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Higuain si tiene stretta la Juve: "Ho due anni di contratto, li rispetterò"

di Ivan Cardia
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© foto di Imago/Image Sport

Lunga intervista di Gonzalo Higuain ai canali argentini di FOX Sports. Il centravanti della Juventus ha parlato di tanti temi, dal suo futuro in bianconero alla decisione di lasciare la nazionale albiceleste. Con ampi passaggi sulla finale mondiale contro la Germania. Si parte, però, dall'attualità: "Va tutto bene. Andare via? No, resto qui. Sicuramente voglio rispettare il contratto che ho, voglio rimanere qui. Mi trovo molto bene, conosco i miei compagni, lo staff, ho amici qui e voglio dare il massimo in questa stagione, cercando di migliorare sempre. È quello che sto cercando fare".

Quanti anni di contratto hai?
"Quest'anno e quello successivo".

Cosa pensi di un ritorno al River Plate?
"Non chiudo mai la porta a nulla, c'è un gran tecnico e dei compagni che conosco, la gente del River è sempre stata spettacolare nei miei confronti. Però ora penso al presente e a dare il massimo in Italia".

La Nazionale è una storia chiusa?
"Voglio essere sincero, per me è una cosa importantissima, ho vissuto momenti belli e brutti. Però bisogna cercare sempre il lato positivo delle cose, ho preso questa decisione per varie ragioni".

Se ci fosse stato il VAR nella finale con la Germania, sarebbe cambiato tutto.
"Non si può guardare al passato. Chiaramente sarebbe stato diverso, però bisogna guardare avanti".

Segui il River?
"Sì, lo seguo sempre. Sono contento quando le cose vanno bene, e spero che vadano sempre meglio".

Com'è Cristiano Ronaldo nello spogliatoio?
"Avevamo già giocato insieme al Real, sono passati tanti anni e ho trovato un altro giocatore, una persona più matura, con una famiglia. Ho avuto un buon impatto e sono contento di averlo ritrovato".

Vedi un destino europeo per Marcelo Gallardo?
"Sta facendo grandi cose al River, ha vinto tanti titoli e ovviamente è un tecnico che dà un'impronta molto buona alle squadre che dirige. Può avere un grande futuro in Europa".

Hai giocato in Spagna, Italia e Inghilterra. Qual è il campionato più bello?
"Dell'Inghilterra posso parlare poco, ovviamente. Però a livello di impatto fisico è stata quella che ho sofferto di più. In Italia è dura, le difese sono forti, però la verità è che in Inghilterra qualsiasi squadra può battere qualsiasi avversario: è un campionato tosto e per quel poco che l'ho vissuto è difficile ambientarsi rapidamente come succede in altri campionati".

Come hanno vissuto i social il tuo addio all'Argentina?
"La maggior parte sono stati messaggi di ringraziamento per quanto fatto con la Nazionale. Ho giocato tanti anni con l'Argentina, ho sempre giocato col massimo della voglia: può andare bene o male, ma siamo umani e non robot, come pensano tanti. A parte questo, io sono contento. Ho una figlia bellissima, che mi dà felicità tutti i giorni, una famiglia che mi aiuta. Chiudere con la nazionale mi lascia la possibilità di essere tranquillo, pensare ad altre cose. La verità è che non so tirare un bilancio: ho cercato di dare il massimo, non abbiamo magari ottenuto quel che avremmo voluto ma saluto a testa alta".

A tu per tu con Neuer rifaresti lo stesso?
"È stata un'occasione insperata, non so se tornando indietro farei un'altra scelta, ma colpire così è stata la prima decisione che mi è venuta in mente. Forse era più facile fare altro, ma è andata così".

Chi può essere il nuovo numero 9 dell'Argentina?
"Lautaro è forte, gioca in una grande italiana e se saprà farsi forte anche con le critiche lo vedo interessante. Ovviamente il numero 9 deve segnare: se fai una bella partita ti apprezzano e invece se non lo fai non succede altrettanto. Lautaro è bravo, deve essere forte per affrontare i momenti meno facili".

Che consiglio gli daresti?
"Ha 22 o 23 anni, ora non ricordo. Gli auguro una carriera straordinaria, le condizioni ci sono tutte. Gli consiglio di cercare sempre di migliorarsi, chiaramente tutto è facile quando parlano bene di te. Devi farti forte quando le cose non vanno bene, come ho detto prima. Penso a cosa hanno sempre detto tutti i numeri uno della storia".

Maradona è tornato ad allenare nel campionato argentino.
"Non ho parlato recentemente con Diego. È un idolo mondiale, ovunque vada la gente lo vede come una gran bandiera. Mi ha portato al mondiale dopo che avevo giocato soltanto due partite nelle qualificazioni, gli sarò sempre grato".

Come allenatore si parla sempre del suo carisma e poco delle sue qualità tecniche. Com'è come allenatore?
"Diego ti genera qualcosa dentro".

SuperClasico in semifinale di Libertadores. Che partita sarà?
"È una partita bellissima da vedere, non me lo perderò sicuramente".

Hai visto la Copa America?
"Sì, magari a tratti. Però l'ho vista".

Come hai visto Messi? Ha chiuso con una grandissima polemica.
"L'ho visto bene, determinato. Leo è importante per quello che dice, per quello che rappresenta. Ha parlato col cuore e ha detto quello che sentiva. Poi in campo si può giocare bene o male, però Leo è una cosa straordinaria".

Ti resta qualche anno da calciatore. Poi ti vedi sempre nel mondo del pallone?
"In verità credo sia difficile che resti in questo momento. Però poi bisogna vedere: quando uno smette magari continua ad allenarsi, resta legato. Però al momento lo vedo difficile. E comunque penso al presente, a godermi il calcio il più lungo possibile".

Tanti tuoi compagni di nazionale hanno parlato male di Sampaoli. La gestione dello spogliatoio era così cattiva?
"Con tutto il rispetto, non mi piace parlarne. Sono cose del passato e non voglio tornare sul tema: quel che è successo è successo".

Che altri progetti hai, a parte il calcio?
"Mi piacerebbe aprire una scuola per bambini, ha una connessione col calcio ovviamente: potrei insegnare quello che ho sofferto e le cose per cui ho dovuto lottare. Credo che sarebbe molto bello, mi piacerebbe".

Hai detto che resterai alla Juve almeno fino al termine del tuo contratto attuale. Poi potresti tornare al River?
"L'ho detto prima, non chiudo alcuna porta. Il futuro è incerto, ora ho due anni di contratto qui e poi vedremo. Sono sempre legato al River, ai calciatori e ai tifosi. A dire la verità, non so cosa succederà. Però al momento voglio godermi la Juve".

Cosa potresti trasmettere ai bambini?
"Vent'anni fa la critica non era così presente, non c'erano i social, magari c'era un solo canale in TV. Ora devi affrontarla e penso che per i bambini, se vogliono sfondare nel calcio, sarà più difficile. Magari ha più risalto una cosa sbagliata rispetto a otto cose buone. Vorrei insegnare a credere nelle proprie possibilità. Devi essere sempre sicuro di te stesso: tanti giornalisti dicevano che avrei lasciato la Juve, ogni giorno. Io ho iniziato giocando da titolare e sto scalando la montagna, però devi farti forte".

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