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ESCLUSIVA TMW - Otero: "Favola Vicenza e rammarico Coppa delle Coppe. Ora sono un agente"

di Lorenzo Marucci
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© foto di Marucci

Pensi al Vicenza dei miracoli degli anni 90 e ti viene in mente soprattutto lui. Marcelo Otero, uruguaiano, attaccante che con i suoi gol trascinò la squadra biancorossa verso traguardi insperati. "Anni spettacolari - dice a Tuttomercatoweb.com - frutto di un gruppo di uomini veri e di giocatori forti. Sono sempre in contatto con loro via whatsapp e spero che ad ottobre-novembre ci si possa riabbracciare. Ora pure qui a Montevideo, dove vivo, siamo tutti chiusi anche se ci sono pochi contagi per fortuna. Certo, se ripenso a Vicenza, ci siamo tolti in effetti grandi soddisfazioni, a partire dalla conquista della Coppa Italia".

Come fu possibile?
"Nessuno si aspettava di vincere, forse neanche la squadra. Quando Gustavo Mendez ed io siamo arrivati, abbiamo portato un po' della nostra mentalità. Io ad esempio avevo vinto lo scudetto col Penarol e la Coppa America e il risultato alla fine fu una buona miscela tra noi stranieri - c'era anche Bjorklund - e gli italiani. Nell'ambiente si parlava per lo più di salvezza ma noi fummo capaci di andare ben oltre. Brava anche la società a fare le scelte giuste".

E' qualcosa di unico e irripetibile?
"Difficile da dirsi. Certo, oggi il calcio è cambiato. In generale posso dire che vedendo certe partite di oggi, alcuni calciatori con noi non avrebbero giocato. Voglio dire insomma che oggi il livello si è abbassato molto".

Torniamo a lei: si ambientò subito...
"Sì perchè giocavo come facevo al Penarol. Guidolin mi faceva stare dietro al nove, Murgita, duettavo con lui e scambiavo bene anche con i centrocampisti di qualità come Amerini e Ambrosetti. Ma in definitiva vincemmo anche perchè tutti avevamo fame".

Di lei si ricordano anche i quattro gol segnati alla Fiorentina alla prima di campionato 1996-97...
"E' una storia particolare: quel giorno Guidolin non mi voleva neanche far giocare e poi invece feci quattro reti. Sono quelle cose che accadono una volta nella vita, anche perché si pensava ad una la Fiorentina molto carica, visto che era reduce dalla conquista della Coppa Italia e della Supercoppa. Forse i viola si rilassarono un po' mentre noi avevamo disputato un precampionato spettacolare".

Perché Guidolin non voleva farla giocare quella domenica?
"Lui era così, se magari non ti vedeva bene in allenamento in settimana non ti faceva giocare la domenica. Ma in realtà io davo sempre il cento per cento. Per fortuna, dopo che alla vigilia mi aveva detto che non avrei giocato, una volta che arrivammo a Firenze cambiò idea. Ricordo che dopo quei gol, quando tornai a Vicenza tutti volevano fare delle foto con me e mi fermavano in continuazione. Tra l'altro era un giorno in cui dovevo anche cercare casa ma ogni minuto c'era qualcuno che mi bloccava".

Non poté giocare la finale di Coppa Italia per un infortunio: un piccolo rammarico...
"All'andata mio ero strappato ma sapevo che i miei compagni avrebbero potuto ribaltare la sconfitta (1-0) patita al San Paolo. E infatti grazie anche alla spinta della gente non ci facemmo scappare quell'opportunità. Per noi e per la tifoseria fu una felicità unica. Per festeggiare ricordo che ci fu una serie infinita di cene di gruppo e anche a casa di amici. Non ci si fermava più e ti invitavano anche persone che non conoscevi. Ti ritrovavi a casa con le loro famiglie, perchè la gente di Vicenza è molto amabile e ti voleva ripagare così per quella grande soddisfazione".

La Coppa Coppe invece le ha lasciato molto amaro in bocca per come è finita?
"Ero convinto che saremmo andati in finale. In semifinale col Chelsea eravamo praticamente ad un passo da questo grande traguardo: Dopo il nostro gol di vantaggio i nostri avversari dovevano segnare tre gol (all'andata era finita 1-0 per i biancorossi a Vicenza, ndr). Nessuno credeva che il Chelsea avrebbe potuto fare quella rimonta. E' davvero un gran rammarico. Non so perchè quel giorno non giocai. Ero sempre andato in campo in quella competizione e invece quella sera Guidolin mi lasciò in panchina. Fabio Viviani ero un po' infortunato ma fu fatto giocare lo stesso a sinistra e in quella zona gravitava spesso Vialli. Ecco, non mi sembrò una partita da Guidolin, nel senso che è sempre stato attento e meticoloso. O si è rilassato o non ha messo bene in campo la squadra. Tutto questo fermo restando che per quel che ha fatto a Vicenza nessuno può dire nulla su Guidolin. I risultati lo testimoniano. E' bravo e ha fatto grandi cose".

Qual è stato il difensore più difficile da affrontare?
"Nesta, Montero, Baresi e Maldini. Mi ricordo che in una partita riuscii a superare Paolo per tre volte ma lui riusciva sempre a recuperare e a tornarmi addosso. Era fortissimo anche fisicamente, uno dei migliori al mondo".

Parlando di oggi chi le piace tra gli uruguaiani?
"Apprezzo molto Vecino perché è un giocatore diverso da come credevamo qui in Uruguay. Ed è un calciatore importante anche per la Nazionale. Bentancur ha ottime capacità ma Vecino mi piace di più per le sue caratteristiche".

Il grande talento uruguagio su cui punta qual è?
"Valverde del Real Madrid ha possibilità illimitate. Ha qualità come Zidane, Mancini, Boban. E' un vero spettacolo vederlo giocare".

Qui in Italia si è messo in luce Nandez del Cagliari...
"E' vero ma qui in Uruguay fanno vedere solo le partite delle big. Comunque è un gran giocatore, ha la garra uruguaiana ed è passato anche dal Boca. Non ha problemi a giocare in qualunque squadra".

Lei oggi fa il procuratore?
"Sì, insieme a Gustavo Mendez abbiamo ragazzi giovani, di 16-17 anni. Proviamo a guardare al futuro".

Il Vicenza lo ha seguito quest'anno?
"Certo, sempre. Spero che possa salire in B anche se adesso c'è da capire quali saranno le decisioni della Lega Pro".

L'ultima curiosità su Vicenza?
"Vivevo a Torre di Quartesolo e ogni giorno quando tornavo a casa c'erano davanti alla porta 6-7 tifosi ad aspettarmi e ad accogliermi con cori e incitamenti. Mai vista una cosa simile. Oggi sono tutti miei grandi amici".

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