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Gosens: "Sorpreso dalla chiamata dell'Inter. Voglio aiutare, spero di averne la possibilità"

di Ivan Cardia
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Robin Gosens a 360 gradi. Il laterale tedesco dell'Inter, a segno con il Bologna ma finito anche fuori dai radar della stagione nerazzurra, è stato intervistato da Dazn.

Ti ricordi quanto ti ha pagato l'Atalanta?
"Mi pare che era una cifra sotto un milione. 700 mila euro? Se il mio valore è aumentato fa capire la crescita che ho avuto, sono arrivato come uno sconosciuto e sono diventato un giocatore da Nazionale, da Serie A".

Cosa hai provato quando è arrivata la chiamata dell'Inter?
"Felicità enorme, sono arrivato in una delle squadre più forti al mondo. Anch'io ero sorpreso, la chiamata è arrivata nel momento peggiore, quando era ai box per infortunio. Però c'è da dire che per tre anni ho lavorato benissimo".

Cosa manca per vedere il vero Gosens?
"È una domanda difficile, anche io sto riflettendo tantissimo perché voglio capire come funziona il mio corpo e perché non funziona come voglio io. È stato un infortunio molto grave, forse ho sottovalutato l'impatto sul mio corpo: non ho giocato per un anno praticamente e senza partite non puoi avere il ritmo e la fiducia che mi servono. Sto arrivando, mi sento sempre meglio e l'ultimo step è quello di giocare con continuità".

Il rapporto con Simone Inzaghi?
"È una persona molto empatica, parla tantissimo con i giocatori perché vuole capire le cose in campo ma anche sapere come stiamo noi fuori dal campo. Si sente ancora calciatore e capisce molto bene i suoi giocatori: questo è importante, anche quando ho problemi posso andare nel suo ufficio a parlargli e questa è una grande qualità".

Hai rifiutato alcuni club per l'Inter?
"Ho fatto bene nell'Atalanta, quindi prima o poi arrivano squadre interessate. Io ho avuto sempre in mente o di andare in Germania o di rimanere in Italia, perché la mia famiglia qui è sempre stata bene. Per me l'Inter è stata la chiamata giusta al momento giusto".

Il tuo idolo da bambino?
"David Alaba, del Bayern. Mi ha impressionato sempre, faceva tutti i ruoli a livello altissimo".

Il momento più bello e quello più brutto?
"Il gol con la Germania all'Europeo e l'infortunio in Champions, contro chi non mi ricordo neanche".

Se segni a Bergamo esulti?
"No".

Il rapporto con Gasperini?
"Mi ha fatto crescere in maniera pazzesca, mi ha insegnato cose che non sapevo di essere capace di fare. Ho fatto ore e ore di video per farmi capire quando andare e quando stare fermo, posso solo ringraziarlo per questi quattro anni: senza di lui non avrei mai avuto l'occasione di andare in un club come l'Inter".

E il mondo Atalanta?
"Posso solo dire grazie, a società, tifosi, compagni: è grazie a loro se sono diventato il calciatore che sono adesso. C'è un rapporto incredibile che rimarrà per sempre".

Il momento più difficile della stagione?
"È già passato, ne siamo usciti bene e l'Inter deve avere l'ambizione di arrivare il più in alto possibile. Abbiamo raggiunto gli ottavi, in campionato c'è ancora un po' di distanza a livello di punti ma la stagione è lunga e nessuno sa come finire. Possiamo solo dire che siamo pronti per tutto quello che arriverà".

Il gol al Barcellona è un momento che può cambiare la tua stagione?
"Speriamo. A livello personale è stato un momento molto emozionante, non tantissimi giocatori hanno la possibilità di giocare al Camp Nou e di fare un gol importante. Sarà un ricordo che porterò sempre con me, ma spero che abbia un impatto sul mio futuro all'Inter. Sono qui per dare una mano alla squadra, spero di avere altre occasioni in cui potermi ripetere".

Il momento decisivo della tua carriera?
"Sicuramente la partita quando ho giocato con i miei amici e mi ha visto lo scout del Vitesse. Ero mezzo ubriaco e ho fatto la partita che mi ha portato in Olanda".

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