titolo di capocannoniere con 22 reti, l’ultimo a riuscirci in granata era stato Ciccio Graziani quasi 40 anni prima.

E’ una trattativa lampo, da meno di un milione per il prestito e un riscatto fissato a 11, è la notte tra il 12 e il 13 gennaio 2016: Immobile sbarca a Caselle tra l’entusiasmo incredibile di quasi 300 tifosi. E’ pronto a ripartire da dove aveva lasciato, seppur sia reduce da un anno e mezzo di delusioni. Prima al Borussia Dortmund, poi al Siviglia, l’attaccante campano non riesce a confermare quanto di buono aveva fatto con Ventura. Sceglie di riabbracciare nuovamente l’allenatore, sceglie di vestire nuovamente il granata per rilanciarsi e riconquistare l’azzurro perduto. Eppure, i 22 gol di un anno e mezzo prima sono soltanto un ricordo. A fine stagione saranno 5 in 14 apparizioni, una media decisamente inferiore alla stagione dei miracoli. Ma già si comincia a intravedere l’intesa con il compagno e amico Andrea Belotti, spalla perfetta per Immobile nell’attacco di Ventura e poi, si scoprirà, nella Nazionale. L’obiettivo personale, però, è raggiunto: il classe 1990 si conquista una maglia per Euro 2016.

A fine stagione con il Siviglia si discute del riscatto fissato a 11 milioni, ma tra le ambizioni diverse della punta e la frenata di Urbano Cairo nello spendere una cifra così importante, la storia d’amore tra il Toro e Immobile vive la seconda fine. E sarà anche l’ultima, perché poi le strade si separarono definitivamente. Oggi è un punto fisso, capitano e capocannoniere della Lazio, oltre a una pedina quasi insostituibile per Mancini in azzurro. Proprio con Belotti, a formare una coppia che sotto la Mole ha cominciato a trovare le prime compatibilità. I tifosi lo vedono come un secondo tradimento, ora ad ogni ritorno al Grande Torino sono sempre fischi. E aumentano i rimpianti a ripensare alle trattative di qualche anno dopo: no a 11 milioni per Immobile, sì a 15 per Niang e 25 per Verdi.

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