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La storia di Ansu Fati, il ragazzo dei record che ruppe col Siviglia e poteva andare al Real

di Marco Conterio
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Il ragazzo delle meraviglie del Barcellona che oggi sfida la Juventus, Ansu Fati, ha una storia che parte da un viaggio intercontinentale. Quando Bori Fati prese un aereo, la sua vita e volò in Spagna. Addio alla Guinea Bissau di Anssumane e degli altri due fratelli, poco tempo dopo lo scoppio della guerra civile. Il colpo di stato militare convinse infatti il signor Fati a cercar fortuna. Lontano da quella patria dove s'era costruito un ritaglio di celebrit da calciatore, carriera che però provò a proseguire senza tane fortune in Portogallo. Si trasferì così a Marinaleda, Spagna, in cerca di lavoro. In Spagna visse letteralmente la fame e la povertà, finché non divenne l'autista del sindaco che aiutò Bori Fati a far lasciare la Guinea-Bissau anche alla moglie, Maria Lourdes, e ai piccoli. Tre fratelli: Braima, Ansummane e Miguel, poi la sorella Djucu.

Calciatore grazie a Braima La vita è fatta d'intrecci. Di sangue e talento che scorrono nelle vene e non c'è da stupirsi dunque se la passione per il futebol sia stata una cosa di famiglia. Dal padre, dilettante senza fortune, prese la passionaccia anche Braima. Lo chiamò il Siviglia per un provino e il piccolo Ansu, scalpitante, ottenne poco dopo lo stesso. Giocava nell'Herrera ma gli andalusi non ebbero dubbi. Era lui quello su cui puntare tutto. Finché non arrivarono le grandi.

La rottura col Siviglia Arrivò il Real Madrid, che fu a un passo dal convincere la piccola stella del calcio della Guinea-Bissau, trasferitasi da poco tempo in Spagna. "Ci offrì condizioni migliori", dirà poi il padre Bori. Il Siviglia, però, fece muro mentre il Barcellona, che ebbe di lì a poco la soffiata che in Andalusia c'era un talento da non perdere, non si arrese. Col club del sud della Spagna fu rottura totale tanto che non lo a lungo, sebbene le versioni tra società e famiglia siano tuttora profondamente differenti. "Il direttore Monchi lo ha voluto tener fuori per un anno", ha avuto modo di dire poi Bori. Ansu era stato la stella del Siviglia, al Mundialito organizzato in Portogallo allora da Ricardo Godoy. L'allenatore, Chao, lo fece giocare coi ragazzi di tre anni più grandi e lo fece, a otto anni, da assoluto protagonista. Gli avversari fecero anche reclamo, chiedendo lumi sulla reale età e strabuzzarono gli occhi quando videro il passaporto di Ansu Fati.

Kubo, la tibia, l'escalation La scalata nella Masia è rapida. Al Barcellona è il gemello del gol dell'allora più celebre giapponese Takefusa Kubo, che poi passò al Real Madrid. Un'escalation interrotta solo nel 2015, quando durante una gara contro l'Espanyol si ruppe una tibia per un entrata dell'avversario. Il crack non gli impedisce però di continuare a giocare e segnare, tanto che nel marzo del 2019, arriva la prima convocazione nel Barça B dove resta però in panchina.

Il ragazzo dei record Nel luglio del 2019, firma il primo contratto tra i professionisti e poco più di dodici mesi fa, ovvero il 25 agosto del 2019, esordisce tra i professionisti a 16 anni e 298 giorni, diventando il secondo più giovane della storia del Barcellona a farlo. Poi altri record: nel 2-2 con l'Osasuna è il più giovane della storia blaugrana a segnarae. Il 14 settembre il più precoce della liga con gol e assist nella stessa gara. Nella scorsa stagione contro l'Inter diventa il più giovane di sempre a segnare in Champions, poi il più giovane di sempre a giocare e poi a segnare nel Clasico. Rinnovo fino al 2024 con clausola da 400 milioni di euro, nell'ottobre del 2019 cambia nazionalità: record per la convocazione più giovane in Under 21, record per la chiamata e per il gol più precoce di sempre anche con le Furie Rosse.

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Venerdì 3 Maggio 2024
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