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La rivincita di Pirlo su Conte: la firma è di Ronaldo, 1-2 a San Siro per la Juve sull'Inter

di Marco Conterio
Inter-Juventus 1-2 al 90'
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© foto di www.imagephotoagency.it

Il Colle di Cristiano Ronaldo è la salita a una montagna che pare non conoscer confini. La Juventus stasera ha la rabbia del suo rigore e l'ingegno del suo raddoppio. La crisi di Governo che affrontano gli alti piani nerazzurri non si riflette sulla formazione di Antonio Conte, perché l'Inter è Viva, però dall'altra parte CR7 impone il suo regime e decide la sfida. Nel mezzo una partita fatta di proteste, scontri, polemiche, salvataggi e singhiozzi. Di studio e squadre lunghe, di ampie fiammate, di spettacolo.

Il colpo del Toro, la rabbia di Ronaldo Lukaku squalificato, davanti c'è Lautaro e il Toro incorna subito. Al suo fianco Sanchez, frizzante in apertura e per qualche fiammata sparuta. Però all'inizio brucia Demiral sul tempo, allarga per Barella nel deserto liberato da Alex Sandro. Palla per l'argentino che anticipa De Ligt, non impeccabile, meno Buffon che tradito dall'istinto buca l'intervento. La risposta Juventus però è veemente. Sulla sinistra c'è Bernardeschi e da quella parte la Juve si fa sentire. La scelta di Pirlo sorprende, tra gli ex viola è Chiesa a finire in panchina. Sulla destra, invece, c'è Cuadrado e la sensazione vivida è che ci sia una Juventus con lui e una senza di lui. Conquista il rigore, le immagini confermeranno, ma gioca una partita ben più che sontuosa. A proposito del penalty: atterrato da Young in area, Irrati al Var richiama Calvarese che avrà modo di dire poi ad Handanovic che 'è netto'. Botta di Ronaldo, centrale, lo sloveno è spettatore.

Che regalo della difesa dell'Inter Il raddoppio è la sagra dell'errore dell'Inter, corresponsabili Handanovic e Bastoni. Uscita scapestrata, anticipo a testa bassa senza senso alcuno. Ronaldo ringrazia, la palla rasoterra bacia il palo ed è 2-1. L'Inter patisce la botta ma senza Lukaku, e senza altri rinforzi dal mercato, fatica ad aver profondità davanti. Entrerà anche Eriksen, nel frattempo sbuffano per cambi Vidal da una parte e Ronaldo dall'altra. Solo che per il primo è disappunto per una gara storta e non andata come sperato. Dall'altra è la solita mania del perfezionista, che giocherebbe ogni secondo di ogni singola partita. Attaccato alla poltrona. Quella da Re, però.

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