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Fonseca, mercato e settore giovanile: ecco il piano di Pinto per la Roma

di Dario Marchetti
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Il gol di Dzeko che qualifica la Roma in semifinale di Europa League è il perfetto pensiero di Pinto sulla querelle nata con Fonseca a gennaio: era difficile risolvere meglio la situazione. Altri strappi in passato (vedi il Papu Gomez con l’Atalanta) hanno portato ad altri scenari, non a Trigoria dove il GM portoghese è riuscito a mediare creando un rapporto di quieta convivenza tra l’allenatore e il suo attaccate, garantendo risultati anche sul campo. I primi mesi di lavoro di Tiago Pinto, però, non sono stati dei più semplici. Prima il Covid, poi la questione della fascia da capitano di Dzeko, contestualmente le sconfitte con Spezia e Lazio: tutti episodi che hanno fatto iniziare in salita l’avventura capitolina del manager che dopo anni al Benfica ha deciso di lasciare la sua zona di comfort zone per mettersi alla prova in un contesto totalmente diverso. Certo non si sarebbe aspettato che fosse così difficile, ma la sfida l’ha accettata comunque volentieri. Il consiglio arrivato da chi conosce la piazza è di non sentire le radio, tant’è che la mattina quando va a Trigoria o la sera all’Olimpico preferisce ascoltare radio con musica classica. Un modo per rilassare la mente e non tralasciare alcun dettaglio per la Roma che verrà.
MERCATO - Molto dipenderà anche dallo scenario che si delineerà. La Roma ha studiato ogni eventualità: se andrà in Conference, Europa o Champions League. La proprietà è disposta a investire, ma fondamentale sarà innanzitutto alleggerire una rosa con tanti prestiti che rientreranno (Florenzi, Olsen, Nzonzi, Kluivert e Under) che rappresentano un capitale di quasi 30 milioni. Un tesoretto che può essere implementato anche con la cessione di giocatori fuori dal progetto e che a bilancio pesano molto come Fazio, Pastore e Dzeko, anche se per il bosniaco si farà un discorso diverso. Qualora il nove giallorosso volesse rimanere, per la Roma non sarebbe comunque un problema e non vieterebbe a Tiago Pinto di prendere un grande bomber. Il nome che più di tutti piace è quello di Belotti. La scadenza nel 2022 lo rende anche appetibile economicamente, a differenza di Vlahovic il quale è fuori budget. La linea da seguire ricalcherà comunque quella già vista nel mercato invernale: un mix di giovani ed esperti senza fare follie per quest’ultimi.
ALLENATORE - La campagna acquisti sarà comunque concordata a pieno poi con l’allenatore della prossima stagione. Al momento si è deciso di rimandare la decisione su Fonseca al termine dell’anno. La posta in palio è troppo alta e nessuno spiffero deve distrarre la squadra dalle semifinali d’Europa League.

Non è comunque da escludere che lo stesso tecnico portoghese possa lasciare nonostante l’accesso in Champions il prossimo anno. Sicuramente, qualora fosse necessario sostituire Fonseca, il sostituto non sarebbe Coincecao. L’allenatore del Porto è stato sondato, ma il profilo non è quello giusto per la piazza giallorossa. Nella scelta del tecnico non entrerà poi la Retexo, società di consulenza della quale i Friedkin si avvalgono, ma solamente per la ricerca dei dirigenti, non per calciatori o allenatori. I nomi di Allegri e Sarri restano in piedi, soprattutto quelli con quest’ultimo visto il rapporto che lega Pinto e Ramadani. Ultimamente si sono sentiti per dei calciatori assistiti dall’agente sportivo e nella chiacchierata è finito qualche volta anche il nome dell'ex Chelsea e Juventus. Piace anche Gasperini, ma portarlo via da Bergamo sarebbe molto difficile.
SCOUTING - Fondamentale nel piano strategico della Roma sarà poi il settore giovanile. Tiago Pinto vorrebbe ricreare il modello costruito al Benfica (per il quale ha piegato circa 6 anni) e per questo aveva contattato il capo scouting del suo ex club, Pedro Ferreira, per portarlo nella Capitale. L’intento era quello di affiancare De Sanctis e lo scout Cavallo, ma il dirigente portoghese ha rifiutato l’offerta del GM giallorosso per rimanere in patria con la famiglia. L’obbiettivo nel medio termine sarà dunque ridurre l’impatto con la prima squadra per i calciatori provenienti dalla Primavera. La creazione di una squadra B come ha fatto la Juve non è nei programmi perché il campionato di Serie C non è ritenuto allenante se non da un punto di vista fisico. A Trigoria intanto un gruppo di giocatori di Alberto De Rossi ha iniziato stabilmente ad allenarsi con la prima squadra, anche in palestra e con una nutrizione simile a quella di giocatori come Dzeko e compagni. Un modo per far abituare il fisico al salto di categoria. Fondamentale poi sarà giocare e per questo la soluzione del prestito è la più gettonata e il campionato verrà scelto in base alle caratteristiche del giocatore in questione. Nulla verrà lasciato al caso perché la mission è 'risvegliare il gigante addormentato' citato da Ryan Friedkin nel giorno del suo insediamento.

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Lunedì 6 Maggio 2024
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