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Felipe sull'Udinese: "Gotti persona intelligente. Non è stato facile seguire un gruppo così ampio"

di Tommaso Bonan
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© foto di Alessandro Garofalo/Image Sport

Felipe Dal Bello è stato l'ospite della puntata "Udinese Tonight". Queste le sue dichiarazioni riportate dal sito ufficiale del club: "Conosco molto bene Gotti, l’ho avuto come vice di Donadoni. Secondo me è una persona molto intelligente. Non è facile seguire un gruppo così ampio com’era quello bianconero di quest’anno. La rosa dell’Udinese ha avuto tanti titolari. L’infortunio di Pussetto a mio avviso è quello che ha destabilizzato la squadra, è un attaccante completo. Sono d’accordo quando si sente che l’Udinese è stata creata per puntare a qualcosa di più, basta vedere i nomi importanti che sono stati acquistati, però il fatto di non aver avuto tutti al 100% ha messo in difficoltà il mister. A mio avviso la gestione del tecnico si è vista, non ho mai visto un giocatore che non giocava lamentarsi, anzi si impegnava come tutti. Anche quello è merito dell'allenatore.

Gotti vice allenatore a Parma era uno che ascoltava, guardava da lontano, analizzava e a volte non diceva nulla. Se lo conosci sai che anche il non dire nulla voleva dire qualcosa. Quando era necessario usava le parole e i modi giusti. I viceallenatori sono quelli che stanno più a contatto con i giocatori e con lui mi sono trovato bene.

Credo che ci voglia rispetto a prescindere quindi non credo sia utile urlare e fare sceneggiate come fanno spesso alcuni allenatori. L’essere sempre coerenti con le scelte e con quello che si dice alla fine ti fa guadagnare il rispetto dei giocatori.

La mia routine non è cambiata rispetto a quando giocavo in serie A. Seguo il mio piano alimentare, sono stato abituato così e continuo a fare quello che ho sempre fatto. So bene che se non stai bene fisicamente fai fatica.

Riprendere a giocare è stato difficile perché nel frattempo ho avuto anche un problema fisico, erano 8 mesi che non giocavo una partita. Però quando giochi il fuoco c’è sempre, ho sentito la fatica solo qualche giorno dopo. I ritmi tra la Serie A e la Serie D sono diversi, cambia il modo di giocare. Ci sono più contrasti. Ci ho messo due/tre partite per capire di cosa avesse bisogno la squadra e per adattarmi.

Ho avuto Dominissini come allenatore per poco tempo, ma era una grandissima persona. Sono rimasto senza parole alla notizia della sua morte. Un grande saluto a tutta la sua famiglia".

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