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#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: da Adu a Tsigalko, 10 grandi incompiuti dei manageriali

di Marco Conterio
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© foto di Federico De Luca

10) Henri Saivet
Era considerato, stando al potenziale attribuitogli prima dai media e poi dai videogiochi, l'erede ideale di THiarry Henry. Il più giovane a firmare un contratto pro nella storia del Bordeaux, è andato anche al Newcastle con Rafa Benitez. Una carriera normale, è tornato (da spettatore) ai Magpies.

9) Federico Laurito
Arrivato all'Udinese dal Newell's Old Boys, in un periodo dove il club di Pozzo scopriva gemme ovunque, è stato capocannoniere del campionato Primavera al primo anno. Un centravanti che sui manageriali diventava pure titolare dell'Argentina. In realtà in tanti anni ha segnato un solo gol, con la maglia dell'Empoli, in Italia. Gioca ora al Deportivo Independiente de Medellin.

8) Arturo Lupoli
In questo caso c'è prima la componente mediatica che quella ludica. Lupoli era sulla cresta dell'onda: pupillo di Wenger, potenziale futuro dell'attacco dell'Arsenal, mentre Rossi era in procinto di diventare quello del Manchester United. Fox in the box, invece, non ha rispettato le promesse. Il passaggio alla Fiorentina la chiave di volta, ora è alla Virtus Verona ma sui videogiochi era titolarissimo in azzurro.

7) Maxim Tsigalko
Allora diciottenne bielorusso della Dinamo Minsk, è diventato una leggenda del calcio online. Acquistarlo era garanzia di gol: impossibile da fermare, distruggeva record su record in ogni squadra. In realtà la sua carriera è stata ben distante da quella vissuta su Championship Manager: dopo le fortune alla Dinamo, ha girovagato all'Est, chiudendo a ventisei anni all'FC Savit.

6) Cherno Samba
Da giovanissimo è stato uno dei migliori marcatori dei campionati scolastici inglesi. Origini gambiane, vivaio del Milwall, finisce nel radar delle grandissime d'Inghilterra. Realmente. Su Championship Manager, vuoi per le qualità fisiche, vuoi per quelle tecniche, diventa un attaccante quasi da Pallone d'Oro. Era considerata una delle grandi promesse del calcio mondiale, ha finito la carriera all'FK Tonsberg nelle serie minori norvegesi.

5) Silvano Raggio Garibaldi
Un vero e proprio must per gli amanti dei videogiochi. Silvano Raggio Garibaldi, prodotto del settore giovanile del Genoa, diventava un novello Daniele De Rossi. Non solo: carisma e grinta, era perfetto anche come capitano dell'Italia. Classe 1989, gioca ora nel Como e la sua comunque onesta carriera non ha rispettato le promesse fatte ai gamers.

4) Anthony Vanden Borre
Pantaleo Corvino lo strappò alla corte di mezza Europa pur di prenderlo dall'Anderlecht per portarlo a Firenze. Terzino destro ma calciatore totale, su ogni tipo di manageriale ma anche di gioco per console diventava il miglior interprete del ruolo nel mondo. Roba da far impallidire Maicon, per intenderci. No, non ha più messo in mostra i barlumi del campionissimo intravisti all'Anderlecht. Era andato anche al Mazembe ma è stato mandato via perché fuori forma fisica. E' tornato in biancomalva, ora trentaduenne, per chiudere la carriera.

3) Nick Rizzo
Una leggenda suo malgrado. Nick Rizzo giocava nel Crystal Palace e aveva 19 anni quando l'allora celebre videogioco PC Calcio, per un bug, gli assegnò 0 anni e una discreta media di valutazione. A cinque anni, di fatto, se la giocava coi migliori della piattaforma. Come lui anche l'albanese Kuçi e non solo.

2) Tonton Zola Moukoko
Una vera e propria leggenda: nella sua pagina Wikipedia c'è una voce dedicata ai videogame. "E' famoso per essere uno dei giocatori più forti d'ogni tempo a Championship Manager. I fan gli hanno dedicato anche pagine sui social". Trequartista da Kinshasa, Zaire, arrivato in Svezia prima dei dieci anni, si è allenato giovanissimo anche con Bologna ed Empoli prima di andare nell'academy del Derby. Poi Carlstat United e via andando verso una mediocre carriera svedese. E? ora il manager del Congo United.

1) Freddy Adu
La leggenda in assoluto del web-gaming. Anche del calcio giocato e di quello americano, poi, tanto che negli States era considerato il possibile erede di Pelè. La pressione, e anche doti che non rispecchiavano le sue reali qualità, l'hanno portato a diventare milionario con gli sponsor prima che col calcio: in copertina di Fifa 2006 con Ronaldinho, cinque anni più tardi giocava al Caykur Rizespor. Ritiratosi dopo qualche mese ai Las Vegas Lights, non ha mai realizzato il sogno di giocare al Real Madrid. Visionato anche dall'Inter da giovanissimo, ora allena i giovani.

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