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ESCLUSIVA TMW - Roberto Dinamite: "Un dispiacere non aver giocato in Italia. Seguite Talles del Vasco"

di Lorenzo Marucci
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© foto di Marucci

E' il più grande idolo della storia del Vasco da Gama. Un mito assoluto che nessuno osa mettere in discussione. I tifosi vascaini hanno confermato il suo primato proprio in questi giorni. Roberto Dinamite, attaccante così chiamato per la straordinaria potenza del suo tiro, ha giocato negli anni Settanta e Ottanta disputando col Vasco ben 1110 partite e segnando 702 gol. Non uno qualunque, insomma. L'unico rammarico per lui e soprattutto per l'Italia è il mancato approdo nel nostro campionato: "In effetti avrei potuto far bene in serie A con le mie caratteristiche - racconta a Tuttomercatoweb.com - ma non c'è stata la possibilità". Roberto Dinamite adesso si gode il momento: "Essere il più grande idolo del Vasco mi regala allegria e gioia perché in questo club hanno giocato straordinari campioni come Ademir e Romario, quindi è un riconoscimento che mi riempie di orgoglio"

Dopo di lei chi è stato il migliore del Vasco?
"Ci sono state tante diverse generazioni di calciatori ed è difficile stilare una classifica, comunque dico Juninho, Romario e Edmundo".

Il miglior momento della sua carriera?
"Fu quando dopo la breve esperienza al Barcellona tornai in Brasile al Vasco e alla mia prima partita, contro il Corinthians, c'erano più di centomila persone allo stadio. Feci cinque gol e vincemmo 5-2. E' la partita più bella che ricordo. Nessuno l'ha dimenticata, neanche i tifosi del Corinthians..."

Come mai al Barcellona non riuscì a ingranare?
"Era il '79-80 e ancora c'erano pochi stranieri in Europa: dopo poco tempo ci fu un cambio tecnico e in panchina arrivò Helenio Herrera. Non ebbi un buon rapporto con lui. Giocai poco nonostante avessi segnato un paio di gol in poche partite. Un giocatore ha bisogno di esprimersi con continuità per dimostrare il suo valore e trovare la condizione. Così poi arrivò la proposta per il ritorno al Vasco, peraltro dopo che il Flamengo mi aveva fatto una corte serrata".

Riavvolgiamo il nastro e torniamo a Italia-Brasile 3-2 dell'82. Come la visse lei che era tra le riserve?
"Avevamo una nazionale fantastica, una delle migliori di sempre e fu un vero peccato uscire così. La fortuna dell'Italia è che io non giocai, non ero neanche in panchina ma in tribuna perché per le riserve c'era un numero limitato. Pensate che quando avevo affrontato gli azzurri avevo praticamente sempre vinto. Comunque a volte non basta aver una nazionale forte: l'Italia giocò alla sua maniera, col contropiede. Noi col pari ci saremmo qualificati e invece Paolo Rossi ci tolse ogni speranza. In ogni caso tra Italia e Brasile ci sono sempre stati grandi confronti, accesi, agguerriti e spettacolari".

Quali erano i giocatori italiani dell'epoca che le piacevano?
"Negli anni 70 e 80 oltre a Rossi ricordo Facchetti, Altobelli, Tardelli, Zoff. Ho anche una foto con Gentile, mentre mi marca stretto. Aveva gran personalità. Nel complesso in Italia c'erano giocatori molto tecnici, dalle grandi abilità. Ad esempio Bruno Conti: credo che fu uno dei primi o il primo in assoluto a giocare a destra pur essendo mancino. Da quel momento iniziò questo particolare processo, tutti decisero di far giocare gli esterni a piede invertito. Conti era davvero un giocatore raffinato. E poi a livello difensivo l'Italia era maestra".

Dicevamo del suo mancato arrivo in Italia...
"E' vero, è strano perché in Italia ci sono stati sempre grandi goleador, anche brasiliani che hanno confermato il loro valore nel vostro campionato. Juventus, Inter e Milan nella mia epoca erano i club più noti ma tanti brasiliani si sono imposti anche in altre squadre vedi Zico con l'Udinese o Junior col Torino. Mi dispiace non aver giocato in Italia, ero un finalizzatore e con le mie caratteristiche avrei potuto dire la mia in serie A. Tra l'altro qualche anno fa sono venuto a fare un giro in Italia e ho visitato Firenze e Roma e sono rimasto incantato".

Parliamo di qualche altro giocatore del nostro campionato: lei conosce bene Allan...
"Sì, l'ho conosciuto quando giocava nelle giovanili del Vasco e nel corso degli anni è migliorato molto. Iniziò come laterale ma ha sempre avuto ottime qualità anche da centrocampista. Corre tanto, è un gran giocatore e la sua esperienza in Italia è stata positiva".

Oggi chi consiglia del Vasco per l'Italia?
"Talles, attaccante classe 2002. Ha qualità tecniche e velocità esplosiva. Può far bene in Europa ma con le sue caratteristiche e i suoi dribbling può aprire gli spazi nelle difese italiane".

Chiudiamo con l'ex interista Guarin ora al Vasco...
"Mi piace molto. Quando arrivò era un po' sovrappeso ma poi ha trovato la condizione e ha giocato bene, è tecnico e sa spingersi in avanti. Ha scelto di restare, sono felice perchè è molto utile al Vasco ed è in un ottimo momento della sua carriera".

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