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#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: 1978, Mondiale della Vergogna. Gli anni di piombo

di Marco Conterio
#iorestoacasa - Tuttomercatoweb.com propone ai suoi lettori delle storie di calcio per tenerci compagnia in queste giornate tra le mura domestiche
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Jorge Rafael Videla è il dittatore che col sangue s'è preso, due anni prima, l'Argentina. E non avrebbe mai ospitato un Mondiale, in casa, sapendosi sconfitto. Non avrebbe mai aperto le porte di casa sua, sapendo che l'Argentina non sarebbe salita sul tetto del Mondo, Jorge Rafael Videla Redondo da Mercedes. 1978 è l'anno in cui il Mondo conosce la tragedia dei Desaparecidos, per la quale Videla sarà poi condannato a due ergastoli e 50 anni di carcere per crimini contro l'umanità. Sotto i suoi occhi l'Argentina vinse il Mondiale con l'inganno, nonostante i campioni in rosa. Passarella, Ardiles, Kempes. La festa fu grande, ma la gloria passò in secondo piano, davanti alla tragedia che viveva l'Argentina. Come polvere nel vento.

Viva l'Italia E l'Italia? Beh, intanto in Italia si doveva giocare un campionato. Eravamo rimasti al derby di Torino, alla Juventus che all'ultimo tuffo vince lo sprint coi granata. Trapattoni vede confermata tutta la sua rosa e prende due giovani come Fanna e Virdis. E la musica, anche quest'anno, non cambia, coi figli delle stelle bianconeri. Il 1978 è però anche l'anno di una delle più grandi sorprese del calcio italiano recente. La firma la Lanerossi Vicenza di Giovan Battista Fabbri, seconda al termine della stagione. La stella è un ragazzo di Prato, cannoniere dell'ultima B e pichichi anche di questa Serie A. E' Paolo Rossi, 24 gol sui 50 che il Vicenza farà a fine stagione. La Juve, di lì a poco, non ebbe dubbi.

30 ottobre 1978 Renato Curi sfida la Juventus al Comunale di Pian di Massiano col suo Perugia. La gara ha inizio alle 14:30 e il primo tempo trascorre combattuto da entrambe le parti, mentre una fitta pioggia si abbatte sul capoluogo umbro; alle 15:34, cinque minuti dopo l'inizio della seconda frazione, sugli sviluppi di una rimessa laterale nei pressi del centrocampo, Curi fa uno scatto per raggiungere la palla, ma dopo pochi metri si accascia a terra: morirà poco dopo, stroncato da un arresto cardiaco, all'età di ventiquattro anni. Perugia sarà casa sua per sempre, tanto che pochi giorni dopo gli verrà intitolato lo stadio. Per non dimenticarlo mai.

Toro terzo Il Torino, protagonista nelle ultime due annate, finì il campionato terzo, a pari punti con il Vicenza. Dietro, poi, il Milan e quinta l'Inter che però conquistò la Coppa Italia in finale contro il Napoli. A decidere la sfida, dopo il vantaggio azzurro di Restelli, Altobelli e Bini. Un bel riscatto, dopo la finale persa l'anno prima contro il Milan. Un bel modo, per sentirsi vivi.

Il sequestro Moro L'Italia, intanto, vive i suoi anni più bui. Il sequestro Moro, l'assassinio di Peppino Impastato. Anni neri, anni di piombo, le Brigate Rosse. E' l'anno di Papa Luciano, Giovanni Paolo I, il Papa dei 33 giorni. La Spagna diventa democrazia dopo 40 anni di dittatura e in Argentina, nel Mondiale della vergogna di Videla, l'Italia arrivò alla finalina e tanti criticarono aspramente un Dino Zoff considerato al tramonto. Ma non sarebbe stato così. Avrebbe continuato ancora. Ancora. Ancora.

Cruyff dice no Johan Cruyff, genio d'Olanda, non andò in Argentina. Leggenda vuole che rifiutò per contestare la dittatura di Videla ma svelò poi di aver deciso di non partire per il Mondiale per un tentativo di rapimento ai danni suoi e della famiglia. Magari non sarebbe cambiato nulla, nella notte di Kempes, con il 14 in campo, quella notte. Però chissà. Forse sarebbe stato l'eroe del Mondiale maledetto, quella notte. Perché si sa, la notte, appartiene ai sognatori. E agli innamorati.

La donna volante E' stato l'anno di Sara Simeoni e dei suoi 201 centimetri, il 1978. L'anno pure di Sandro Pertini Presidente della Repubblica, di Karol Wojtyla Papa e se ne va pure uno dei più grandi portieri di sempre, Ricardo Zamora, tanto che il premio della difesa meno battuta in Spagna ha sempre il suo nome. Ah, è pure l'anno della nascita di un gran pezzo di donna come Elisabetta Canalis. Sì, delle signore non si dice l'età, ci perdoni e per parcondicio dicimo pure Seredova e Laetitia Casta.

La Juventus schiacciasassi Quindici vittorie, quattordici pareggi ed una sola sconfitta. La Juventus è una schiacciasassi, in questa stagione e termina il campionato a più cinque dal Vicenza secondo. Trapattoni ha creato una generazione d'oro, solo all'inizio, di talenti veri, di campioni e di senatori. L'unica sconfitta arriva in ottobre, contro la Lazio, un sonoro 3-0. Troppo poco, però, per finire all'Inferno.


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