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Inter, Biraghi: "Quando Conte mi chiamò, capii che presto sarei tornato a Milano"

di Alessandro Rimi
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Alle domande social sui profili ufficiali dell'Inter, questa volta risponde uno che nerazzurro lo è da sempre: Cristiano Biraghi.

Ciao Cristiano, come stai e come vivi queste settimane?
“Bene dai, per fortuna in famiglia stiamo tutti bene. Un momento difficile per tutti quanti, normale che il pensiero vada alle famiglie colpite e alle persone che stanno lavorando per mettere un fermo a questo virus. Sicuramente nella negatività, una delle poche cose positive è che si passa molto tempo in famiglia, riscoprendo le cose che prima non si facevano più come le lunghe conversazioni con parenti e amici. Si cucina, si pulisce casa e si riflette in generale sulla vita che ti fa dimenticare le cose più belle e semplici. La sveglia avendo le bambine suona presto. Ci si divide i compiti di casa, faccio giocare le mie figlie infondendo loro serenità. Il club ci ha fatto recapitare le strutture per allenarci che aiutano pure a sfogarsi. Difficile stare dentro casa e non uscire quasi mai. Mi son tagliato i capelli e la barba da solo (ride, ndr). Non ne sono molto capace, non viene bene come dal barbiere, ma provo a tenermi sistemato”

Se chiudi gli occhi, qual è la tua gioia più grande da quando sei tornato?
“L’esordio stagionale il gol in Europa League. Peccato per l’assenza dei tifosi a San Siro, non dico che sia stata una gioia a metà, ma non è lo stesso. I tifosi interisti li conosco perché sono uno di loro: un popolo capace di soffrire, ma anche di gioire all’ennesima potenza quando si vince qualcosa come il triplete. Quando potevo andavo sempre allo stadio, poi da quando ho iniziato a giocare la seguivo più dalla tv”

Cosa ti piace fare nel tempo libero?
“Durante la stagione calcistica, di tempo non ce n’è molto. Mi piace stare in famiglia, fare delle mini-trasferte”

Che attività fai in casa per tenerti in forma?
“Una seduta di forza al mattino, poi cyclette e tapis roulant nel pomeriggio. Mi manca correre all’aperto, ma si fa quel che si può”

Come ti trovi con i tuoi compagni?
“Devo dire che il gruppo molto sano, genuino e solido. Grazie questo a chi è all’Inter da più tempo come Handanovic e Ranocchia. Trasmettono cosa vuol dire indossare questa maglia. Con Bastoni e Barella spesso andiamo agli allenamento insieme, le nostre mogli sono amiche. In generale ho un bel rapporto con tutti”

Il più serio e il più comico?
“Tanti sono seri quando serve e comici quando ci si può lasciare andare”

Qual è il momento più emozionante che hai vissuto?
“Ne ho avuti tanti e me li sono goduti tutti. Tra i più belli quelli di indossare le maglie dell’Inter e della Nazionale”

Quali sono i tuoi sogni "calcistici"?
“Vincere con i colori nerazzurri. Ogni volta che entro ad Appiano è un sogno, da bambino volevo stare lì, aspettavo i giocatori per fare foto e autografi. Non si può descrivere quanta passione c’è. Per questa maglia gioco da tifoso, prima che da calciatore. Sono nato con la maglia dell’Inter che mio papà mi fece indossare appena nato”

Quali emozioni hai provato in uno spogliatoio pieno di campioni?
“Come quello dell’Inter di Mourinho: vedevo quei calciatori come fossero inarrivabili. Mi sembrava di stare in un parco giochi”

Cosa hai provato quando in estate ti ha chiamato Conte?
“Era una trattativa già in piedi da qualche settimana e io speravo andasse in porto. Quando mi ha chiamato il mister, ho capito che forse sarebbe andata bene”

Com’è nato il tuo ruolo?
“Facevo l’attaccante esterno, a 12-13 anni son stato dirottato indietro. La mia tendenza comunque mi porta a giocare largo”

Quale giocatore della storia nerazzurra ami di più?
“Ronaldo il Fenomeno, il mio idolo da bambino”

Chi ti ha ispirato maggiormente in passato?
“Chivu che era anche un grande uomo. Facchetti era fortissimo, ma non l’ho vissuto”

Qual è il tuo tatuaggio preferito?
“Quello che riporta i nomi delle mie due figlie”

Gesti scaramantici prima del calcio d’inizio?
“Non ho riti particolari”

Perché hai scelto il numero 34?
“Perché è stato il mio primo numero di maglia in Prima Squadra. Mi ci sono affezionato e quando ho potuto l’ho scelto anche in altre squadre. Ora qui era libero e l’ho ripreso volentieri”

Cosa ti ha detto Materazzi dopo il super gol al Manchester City?
“Non le parole, ricordo gli schiaffi che mi diede nei giorni seguenti”

Ricordi la prima partita a cui hai assistito al Meazza?
“C’era l’Inter, vidi una doppietta di Branca, ma non ricordo l’avversario”

Quali altri sport segui?
“Il tennis mi appassiona sia dalla tv sia live. Mi piace anche il basket”

Com’è stato vivere la scomparsa di Astori?
“Un momento difficile della mia vita, ma anche di quelle degli altri compagni. Penso di essere maturato molto mentalmente. Una cosa così ti cambia, guardi la vita in modo diverso, pensi che in campo bisogna lottare anche per Davide. Un evento davvero tragico, spesso sento anche i fratelli, con la sua famiglia. Cerco di parlarne meno possibile perché la ferita resta aperta”

Come ti vedi in futuro?
“Spero di giocare almeno altri dieci anni. Non so ancora se mi piacerebbe rimanere nel calcio o buttarmi su altro. Sto pensando alle alternative, ma c’è ancora tempo”

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