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I segreti dell'Italia, l'addio al Torino e Donnarumma al PSG: Sirigu si racconta a 360°

di Simone Bernabei
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© foto di Insidefoto/Image Sport

L'Italia all'Europeo, l'addio al Torino, il futuro e il rapporto con Gigio Donnarumma. Salvatore Sirigu ha parlato a Sky Sport soffermandosi sui tanti temi d'attualità, iniziando ovviamente dal successo azzurro di Wembley: "Sirigu importante nello spogliatoio azzurro? Non c'è un segreto, sono stato me stesso. Ce la siamo goduta. Ho avuto la fortuna di fare tante competizioni con la Nazionale, forse sapevo ciò di cui aveva bisogno la squadra ed il gruppo. Ho messo la mia esperienza a disposizione del gruppo. Per me però non è niente di nuovo".

Come si convive col mercato durante un Europeo?
"Il mercato fa parte della nostra vita ogni estate, a prescindere dall'Europeo. E' innegabile che certe notizie possano essere sulla bocca di tutti anche nello spogliatoio. Alcune erano delineate, altre si sono sviluppate durante l'Europeo anche se non essendoci mai stati casi eclatanti non c'è mai stata troppa attenzione. Allo stesso Donnarumma sapevamo che gli sarebbe scaduto il contratto il 30 giugno e si sapeva già come sarebbe andata a finire. Comunque tutti siamo abituati ad essere al centro delle voci e delle trattative, fa parte del nostro lavoro e fortunatamente non ci ha minimamente distratto".

La crescita ed il mercato attorno a Locatelli? "Non ne ho parlato, anche perché avrebbe sbagliato persona a parlare con me della Juventus. Lui soprattutto all'inizio era molto focalizzato, era molto concentrato sulla partita e sul godersi il momento. Era concentrato sulla squadra e non sul mercato, che è una conseguenza di quello che si è visto all'Europeo".

I bigliettini ai compagni durante gli Europei?
"La cosa dei messaggi è nata casualmente, andando ad Italia-Turchia scrissi un messaggio alla squadra nella nostra chat di gruppo. Da quel momento è diventato quasi un rito, lo preparavo prima perché ci voleva tempo. E tutti lo aspettavano. Nel calcio la cabala e i riti scaramantici ci sono, quindi abbiamo continuato. Anche i messaggi personalizzati sono stati abbastanza spontanei. Il pomeriggio della finale non riuscivo a dormire, mi sono fatto portare dei fogli bianchi e ho scritto un pensiero personale su ognuno, facendo anche un video con i familiari. Quando Chiellini lo ha visto si è emozionato".

Cosa avrei scritto per me stesso?
"Non so, sono cose spontanee. Ho cercato di essere un appoggio per tutti, ho cercato di caricarci al massimo. Dopo questa scarica di emozioni, che è servita, siamo stati una squadra con cuore e anche anima in tutto e per tutto. Chiellini lo conosco da tanto, l'ho visto con una serenità strana addosso. Si divertiva, se la godeva, ha preso col sorriso ogni cosa. E' stato sempre positivo ed è stato davvero una guida. La fortuna arriva quando te la cerchi e giorgio se l'è meritata".

Cosa ho detto a Donnarumma del PSG?
"Gli ho parlato della città. Ma è un ragazzo intelligente e non ha bisogno di consigli. Prima dei rigori? Sì, abbiamo parlato. Ma sono cose nostre e resteranno tali. E' un ragazzo che ascolta e si mette a disposizione e cerca di imparare da tutto e da tutti. Se ha fatto questa scelta è perché ne è sicuro, è perché lo hanno voluto. Hanno un portiere fortissimo come Navas, ma se vuoi essere il migliore devi fare anche dei sacrifici. Io se sono una squadra ambiziosa e posso prendere il migliore al mondo a zero lo prendo, anche se ne ho un altro forte in casa. Era un'occasione troppo ghiotta".

La crescita di Insigne?
"Ha avuto anche una crescita tattica, è diventato un giocatore molto intelligente. Ha una posizione preferita, che è quella larga a sinistra perché col destro può fare tutto, ma è stato molto disciplinato anche tatticamente e in copertura, se abbiamo fatto bene difensivamente lo dobbiamo anche a lui e a Immobile".

L'addio al Torino?
"Sono arrivate critiche importanti, a volte ci sono passato sopra e a volte sono state di stimolo. A volte però sono arrivate troppo pesanti e mi hanno dato fastidio, io non mi faccio vedere sui media e sui social, io incasso e sto zitto e ogni tanto sputo veleno. Mi ha dato fastidio che nessuno abbia preso le mie difese, per una volta lo meritavo almeno come persona. L'addio? Succede nel calcio, eravamo arrivati alla fine di un ciclo e basta. Rimpianti? Un po' sì, non è semplice andar via da una squadra dove hai lasciato il cuore e da ragazzi a cui voglio bene. Ma uno deve guardare in faccia la realtà, vedere se sei apprezzato... A volte serve vedere cosa si è fatto per trattenere un giocatore, non solo nei mesi di mercato. Io ho dei valori e quando vengono a mancare mi dà fastidio. Sistemerà tutto Branchini, nei prossimi giorni saprete tutto. Io sono felice di quello che sarà".

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