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L'Inter non è da tutto e subito. Decide Conte: pazienza o inevitabile separazione

di Alessandro Rimi
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Era chiaro che attraverso le sue ultime parole, le sue ultime espressioni, i suoi ultimi sguardi, Antonio Conte volesse lanciare un segnale forte. In un senso o nell'altro. Da quando è tornata in campo, incluso il recupero contro la Sampdoria, l'Inter ha ottenuto 10 punti su 18: non un disastro, ma neppure uno score da squadra che punta a tornare in corsa per il titolo. Il tecnico nerazzurro, dopo alcune sconfitte stagionali pesanti, in passato davanti alle telecamere era un leone in gabbia, rispondeva a tono a chi chiedeva spiegazioni sulle disfatte di Dortmund e Barcellona dopo il vantaggio (addirittura doppio in Germania) iniziale. Adesso non è più così: reagisce in modo blando, dà risposte banali quando sceglie di farlo, su argomenti che lo accendono invece sta zitto e rimanda a fine stagione. Ammonimenti che sanno di resa. Per quest'annata di Serie A, quantomeno.

Antonio si lamenta di una squadra che non vola più come all'alba di questo torneo, di un gruppo che da un momento all'altro nel corso di una partita si scioglie, inspiegabilmente, come neve al sole. I motivi, in effetti, possono essere molteplici: la pressione di una squadra che non sa ancora gestirla, le temperature insopportabili, la mente che corre all'indietro verso i momenti bui, la mancata personalità degli elementi fondanti quando le cose si mettono male, il mercato che ha annebbiato la mente a chi è direttamente coinvolto e chissà quanti altri ancora. Nondimeno, se quando l'Inter vince Conte sorride ed esalta il gruppo che "proverà a rompere le scatole fino alla fine a chi sta davanti", d'altra parte di fronte alla sconfitta e allo smarrimento assoluto non può chiamarsi fuori addossando le colpe ai suoi giocatori (molti dei quali sicuramente ne hanno eccome) e puntando indirettamente alla società che più che accontentarlo in tutto per tutto, invero, non poteva fare. Cercava, Conte, una società che gli permettesse di mantenere l'etichetta del tutto e subito. Questa società non può essere l'Inter: se avrà voglia di aspettare, mettendo a disposizione le sue indubbie qualità per accelerarne quanto più possibile il processo, saranno tutti contenti. Altrimenti, se la pazienza è già finita e l'attesa che sta dietro al piacere non fa proprio per lui, la separazione a fine stagione sarà inevitabile.

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Sabato 4 Maggio 2024
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