La stampa inglese dà la caccia a Conte. Destino comune a molti
La panchina di Antonio Conte al Chelsea traballa. E da quando allena i Blues, lo fa per volere di altri e non per le polemiche sul mercato o per la nostalgia del nostro paese. La stampa inglese ha già iniziato l'accerchiamento da qualche settimana e, come successo nel caso di Claudio Ranieri col Leicester e, più recentemente, a Carlo Ancelotti al Bayern Monaco, la sensazione è che qualcuno abbia già voluto segnare il suo destino. Di ieri le notizie relative a una specie di ammutinamento interno dovuto alla durezza degli allenamenti, con Azilicueta fantomatico capo popolo dopo i risultati negativi ottenuti nelle ultime settimane. Ma cosa paga veramente il tecnico italiano agli occhi dei tabloid? Prima di tutto è un allenatore amatissimo dal proprio pubblico. Il carattere passionale tipicamente italiano, agli occhi dei media inglesi è una pecca e non un valore. Anche il suo essere legato alla tattica non è visto di buon occhio, in Inghilterra il calcio deve essere più libero e fisico, meno 'studiato', anche se da Ferguson in poi nessun britannico ha vinto la Premier League. Infine è stato visto di buon occhio neanche la sua voglia di tornare in Italia nel prossimo futuro.
Alcuni ci hanno visto quasi la voglia di screditare il campionato inglese, cosa assolutamente mai pensata dallo stesso Conte. Insomma, per i media, il destino dell'ex ct è segnato. Già si vocifera che non finirà il campionato in corso. La memoria in questo caso è cortissimo, visto che sul muro di Stamford Bridge è ancora bella in vista la scritta 'Home of the Champions' per i successi della stagione finita meno di sei mesi fa. In questo senso, l'augurio più grande che si possa fare a uno dei migliori allenatori in circolazione è quella di finire quest'annata nel migliore dei modi e poi di vederlo tornare in Italia dove tutti lo riabbraccerebbero anche subito. E' successo spesso in Inghilterra che i vincenti provenienti da altri paesi vengano screditati anche con un pizzico di invidia e anche in questo caso pare proprio che il percorso possa essere simile. I tifosi continuano ad urlare: "Antonio! Antonio!" a squarciagola, ma quando si muove la stampa, in UK, è difficile uscirne intonsi.