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Hellas Verona, il presidente Setti: "Senza la rivoluzione non ci saremmo salvati"

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di Francesco Galvagni
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Dopo la salvezza conquistata con una giornata di anticipo, il Presidente dell'Hellas Verona Maurizio Setti romperà finalmente il silenzio al termine di una stagione travagliata ma culminata nel migliore dei modi. Il numero uno gialloblù parlerà dunque dalla sede del club per commentare il campionato che si chiuderà domenica con la sfida all'Inter al "Bentegodi" e per illustrare quelli che saranno i suoi progetti futuri. Potrete seguire la DIRETTA LIVE testuale della conferenza stampa su TUTTOmercatoWEB.com.

14.00 - Inizia la conferenza stampa

Qual è la situazione del Verona ad oggi?
"L'intento è di avere sempre una salvezza più tranquilla, da 13 anni cerco di avere due cose equilibrate, la salvezza e i conti con una logica. Di errori se ne fanno, tutti li fanno, nella mia figura si è sempre cercato di fare il calcio che possiamo fare, un calcio che porta normalmente alla salvezza, un risultato che la piazza merita, ma al contempo c'è il rischio di retrocedere, ogni anno è sempre più difficile, ci sono proprietà straniere che arrivano con investimenti importanti. Poi ci sono proprietà che fanno investimenti importanti ma non vanno a buon fine, penso al Sassuolo".

Sogliano e Baroni resteranno al Verona?
"Nella mia esperienza ho capito che i contratti ci sono ma valgono poco. Non abbiamo ancora parlato, vogliamo finire bene questo campionato poi inizieremo a fare le valutazioni di quello che ci aspetterà, insieme e in grande serenità".

A gennaio c'è stata una rivoluzione, perchè?
"Normalmente il Verona fa cessioni, nel mercato estivo non è successo perchè le offerte sono arrivate troppo tardi, il punto fondamentale è che la rivoluzione di gennaio viene fatta con quattro giocatori titolari, quattro che erano riserve, e tanti non hanno mai giocato ed erano fuori rosa. Senza rivoluzione non ci si sarebbe salvati, questo l'abbiamo deciso insieme a mister e d.s.. Tanti giocatori non volevamo più restare qua, l'unico era Ngonge che però ha avuto una valutazione troppo elevata per non cederlo, gli altri speravano in contratti migliori o situazioni diverse. Questo club vive di plusvalenze quindi non avendole fatte prima avrei dovuto farle dopo".

Il Verona è in vendita?
"Di concreto e vero non c'è mai stato nulla, solo degli avvicinamenti, il club è aperto a delle opportunità, se arriva il socio di capitale ben venga, se arriva una persona facoltosa che può portare il club a risultati migliorativi ben venga, io non ho gli occhi a mandorla, non sono un fondo, non ho le possibilità finanziarie per fare campionati da primi sei posti ma penso di aver dimostrato in questi anni il calcio che mi posso permettere al massimo. Quello che posso promettere ai nostri tifosi è che si deve capire dove si cala questa realtà. Ho raggiunto il record di campionati consecutivi in Serie A, quindi se nessuno prima ci è riuscito bisogna farsi delle domande, poi se arriva qualcuno che può migliorare la situazione e portare il club a lottare per altri obiettivi io sono aperto".

E' stata una stagione complicata anche per le vicende extra-campo, Volpi, Parma...
"Con Volpi avremmo potuto risolvere la situazione nove anni fa ma l'abbiamo risolta adesso. Per quanto riguarda Parma è una cosa che non mi riguarda ma appartiene ad inizio anni 2000 (Gilardino, Mutu, Vanoli). Pur avendo ragione abbiamo deciso di transare questa operazione anche se togliersi 8-10 milioni dalla sera alla mattina non è cosa facile. Comunque ora il club è perfetto e sono molto contento. Non voglio farmi i complimenti da solo ma penso che dal giorno della prima conferenza ad oggi abbiamo fatto tanti passi in avanti. Se devo darmi un voto è alto, non 10 nè 6 ma una via di mezzo".

Quanto vale il Verona?
"Ci sono tanti parametri, è un club con una grande storia, con una splendida città, uno zoccolo di tifosi, un parco giocatori importante, chiunque si voglia approcciare ha comunque dei parametri da rispettare, oggi dire una cifra sarebbe difficile".

In estate però stavi trattando la cessione del club...
"Le trattative sembravano reali, vere, è una bella storia ma ve la racconterò più avanti quando potrò farlo. Il calcio è cambiato, non è più quello nostalgico dei Mazzola o dei Rivera" .

Quindi il Verona non lo vende?
"Oggi mi sento solo, ho costruito rapporti importanti con tutti, penso di poter stare nel tavolo con qualsiasi trattativa ma al momento non c'è stato nessun avvicinamento con alcun investitore".

Capitolo centro sportivo, il "Bottagisio" è all'asta...
"E' una possibilità, si valuterà cosa fare, prendere un centro del genere comporta delle scelte perchè comunque non ci potresti mettere dentro tutta la famiglia, è un'opportunità da non sottovalutare. Il calcio di oggi è con le cuffie, i centri devono avere delle caratteristiche con un certo tipo, vedremo".

L'anno prossimo tante proprietà straniere quanto italiane, è sempre più difficile stare dentro la giostra?
"Io penso che sulla carta è come dici tu, le proprietà straniere che arrivano hanno capacità di spesa e investimenti importanti, io sarei contento di avere un partner, un socio. Poi quando entri negli ambienti nostri penso che ci posso ancora stare. Penso che questo sia stato il campionato più difficile che ho affrontato. Non vorrei essere nei panni di chi domenica si deve scannare per salvarsi. Spero finiscano i discorsi per cui è più conveniente andare in B per prendere il paracadute, sono cazzate allucinanti, anche perchè la B è sempre più difficile. Poi è vero che in A ormai ci sono dei costi veramente allucinanti ed è sempre più difficile. I diritti sono sempre meno e le spese sono sempre di più, si deve arrivare a quello che è un auto-sostentamento del calcio".

Nella vittoria dell'Atalanta c'è anche l'impronta di tanti imprenditori bergamaschi che a Verona sembrano non interessarsi, con gli Europei il Bentegodi sarà rimodernato?
"Ho sempre cercato di coinvolgere imprenditori veronesi e ho sempre trovato un ostacolo, tra tifosi, nomea e via dicendo. Io ho visto sempre un miglioramento. Poi i nostri tifosi non sono meglio o peggio di altri che ci sono in giro. Poi chiaramente non vado in giro col piattino a chiedere niente a nessuno. Se poi ci fosse qualcuno che vuole intervenire ben venga. Tutti gli interventi allo stadio, magari invisibili come lo sky box, sono stati fatti da noi in autonomia. Tommasi si sta dando da fare, non so se qualcosa verrà fatto e come verrà fatto. Lo stadio non deve vivere un giorno alla settimana ma sette su sette, l'importante non è tanto ristrutturare lo stadio ma avere un progetto, e per i progetti servono i soldi, perchè altrimenti restano nei cassetti. Non so se sia l'Europeo che sblocca la situazione o se ci sia qualche fondo immobiliare. Poi è anche vero che abbiamo fatto le leggi per fare gli stadi più velocemente ma io vedo ad esempio Bologna dove Saputo aveva promesso lo stadio e ancora lo deve fare anche dopo 300 milioni di investimenti".

Il governo vuole introdurre una nuova normativa in fase di controllo, cosa ne pensi?
"Tanti politici parlano ma non capiscono che ci sono club che di fatto sono imprese che danno da mangiare a 500 persone, che muovono masse, che producono tasse, e nonostante questo vedono forse solo il lato sociale, mettendo sempre più incombenze e ti portano a spendere sempre più soldi. Ricordo che il cinema ha avuto un miliardo a fono perduto, il calcio niente. Ti vedono come il cretino che fa calcio, io mi sento così anche se molto meno di altri. Devono capire che il calcio è uno spettacolo, una partita in Champions del Milan produce 6 milioni di ricavi, una all'estero 12-13 perchè c'è tutto un indotto con lo stadio dietro e da questo punto di vista siamo dei fenomeni a portare ancora squadre in finale in Europa. Per quanto riguarda le nuove introduzioni del governo in materia di controllo non le capiamo, non sapremo come andrà a finire ma siamo tutti concordi sul fatto che non ci sia alcuna logica sul fatto che una terza parte governativa dopo federazione e Covisoc venga a controllare se tutto va bene o no".

La querelle con Volpi si è chiusa, come sono i rapporti con lui?
"A livello personale qualche problema me l'hanno creato, fortunatamente però ho le spalle larghe, si poteva risolvere tutto nove anni fa ma è finito tutto adesso".

Se trovassi un socio...
"Non fatemi dire cose di cui poi mi pento, come il modello Borussia Dortmund che poi mi tirate dietro (risata generale). E' chiaro che se ci fossero più disponibilità anzichè vendere quattro giocatori ne vendi due. Il calcio è cambiato, un allenatore che sta in un club tanto tempo è perchè ha un'età tale in cui ha già fatto prima e si vuole sistemare. Se prendi l'allenatore giovane se è bravo ti va via, se prendi il giocatore giovane se è bravo ti va via, quindi devi trovare un giusto mix tra giovani e gente di esperienza che ti portano a fare un campionato soddisfacente, come l'anno di Tudor".

Baroni finisce la stagione dopo anni con tanti cambi, è mai stato in bilico?
"Credo che non sia stato mai in bilico, ci siamo sempre confrontati, mi ricordo che mi disse a Genova che voleva cambiare modulo, io gli ho detto di fare quello che si sentiva, a me alla fine cambiava poco. La frenesia di cambiare allenatore io non l'ho mai avuta. Con Baroni ho avuto un rapporto cordiale e sincero, non sono uno che chiama tutti i giorni, bastava un confronto o due a settimana. Lui è leale e ha il modo giusto di fare calcio".

14.54 - Finisce la conferenza stampa

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