La Juve va in ritiro fino alla sfida con la Fiorentina: decisione comune per provare a ricostruire
“Sul ritiro vedremo: domani facciamo allenamento, poi vediamo. Ci sono momenti in cui si fa perché deve servire, per riposare, non tanto per punizione. Domani ci ritroveremo e vedremo il da farsi”, aveva parlato così Massimiliano Allegri direttamente della pancia del Bentegodi dopo la brutta sconfitta, la seconda consecutiva in campionato, contro l’Hellas Verona dell’ex Tudor. Il ritorno alla base c’è stato così come la decisione: tutti in ritiro fino alla sfida con la Fiorentina in programma sabato prossimo.
Da lunedì a sabato: tutti al J|Hotel.
La mattina di domenica è stata quella del confronto nel centro sportivo della Continassa fra giocatori e staff tecnico. E la scelta, presa da entrambe le parti e col benestare della dirigenza, è stata chiara: fino alla gara contro la Fiorentina, che con la vittoria di ieri ha staccato in classifica proprio la Juventus, la squadra resterà in ritiro al J|Hotel, struttura bianconera collegata col centro sportivo. Da quest’oggi, giornata di vigilia di Champions, e per tutta la settimana l’intero gruppo squadra passerà le giornate all’interno della Continassa. Dal Verona alla Fiorentina, con in mezzo la delicata uscita europea di martedì con lo Zenit che può valere la qualificazione matematica agli ottavi di finale.
Ritiro per riflettere e compattarsi.
Non tanto una punizione, la scelta del ritiro, quella immaginata dall’ambiente, ma un modo per darsi un segnale, stare insieme, compattarsi come squadra e riflettere sulle tante problematiche (mentali ma anche tattiche) che affliggono Madama. Responsabilità, questo ha chiesto uno dei capitani di questa squadra come Paulo Dybala. A questo dovrà servire il ritiro, acquisirne di maggiore per comprendere il posto in cui ci si trova. Sei anni più tardi, era l’ottobre del 2015 dopo quel famosissimo Sassuolo-Juventus deciso dalla punizione di Sansone, la Juventus sceglie la strada del ritiro. Quella volta fu l’inizio di una scalata storica, questa, l’ambiente bianconero, si augura sia, almeno, il principio di una nuovo ricostruzione.