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Lazio dipendente dai titolarissimi? Ora non è più così

di Riccardo Caponetti
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Si diceva a inizio stagione che la Lazio dipendesse dai suoi big - i cosiddetti titolarissimi - perché era credenza che il resto della rosa non fosse all’altezza. “Con gli undici titolari la Lazio se la può giocare con tutti, nei 25 le altre concorrenti per la Champions sono più forti”, era la classica frase che ha accompagnato l’iniziale cavalcata biancoceleste. Ora non è più così, perché accanto alla 'prima Lazio' ce ne è un’altra che è cresciuta col tempo e si sta rivelando decisiva per mantenere vivo il sogno scudetto. La vittoria in trasferta a Genova rossoblù, sul difficile campo di 'Marassi', ne è l’esempio più fresco. Perché per il 2-3 finale è stato deciso dal subentrante Cataldi, ancora una volta chirurgico su punizione (come in Supercoppa con la Juventus). Perché pochi istanti prima della partita Acerbi ha alzato bandiera bianca e Inzaghi ha inserito al centro della difesa Vavro, alla sua prima da titolare in A, autore di una prestazione di spessore. Così come Marusic, tornato su livelli altissimi dopo uno stop di tre mesi. Per la terza gara consecutiva, è stato preferito a Lazzari sulla destra e ha segnato a Perin il gol del momentaneo 0-1. Loro ieri si sono presi la scena, ma bisognerebbe parlare anche di Patric, Jony e Caicedo: figure secondarie nel cast di Inzaghi ma preziosi per il successo ligure (e per tutti gli altri).

E se la Lazio non perde da 20 giornate in campionato e viaggia con una media punti da scudetto, il merito è della crescita complessiva della squadra, che non è più Ciro-dipendente. Il lavoro quotidiano di Inzaghi si vede, è lampante e non è da sottovalutare, perché non è facile tenere sempre alta la tensione nello spogliatoio e far sentire tutti importanti, dal primo all’ultimo. Lui ci riesce, anche bene: gli allenamenti sono sempre super intensi e il ritmo alto viene portato anche la domenica in partita. Il 3-2 di ieri a Genova quindi certifica due cose: la prima è che la Lazio può continuare la rincorsa alla vetta della Juventus, la seconda è che non esistono più i famosi titolatissimi d’inizio anno. Anche se quest’ultimo aspetto era già noto, perché anche con Inter, Parma, e via discorrendo a ritroso, i meriti del rendimento dei biancocelesti sono di tutto il gruppo e non dei singoli.

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Sabato 4 Maggio 2024
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